11 di settembre, La Diada
Anche la Catalogna, come è noto a tutti, ha la sua giornata simbolo. Ricorre l’11 settembre di ogni anno, ed è chiamata semplicemente la Diada. Una data cara a tutti i catalani, che commemorano l’ingresso a Barcellona delle truppe borboniche avvenuto l’11 settembre del 1714 dopo un assedio durato 13 mesi. È in quel giorno che il popolo catalano si vide assoggettare alle leggi dello straniero, perdendo una libertà per la quale gli orgogliosi catalani non si stancheranno mai di lottare. Pure quest’anno, la popolazione ha risposto positivamente alla chiamata nelle piazze, manifestando pacificamente per le strade sventolando bandiere e vessilli indipendentisti in una giornata quantomai evocativa per l’intero popolo. A differenza dello scorso anno, quando fu segnata da un teso faccia a faccia tra governo locale e manifestanti, quest’anno la Diada si è rivelata essere l’occasione giusta per favorire il dialogo tra i numerosi partiti e associazioni che, benché siano uniti di un unico comune denominatore, restano divisi su temi e aspetti che rendono, soprattutto nell’ultimo periodo, più complessa una proficua collaborazione. È altresì per questo motivo che Anc e Òmnium Cultural (la principale associazione che a cominciare dagli anni ’60 promuove la lingua e la cultura catalana) hanno lanciato l’idea di creare una piattaforma che riunisca le principali associazioni indipendentiste in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, oltre che programmare in sinergia iniziative e manifestazioni lasciando indietro i litigiosi leader di partito. Una proposta visionaria, desiderata in primis dalla numero uno dell’ANC Dolors Feliu, la quale ha ben compreso che solamente l’unità d’intenti può consentire alla Catalogna di raggiungere l’indipendenza in un futuro non troppo remoto. La caotica situazione creatasi in Spagna a seguito delle ultime elezioni politiche, che ha visto Junts pel Si scoprirsi determinante per la formazione di un nuovo esecutivo, è seguita attentamente dal popolo catalano, intenzionato a conoscere le prossime mosse del leader di JxS Carles Puigdemont. I catalani sono ormai stanchi dell’operato dei sedicenti indipendentisti, ormai piegatisi del tutto ai diktat di Madrid, abdicando ai loro ideali in favore di un autonomismo ibrido e inefficace. Spettatore interessato di questa vicenda è proprio l’ANC, che, nel caso in cui anche Puigdemont dovesse cadere nel tranello “autonomista”, è pronta ad accelerare i tempi per la creazione della lista civica. Un modo alternativo, dunque, per non disperdere le energie, e quindi i voti, consentendo alla ragione indipendentista di tornare una questione di primaria importanza nella politica regionale e, dunque, di tutta la Spagna. Non è però facile realizzare quello che, a oggi, appare un proposito interessante ma, senza dubbio, di difficile concretizzazione. L’iter, infatti, non sarà di certo breve e scevro di intoppi, tutt’altro. La tabella di marcia impone invero intense riflessioni e fitti colloqui tra gli esponenti e gli iscritti delle associazioni, come Òmnium e non solo, che appaiono molto favorevoli all’idea di una piattaforma quale “Conferència Nacional del Moviment Civil Independentista”. Secondo la presidente Feliu, l’agitato momento storico e il caos generatosi tra gli indipendentisti dopo l’ultimo referendum ha reso indispensabile, per la loro sopravvivenza, iniziare a valutare di unirsi tutti sotto uno stesso tetto. A partire dalle elezioni venture, dove, per contrastare l’ascesa dell’estrema destra, si dovrà obbligatoriamente considerare di fondare una lista civica unitaria che ridia forza e credibilità all’indipendentismo catalano e a tutti coloro che si fanno portabandiera di questa causa.
Andrea Papaccio Napoletano