Il Consolat de Mar: la vocazione mediterranea catalana
Il Consolato del Mare sarebbe il grande contributo catalano al commercio e al diritto marittimo internazionale
Marc Pons –ElNacional.cat- Barcellona 2 ottobre 2022.
Genova, 28 novembre 1127. 895 anni fa. I rappresentanti delle cancellerie della contea indipendente di Barcellona e della Repubblica di Genova firmano un trattato del commercio internazionale, che contempla, tra l’altro, che in quel porto transalpino i mercanti catalani sarebbero stati trattati come nativi della città; e viceversa. Quel trattato, che è il più antico che si conosca, mette in evidenza che, all’inizio del XII secolo, il commercio marittimo (esportazione della propria produzione o intermediazione della produzione di terzi) era già la principale fonte di risorse per il Paese. Quel flusso sarebbe quello che, di lì a poco, guiderebbe la creazione di istituzioni destinate a stimolare e proteggere, allo stesso tempo, gli scambi tra i catalani ei loro partner commerciali nel Mediterraneo: il Consolat de Mar (Consolato del Mare) e i “Consolats de Catalans” ( Consolati dei Catalani).
Le prime rote
Fonti documentarie rivelano che, all’epoca delle contee catalane carolingie (sec. IX-XI); era già praticata una forma embrionale di commercio marittimo; che collegava – con la navigazione di piccolo cabotaggio (seguendo la costa) – i principali porti della Marca de Gótia: Barcellona, il centro commerciale più a sud dell’Impero Carlo Magno; Empúries, che sarebbe stata distrutta dai Vichinghi; Narbonne e Magalona. Ma, nel 1113, Ramon Berenguer III guidò una coalizione marittima internazionale formata da un gruppo di piccoli domini indipendenti nel Mediterraneo occidentale – Barcellona, Narbona, Nizza, Genova, Pisa – che attaccò e distrusse l’isola di Maiorca, in quel momento un covo di pirateria musulmana. E questo ci dice che i navigatori catalani dell’inizio del XII secolo avevano già interessi in tutta la metà occidentale del Mediterraneo.
Il commercio marittimo e il processo di costruzione della Catalogna
Desta curiosità che la prima volta che il nome “Catalogna” e il suo derivato “catalani” siano documentati nella Cronaca Pisana di quella prima compagna maiorchina (1113-1114). Se non altro, è la più antica prova documentale che abbiamo. E questo ci dice anche che il processo di costruzione della Catalogna – come comunità nazionale – è indiscutibilmente legato all’attività redditizia del commercio marittimo, il che spiegherebbe la tradizionale alleanza tra potere politico e militare (il Casal comtal de Barcelona) e la corporazione mercantile (i potenti “parçoners” o armatori catalani). Questa tradizionale alleanza consisteva nel fatto che i conti catalani dovevano proteggere le rotte commerciali navali (come avevano fatto a Maiorca nel 1113); e in cambio i mercanti finanziavano le compagne militari delle contee.
Il Consolat de Mar
Il Consolato del Mare è il culmine di una tradizionale alleanza. Ed è il grande contributo catalano al mondo del commercio e del diritto internazionale. Nel 1173, il viaggiatore ebreo Benjamí de Tudela menziona la presenza di mercanti catalani stabilitesi nel porto di Alessandria, nel delta del Nilo. Le società commerciali catalane che, inizialmente, si erano espanse nel Mediterraneo occidentale; già alla fine del XII secolo avevano raggiunto tutte le sponde dell’antico Mare Nostrum. E già prima della fine del secolo i mercanti catalani erano di casa nei porti di Ceuta, Bugia, Tunisi, e la già citata Alessandria — sulla costa meridionale —; e Tiro, Sidone e Acri sulla costa orientale. Con questo dispiegamento, era necessario creare un codice che proteggesse e regolasse, allo stesso tempo, gli interessi dei “parçoners” catalani. Nasce il Consolat de Mar.
