Chi siamo


L’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) è un’organizzazione apartitica della società civile catalana, plurale e democratica che lavora perché la Catalogna possa diventare un nuovo stato d’Europa.

L’ANC è un’entità integratrice e civica.

L’entità lavora sempre dal basso verso l’alto. Senza ordini previ, sono i membri e i simpatizzanti che intraprendono il cammino.

LA  STORIA

 

30 aprile 2011

In questa data, 1.300 persone celebrano, nel Palau de Congressos di Barcellona, la Conferenza Nazionale per lo Stato Proprio, a seguito del lavoro di creazione di un’entità trasversale e apartitica che erediti il movimento delle consultazioni popolari sull’indipendenza. La Conferenza nomina una direzione provvisoria che deve costruire è far crescere l’Assemblea Nazionale della Catalogna entro un anno.

 

2012

10 marzo 2012

Il Palau Sant Jordi di Barcellona è lo scenario della nascita dell’Assemblea. Dopo un anno di estensione sul territorio con numerosi atti e la creazione di centinaia di assemblee territoriali, 7.000 persone partecipano all’assemblea costituente dell’ANC. L’obiettivo è quello di unire l’indipendentismo a partire della società civile. La tabella di marcia approvata prevede di celebrare la Marcia verso l’Indipendenza e culminare con una grande manifestazione a Barcellona l’11 settembre.

30 marzo 2012

 

ELEZIONI DEL SEGRETARIATO NAZIONALE

I soci scelgono la direzione dell’ ANC che guiderà l’entità per un anno e avrà il compito dell’applicazione della tabella di marcia approvata. Carme Forcadell, la più votata, diventa, il 22 aprile, Presidenta dell’Assemblea, ruolo che ricoprirà fino al 16 maggio 2015, dopo aver ricoperto il massimo di tre mandati stabiliti dagli statuti dell’entità.

 

 

 

 

11 settembre 2012

LA PRIMA GRANDE MANIFESTAZIONE PER L’INDIPENDENZA

 

Sotto lo slogan “Catalogna, nuovo stato d’Europa”, una marea umana riempie Barcellona nella manifestazione più affollata della storia del paese. L’allora Presidente del Parlamento, Nuria de Gispert, riceve una delegazione dall’Assemblea, chiedendo “l’avvio del processo di secessione dallo Stato Spagnolo”.

La mobilitazione significa il culmine della Marcia verso l’indipendenza, che inizia il 30 giugno e riempie l’estate di eventi su tutto il territorio.

25 novembre 2012

ELEZIONI AL PARLAMENTO DELLA CATALOGNA

 

La storica manifestazione dell’Undici Settembre modifica la mappa politica catalana e porta a elezioni anticipate.

Il 25-N rappresenta il passaggio di un parlamento autonomista a uno di sovranista, con un’ampia rappresentanza di partiti favorevoli alla celebrazione di una consultazione sull’indipendenza della Catalogna.

 

2013

VIA CATALANA VERSO L’INDIPENDENZA

11 settembre

 

L’ANC organizza un’immensa catena umana di 400 chilometri, che attraversa la Catalogna dal Pertùs (estremo nord della Catalogna) ad Alcanar (estremo sud della Catalogna) per reclamare l’indipendenza.

È il risultato di mesi di lavoro su tutto il territorio, con vari eventi e campagne per spingere il processo e garantire il successo della Via.

Alla capacità di mobilitazione dell’anno precedente, si aggiunge la capacità logistica ed organizzativa per garantire la presenza di persone in tutti i settori della catena.

Nel suo discorso, Forcadell richiede alle istituzioni che “convochino consultazioni senza dilazioni o perdite di tempo”.

 

12 dicembre

ACCORDO PER IL 9-N

Tre mesi dopo la Via Catalana, il Governo catalano e la maggioranza parlamentare formata dai partiti CiU, CER, ICV-EUiA e CUP annunciano l’accordo sulla data e la domanda per celebrare il 9 novembre 2014 la consulta sull’indipendenza della Catalogna.

 

 

2014

LA GRANDE  V

11 settembre

 

Più di 1.800.000 persone, secondo fonti ufficiali, riempiono il cuore di Barcellona in un’immensa dimostrazione di forza per rendere la 9-N inevitabile. I partecipanti formano un mosaico disegnando la Senyera, la bandiera catalana, e una grande V, prima lettera della parola Votare, di Volontà e Vittoria, e riempiono la Gran Via de les Corts Catalanes e l’Avinguda Diagonal.

La mobilitazione fa parte della campagna unitaria “Ara és l’hora” (Adesso è l’ora), spinta dall’ANC e da Omnium Cultural per vincere la consulta.

 

9 novembre

Atto di sovranità

Una cifra di 2.305.290 persone sfidano le minacce e il discorso della paura dello Stato

Spagnolo e partecipano democraticamente alla consultazione sull’indipendenza.

Più dell’80% vota a favore di uno Stato indipendente.

Il 9-N diventa storico; Tuttavia, manca ancora un chiaro mandato democratico a favore dell’indipendenza.

Di fronte all’impossibilità di fare un referendum concordato, c’è solo la strada delle

elezioni plebiscitarie.

 

2015

16 maggio

 

SOSTITUZIONE DELLA PRESIDENTA DELL’ENTITA’

 

Jordi Sànchez prende il posto di Carme Forcadell nella presidenza dell’ANC essendo

scelto dai membri del Segretariato dopo la votazione dei soci, come previsto dagli

statuti dell’entità.

