Speranza per l’Assemblea Nacional Catalana (ANC)
L’ANC ha resistito in questi anni, con le Presidenti Elisenda Paluzie e Dolors Feliu, ai tentativi dei partiti di sottometterla al percorso autonomista. Ora che questa strada è fallita dal punto di vista elettorale, un’ANC con nuove persone elette come Lluís Llach, Josep Costa e Julià de Jòdar è un progetto entusiasmante
Vicent Partal – Vilaweb.cat 19.05.2024
La miopia politica del nazionalismo spagnolo è leggendaria. Sono passati più di cento anni da allora, ma a Cuba si ricordano ancora che la Spagna aveva inviato ai cubani -convinti che avrebbe avuto successo-, una proposta di statuto di autonomia, quando la lotta per l’indipendenza era già nella fase finale.
Adesso sono tutti emozionati e felici per la sconfitta dell’indipendentismo alle urne di una settimana fa. La miopia, ancora una volta, non lascia vedere loro che ciò che in realtà è stato sconfitto è il percorso autonomista che i partiti indipendentisti – guidati in questo tentativo da “Esquerra Republicana – ERC”– hanno tentato di intraprendere nel 2017, dopo le violenze del Primo Ottobre – giorno in cui la Catalogna votò a favore dell’indipendenza; cioè, la rinuncia del governo a rendere effettiva l’indipendenza proclamata allora dal parlamento. E dopo l’applicazione dell’articolo 155 da parte della Spagna, che commissariava l’autonomia catalana.
La perdita di voti e di seggi oltre all’astensione provengono proprio da persone che non vogliono più seguire questa strada autonomista. E, a questo proposito, non è aneddotico che, dei tre tradizionali partiti indipendentisti, solo quello del presidente Puigdemont abbia resistito: per sei anni – fino al recente patto con il PSOE, di cui vedremo dove porterà – aveva tenuto alta la bandiera contro la resa e la pacificazione.
Ma questa bandiera non ‘aveva portata solo lui in maniera esclusiva. Ma ha avuto un porta-bandiera privilegiato nell’ANC. L’Assemblea Nazionale Catalana nata per incanalare la volontà popolare al di fuori degli interessi dei partiti che ha saputo farlo con coraggio in questi anni difficili di repressione e dubbi. Sotto la presidenza di Elisenda Paluzie e Dolors Feliu, l’ANC ha resistito a tutti i tentativi di farsi cooptare dalla corrente autonomista.
Solo loro due, insieme alle loro squadre, sanno quanta pressione – nobile e ignobile – hanno dovuto sopportare in questi anni complicatissimi. Dalla costante repressione spagnola ai tentativi di delegittimare l’Assemblea di fronte agli stessi indipendentisti, come avvenne quell’anno in cui il presidente catalano Aragonès, e il governo autonomo con lui, lanciarono un appello a boicottare la manifestazione della “Diada” – Giornata della Memoria per la Catalogna –. Un gesto e una decisione politica che, oggi tutti loro sanno, furono molto maldestri ed ebbe conseguenze molto gravi, per loro, e non certo per l’Assemblea.
Con tutti i successi e anche con tutti gli errori – la maggior parte dei quali sicuramente impossibili da evitare in una situazione così complicata -, Paluzie e Feliu hanno attraversato un deserto molto difficile e hanno saputo mantenere l’indipendenza dell’Assemblea e il suo messaggio di fondo, quello che ci unisce intorno a loro: l’ANC è qui per rendere l’indipendenza della Catalogna una realtà.
E ora, sabato scorso, l’ANC ha eletto un nuovo segretariato. Vedremo come si concretizzerà in termini di cariche pubbliche, ma per ora è confermato che la staffetta è molto incoraggiante. Nomi come quelli di Lluís Llach, Josep Costa e Julià de Jòdar, per citare solo i tre più votati della lista nazionale, suscitano un rinnovato entusiasmo per il ruolo che d’ora in poi dovrà svolgere l’Assemblea.
È importante. È importante perché, nel bivio in cui ci troviamo da domenica scorsa – è fallita la deriva autonomista dei partiti che si auto-rivendicano indipendentisti– un’ANC forte con la capacità di esercitare una grande leadership sociale è, sicuramente, quello di cui abbiamo ora più bisogno.
Il suo compito, come sempre, deve essere quello di incanalare la piazza: per impedire la presidenza di Salvador Illa o, comunque, costringerlo ad essere presidente con l’aiuto addirittura dell’estrema destra spagnola di Vox; per sostenere i partiti indipendentisti e incoraggiarli a trovare un accordo e costruire un’alternativa di governo immediata; o per affrontare delle nuove elezioni a ottobre in una situazione che possa cambiare radicalmente le aspettative elettorali e politiche – soprattutto queste ultime, perché senza un cambiamento politico delle priorità non ci sarà il necessario cambiamento elettorale.
Ho fiducia nell’Assemblea. Girando per il nostro Paese, vedo che è il pilastro più solido che sostiene la nazione. La capacità di mobilitazione e la capillarità dell’Assemblea non hanno eguali: non è la stessa cosa andare insieme a loro che non andarci. E, anche se hanno avuto dei problemi – che, sinceramente, non ricordo nessun momento della loro storia in cui non li abbiano avuti – sono sempre riusciti a superarli per proseguire avanti nella strada.
Che sia ancora così, allora, perché abbiamo bisogno ora più che mai dell’Assemblea Nacional Catalana.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://www.vilaweb.cat/noticies/editorial-vicent-partal-illusio-per-lassemblea-anc/