Come nasce il Consolat de Mar?
Per capire cos’era il Consolato del Mare e come funzionava bisogna immergersi in quel contesto storico. L’Europa era dominata dal regime feudale; che era un sistema politico che sanciva la distribuzione equilibrata del potere tra tre branche: il potere reale (in Catalogna detenuto dai conti indipendenti di Barcellona); il potere nobile (i baroni territoriali); e potere ecclesiastico (arcivescovo, vescovi e abati). Ciascuno di questi poteri aveva le proprie giurisdizioni; vale a dire, erano stati all’interno di uno stato. Ed è così che è nato il Consolato del Mare; come giurisdizione territoriale all’interno della giurisdizione reale di Barcellona. Inizialmente copriva il quartiere Ribera; e legiferava e amministrava la giustizia per tutte quelle persone che facevano parte del patrimonio mercantile che avevano accettato la loro giurisdizione.
Cosa fa il Consolat de Mar?
Il Consolato del Mare -creato nel 1262- è un organismo che legifera in materia di commercio marittimo, e che, progressivamente, copre tutti i territori costieri della Corona (Catalogna, Valenzia, Maiorca) e i porti del Mediterraneo dove è presente un presenza di coppie catalane ammesse alla loro giurisdizione. Questo organismo aveva redatto il diritto marittimo storico di Barcellona, già documentato nella Carta consolare di Barcellona (l’usanza giuridica catalana originaria dell’era carolingia, dal IX all’XI secolo); e l’ha applicato attraverso la Corte Consolare. Quel corpo giuridico, chiamato Ius Mercatorum (Diritto mercantile) finirebbe per essere abbracciato da una parte molto importante – probabilmente la maggioranza – del commercio navale nel Mediterraneo (catalani e non catalani) che era passato sotto la giurisdizione del Barcelona Maritime Consolato.
I Consolati Catalani
I consolati catalani sarebbero il culmine di quel processo. I “Difensori” del Consolato (i vertici di tale organismo); hanno promosso l’insediamento di delegazioni dell’ente nei principali porti del Mediterraneo; con un duplice scopo: amministrare la giustizia con lo Ius Mercatorum (impedendo ai parçoners catalani e ai loro partner commerciali di essere soggetti a giurisdizioni straniere e ostili); e creare spazi di incontro fisici che avrebbero dovuto stimolare gli scambi commerciali tra i catalani e il resto del Mediterraneo. E, in cambio, scambi culturali. Non dimentichiamo che questi consolati avevano solitamente un tempio cristiano. Il proselitismo che veniva proiettato da quei templi era la gamba della colonizzazione culturale che completava quella della colonizzazione economica.
Dove si trovavano i Consolati Catalani?
L’espansione di questi consolati ha tracciato una traiettoria da ovest a est, che alla fine avrebbe coperto i principali porti del Mediterraneo. Anche, dal momento in cui le Galeries de Catalunya aprirono lo Stretto di Gibilterra alla navigazione commerciale (1337), coprirebbero anche i porti emergenti del Nord Atlantico… Oltre ai venti consolati creati in territori che, tra il XIII e XV secolo, furono inglobati nella Corona (Sicilia, Napoli e Sardegna); una lunga cinquantina fu aperta al di fuori dei domini catalani. Le più importanti sarebbero quelle di Marsiglia e Nizza, in Provenza; Genova, Venezia, Roma, Liorna e Pisa, nella penisola italiana; Ragusa e Fiume, sull’Adriatico; Costantinopoli, Chio, Rodi, Beirut, Damasco e Famagosta, sulla sponda orientale; Bugia e Tripoli sulla sponda sud; e Bruges e Londra, nell’Atlantico.
Il Consolato del Mare è il grande contributo catalano al mondo del commercio e del diritto internazionale
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://www.elnacional.cat/ca/cultura/consolat-mar-vocacio-mediterrania-catalana_892815_102.html