 

11 settembre

RIEMPIRE L’INDIPENDENZA DI CONTENUTO

Con la Via lliure (Via Libera) verso la Repubblica Catalana, una marea umana riempie l’Avinguda Meridiana fino alle porte del Parlamento Catalano. La mobilitazione è divisa in dieci assi rispetto ai valori sui quali bisogna basare il nuovo Paese, come la rigenerazione democratica o l’equilibrio territoriale, è converte definitivamente in plebiscito le lezioni del 27-S

27 settembre

VINCE L’INDIPENDENZA

 

Le forze con un programma chiaramente indipendentista (Junts pel Sì e la CUP) ottengono, con una partecipazione storica, la maggioranza assoluta sommando settantadue deputati ed il 48% dei voti contro il 39% dei voti ottenuti dai partiti chiaramente allineati con il no all’indipendenza.

Si tratta di un chiaro mandato democratico per avviare il processo di costruzione della Repubblica Catalana.

 

9 novembre

Il Parlamento della Catalogna annuncia in modo solenne la Dichiarazione del processo di creazione dello Stato Catalano in forma di Repubblica

 

Il Parlamento approva la risoluzione dei gruppi parlamentari Junts pel Sì e della CUP, attraverso la quale la camera catalana dichiara “l’inizio del processo di creazione dello Stato Catalano indipendente sotto forma di Repubblica”.

Uno dei punti salienti del testo è quello che avverte che il Parlamento e il processo di disconnessione democratica non saranno soggetti alle decisioni delle istituzioni dello Stato spagnolo ne, in particolare, della Corte Costituzionale.

La risoluzione stabilisce inoltre l’apertura di un processo costitutivo “non subordinato” e illustra in dettaglio le questioni che il futuro governo seguirà solo la legislazione catalana.

 

2016

 

9 gennaio

 

ACCORDO DI GOVERNO

 

Dopo le elezioni al Parlamento della Catalogna del 27 settembre 2015 e un processo di negoziati tra Junts pel Sì e la CUP, in cui le entità sovraniste come l’ANC vigilano sull’intesa, il sabato 9 gennaio viene annunciato l’accordo tra le due formazioni.

Questo accordo fa che il giorno successivo, domenica 10 gennaio (appena un giorno prima della scadenza legale per la scelta del presidente), il sindaco di Girona e deputato di Junts pel Sì, Carles Puigdemont i Casamajó, sia investito 130° Presidente della Generalitat nella prima votazione.

In questo modo, la Catalogna inizia il processo verso la creazione della Repubblica catalana.

 

 

 

 

11 settembre

 

Pronti per la Repubblica Catalana di tutti

 

L’Undici di settembre 2016 segna l’inizio di una nuova tappa con la mobilitazione in cinque punti del territorio (Lleida, Berga, Salt, Tarragona e Barcellona) che dimostra al mondo che siamo un paese pronto a diventare un nuovo stato.

È la Diada dove ci sentiamo legittimati, dopo le 27-S elezioni del 2015, che culminò con il primo Parlamento indipendentista della nostra storia.

Poiché siamo sovrani, siamo la Repubblica catalana in un ultimo punto di costruzione.

 

2017

 

REFERENDUM E’ DEMOCRAZIA

 

Con l’annuncio della data e la domanda del referendum, le entità si sono mobilitate massivamente per far sapere al mondo che i catalani avrebbero votato “anche se lo Stato spagnolo non lo voglia”, come ha detto Pep Guardiola in un atto elettrizzante in Montjuïc.

 

11 settembre

 

LA DIADA DEL SI

 

La campagna per il referendum è stata la più intensa della restaurazione democratica, e l’11 settembre è stata la grande festa d’inizio.

Più di un milione di persone riempiono il centro di Barcellona è si sono commossi con un minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Barcellona e Cambrils.

 

1 ottobre

 

REFERENDUM

 

Dopo una campagna che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, migliaia di volontari e sostenitori dell’ANC hanno sorvegliato urne e collegi e sono stati in prima linea quando la polizia tenta di porre fine al referendum.

Non ci riescono e una grande festa a Plaça Catalunya celebrò l’indiscutibile vittoria del Sì.

 

2018

 

L’ONDA CONTINUA

C’è ancora molto da fare.

L’ANC continua a lavorare per garantire la mobilitazione, ampliare la maggioranza sociale favorevole all’indipendenza ed iniziare ad immaginare collettivamente come deve essere il paese che stiamo costruendo.

C’è molto lavoro per tutti se vogliamo ampliare l’onda democratica verso il referendum e rendere la Repubblica Catalana di tutti una realtà.

http://int.assemblea.cat/

 

 

 

4 commenti su “Chi siamo”

  1. Vorrei aiutare in qualche modo i catalani. In Italia, come in tutta Europa, informazione viziata e faziosa. Difficile trovare articoli che trattino neutralmente la questione catalana: questo fa sorgere dei dubbi.
    Ogni popolo che si definisca nazione e che percepisca un’identità propria merita non solo di essere riconosciuto, ma di guidare politicamente ed economicamente il suo Paese in piena autonomia.
    L’UE mostra giorno dopo giorno le sue crepe.
    Offro il mio sostegno totale ai catalani seppur come semplice cittadino italiano.

  2. sto diffondendo sulla mia pagina Fb quanto piu materiale posso per aiutarvi Purtroppo gli italiani non hanno capito molto perche’solo pochi si sforzano per trovare notizie di prima mano.Comunque sono con voi sono solidale col vostro premier e spero che la Catalogna prima o poi possa avere l indipendenza Anche perche il vostro e’ un modello inclusivo e democratico che nulla ha a che fare con i nazionalismi nordici

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