Organizzare l’antagonismo (II)
- Il lancio di un nuovo movimento di massa per l’indipendenza richiederà campagne sistematiche di informazione e denuncia del profondo legame tra saccheggio economico e oppressione politica della Spagna sulla Catalogna
Vilaweb.cat – 17.12.2024 – Julià de Jòdar
https://www.vilaweb.cat/noticies/organitzar-antagonisme/
In continuità con l’articolo pubblicato la scorsa settimana su questo giornale, e con lo scopo di integrare il progetto di Tabella di marcia recentemente approvato dal segretariato dell’ANC – di cui faccio parte -, mi permetto di aggiungere aspetti organizzativi che mi sembrano fondamentali poter applicarne i contenuti, in ogni circostanza, e nel cuore del processo verso la proclamazione unilaterale dell’indipendenza della Catalogna.
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Se partiamo dal fatto che la Spagna tratta la Catalogna politicamente in termini totalitari (negazione del diritto all’autodeterminazione nazionale) ed economicamente in termini coloniali (saccheggio annuo prossimo al 10% del PIL), la conclusione è che ogni progetto di indipendenza dovrà legare la politica (lotta democratica per l’autodeterminazione) e l’economia (lotta per il controllo della propria ricchezza) in un unico fascio strategico, guidato dall’antagonismo.
Il lancio di un nuovo movimento di massa per l’indipendenza richiederà campagne sistematiche di informazione e denuncia del legame profondo, pianificato e sistematico tra il saccheggio economico e l’oppressione politica della Spagna sulla Catalogna. Se il movimento si limiterà alla sfera economica, entrerà nel terreno privilegiato dell’autonomia amministrativa e del riformismo sociale, che accettano lo stato spagnolo come unico potere decisionale: congresso, accordi tra partiti, patti sindacali e burocrazia statale sono le sue pulegge di trasmissione. Se invece il movimento si limita alla sfera politica, entrerà nel terreno privilegiato dell’autonomismo e del riformismo politico istituzionale, il cui strumento privilegiato è la sottomissione del regime autonomo all’unità dello stato (costituzione, tribunali, forze repressive). In altre parole, un nuovo movimento di massa per l’indipendenza dovrà cavalcare, allo stesso tempo, il cavallo della lotta democratica per l’autodeterminazione (con il conseguente crollo del regime autonomo in Catalogna) e la lotta per il controllo della ricchezza nazionale (con la conseguente paralisi del saccheggio coloniale).
In questo modo sarà necessario indebolire il dominio dello stato spezzando il legame tra oppressione politica e saccheggio coloniale. Pertanto, per boicottare la riproduzione del saccheggio in tutti i settori, questo nuovo movimento di massa per l’indipendenza dovrà creare, simultaneamente, su scala territoriale e al servizio dell’intero paese, le condizioni necessarie per la transizione energetica, l’equilibrio tra settori e spazi produttivi, l’utilizzo delle risorse naturali e umane e il controllo del territorio. Basandosi sulla conoscenza del territorio, sulla lotta per il suo controllo e l’organizzazione che lo sostiene, i gruppi specializzati di base dovranno spezzare il circuito del saccheggio coloniale dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso. Va da sé che il movimento indipendentista di massa e i gruppi specializzati dovranno agire come vasi comunicanti.
Infine, il collegamento tra il movimento di massa per l’indipendenza e i gruppi specializzati sarà garantito da uno stato maggiore, creato dalla (e a partire dalla) mobilitazione permanente, dall’organizzazione territoriale e da una volontà espressa di direzione politica nazionale. Un movimento di massa diffuso in tutto il paese e in tutti i settori di lotta; una federazione territoriale di gruppi specializzati e collegati in rete; e una direzione che raggruppi risorse umane, raccolga esperienze e assicuri l’intervento operativo: ecco le basi della Repubblica Catalana e la garanzia del suo mantenimento nello spazio e nel tempo.
Date al progetto il nome che volete: a me non dispiace chiamarlo Movimento di Liberazione Nazionale.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia