La lezione della città di Solsona

La lezione della città di Solsona: l’amnistia non basta

 

Gli arresti di Solsona dimostrano che l’amnistia non basta. Né per investire nessuno, né per dialogare con nessuno, né per rassicurarsi che qualcosa sia davvero cambiato in Spagna

 

 

 

Vilaweb.catVicent Partal  – Editorial – 28.08.2023

 

manifestazione in suporto agli arresti EFE/Siu Wu

Per quanto ne so, al momento stanno gestendo tutta questa faccenda dell’amnistia da soli. Mi riferisco al PSOE, a Sumar (coalizione di sinistra), ai giornali spagnoli, ai famosi talk show e a tutto il gotha di Madrid. Parlano, dibattono, scrivono, dicono, si rispondono tra di loro, litigano: “che se i poliziotti del referendum del primo ottobre (chiamati piolini) non vogliono essere coinvolti, che dovrebbe entrarci questo o quello, che fin dove dovrebbe spingersi”…

 

L’indipendentismo – insisto: per quanto ne so – attualmente sta a guardare dagli spalti con una certa perplessità. Pare che il PSOE e Sumar vogliano Pedro Sánchez presidente e si siano convinti che i partiti catalani ERC e Junts lo renderanno possibile se “concedono” l’amnistia, senza che sia necessario nemmeno parlarne con loro. Sicuramente hanno passato troppi anni a sottovalutare la realtà e ora, ovviamente, non cambieranno certo questi della “capitale”.

 

Ma fatto sta che, mentre questo festival anima sale riunioni e tavoli di redazione a Madrid, in Catalogna la polizia spagnola fa arrestare per giorni quattro persone con l’accusa di aver pensato di boicottare la Vuelta spagnola. E quando ieri, a Solsona, li hanno rilasciato, la signora giudice ha detto che mantiene segreto il fascicolo – come se si parlasse della fabbricazione della bomba atomica – e che il caso resterà aperto per ipotetici reati contro la sicurezza stradale, contro il l’ambiente, per appartenenza ad un gruppo criminale e per disordini pubblici – sì, quei famosi disordini pubblici che alla fine dell’anno scorso il PSOE, Sumar ed ERC hanno accettato di introdurre nel codice penale spagnolo come se fosse un grande progresso democratico.

 

I fatti di Solsona sono un’autentica assurdità. In tutto. Perché arrestano delle persone che non hanno fatto nulla, immaginando che lo faranno. Perché arrestano gente semplicemente perché pensavano (se mai pensavano), di protestare, come se protestare non fosse la musica della democrazia. Perché vengono rapiti per giorni in una stazione di polizia. Perché accusano di essere un “gruppo criminale” alcune persone che la stessa polizia sostiene che, in realtà, volevano protestare contro il passaggio di un evento sportivo.

 

 

È davvero faticoso dover ripetere sempre le stesse cose, una volta e un’altra ancora, ma è un nostro lavoro obbligato affinché nessuno pensi che quello che fanno gli spagnoli sia qualcosa di normale, né succeda in altri paesi. Guardate: il 24 gennaio scorso, sei attivisti ambientali della “Dernière Rénovation” sono stati condannati a pagare complessivamente 500 euro – di cui il tribunale ne ha comunque scontati 300 perché la motivazione dei fatti era stata politica -, per aver fermato una delle tappe più importanti del Tour, in segno di protesta contro la massificazione del Monte Bianco.

 

La protesta era avvenuta il 12 luglio dello scorso anno e aveva scatenato un grandissimo putiferio perché l’azione aveva bloccato un gruppo di ciclisti in testa e aveva così creato un grosso problema per l’organizzazione della prova, proprio in una delle tappe più seguite dalla televisione. I sette giovani si sono seduti in mezzo alla strada e hanno acceso fuochi d’artificio creando un’enorme fumarola rosa che costrinse a fermare tutto. Nessuno li arrestò. La polizia li sgomberò, identificando i manifestanti e sei mesi dopo hanno dovuto pagare duecento euro “per aver interrotto il traffico”. Basta. Nessuno ha pensato di rinchiuderli per giorni in una caserma, nessuno li ha definiti “gruppo criminale”, nessuno ha nemmeno pensato di reprimere la protesta – al punto che il Tour, che per primo aveva denunciato, ritirò la denuncia per aver ricevuto delle critiche per repressione della libera espressione politica.

 

Il contrasto è ovviamente doloroso. Come sempre. Come sempre!. La Spagna non è un paese normale e lo stato spagnolo non si comporta come gli stati che hanno una tradizione democratica. E questo è il problema di fondo. Il contrasto tra quanto accaduto a Solsona e quanto avvenuto sul Monte Bianco parla da solo. Ed è una prova inconfutabile di questo modo autoritario e dittatoriale di intendere il rapporto tra stato e cittadini che la Spagna non vuole né sa risolvere e che è uno dei grandi motivi per cui vogliamo l’indipendenza.

 

Detto questo, però, almeno questa volta possiamo trarre vantaggio dalla situazione che abbiamo vissuto. Mentre a Madrid si dedicano a speculare belli beati sull’amnistia da “concedere”, a Solsona ci fanno capire con i fatti che l’amnistia non basta. Né per investire nessuno, né per dialogare con nessuno, né per rassicurarsi che qualcosa sia davvero cambiato. Perché – e mi riferisco alle prove degli arresti di Solsona – proprio il giorno dopo l’amnistia, per qualunque motivo, avremo di nuovo arresti e processi e tornerà a ripartire la molla anti-catalana dello stato e saremo costretti a proclamare i principi più elementari. E dovremo difendere nuovamente la nostra gente.

 

PS:

Volevo farvi notare che ieri, a Moncofa (nel paese valenziano), il musicista Gustavo Paradís dovette fermare l’interpretació della canzone “Tio Canya”, perquè alcune poche persone del pubblico fischiavano e gridavano contro. Da tempo succede nelle zone balneari delle terre valenziane, che ci siano incidenti con turisti di Madrid che pretendono di impedire l’uso del catalano ai residenti locali. Capitò anche a Tavernes de la Valldigna. Sia a Moncofa che a Tavernes la dignitosa reazione di chi interveniva e gli applausi del pubblico frenarono l’aggressione, ma questo è un altro segno che il nazionalismo spagnolo sta diventando sempre pìù arrogante e aggressivo.

 

 

* traduzione  Àngels Fita – AncItalia

https://www.vilaweb.cat/noticies/la-llico-de-solsona-amb-lamnistia-no-https://www.vilaweb.cat/noticies/la-llico-de-solsona-amb-lamnistia-no-hi-ha-prou/hi-ha-prou/

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