IL VENTRE DELLA BESTIA
Commisariato di Polizia – Via Laietana, 43 (Bcn)
Il libro “Torturades” (Torturate) di Gemma Pasqual, una storia di ventidue donne torturate nella stazione di polizia di Via Laietana a Barcellona tra il 1941 e il 2019, racconta come il passaggio dalla dittatura alla democrazia sia irrilevante per questa Spagna da cui fuggire
Vicent Partal – Editorial – Vilaweb.cat – 21.03.2023
Oggi è in vendita il libro “Torturades” (Torturate) di Gemma Pasqual. È il racconto di ventidue donne sul loro transito nel commissariato della polizia spagnola di via Laietana a Barcellona e delle torture che lì hanno subito. Tra il 1941 e il 2019. E i numeri, proprio i due numeri che fanno da cornice alla storia, hanno già di per sé un significato nero. Dal giorno dopo l’entrata a Barcellona dell’esercito di occupazione franchista – si sono auto-nominati così – fino alla battaglia di Urquinaona nell’ottobre 2019. E il passaggio dalla dittatura franchista alla pseudo-democrazia è, ancora una volta, irrilevante.
La stessa polizia ha picchiato Soledad Real nelle stesse stanze il 23 agosto 1941 e Xènia Garcia il 18 ottobre 2019. Gli stessi poliziotti, nello stesso edificio, picchiarono Victòria Pujolar con un manganello ricoperto di piombo nel luglio 1945 e picchiarono i pugni di Teresa Alabèrnia con un cacciavite nel 1981. Le stesse celle sporche e maleodoranti videro chiuse nel 1941 Soledad Real, rotta dopo ore di torture che un gruppo di giovani, futuri torturatori, osservavano seduti, e Núria Cadenes nel settembre del 1988, molto probabilmente già stuprata da uno di quegli apprendisti che per quarant’anni osservavano attentamente la tecnica degli anziani.
Con le storie di queste ventidue donne, Gemma Pasqual ha costruito un volume straordinario, inestimabile, che non è in alcun modo il ricordo di un passato superato, ma un vulcanico grido del presente, soffocante. Non puoi finirlo senza che il tuo cuore salti in gola gridando vendetta, senza che il tuo cervello si agiti nel suo guscio, desideroso di battaglia. Perché dalle narrazioni, elegantemente contenute fino al punto essenziale che disegna l’orrore, emerge il ventre della bestia.
Situato nel centro di Barcellona, in Via Laietana, 43. Ed emergono le immagini di ognuno dei suoi abitanti, passati e presenti. Quelli con i ridicoli baffi, Franco style, con l’inquietante trench dalle ampie tasche e poi quelli che arrivano con un caffè in un bicchiere griffato in mano, con la borsa sportiva al collo e le sneakers fosforescenti. Gli immondi degli anni Quaranta, Cinquanta, Sessanta e Settanta e gli immondi degli anni Ottanta, Novanta, Duemila, Duemila Dieci e Duemila Venti. Tutti immondi. Sadici tutti. Degenerati tutti.
Passano gli anni, passano i decenni, ma sono gli stessi. Uguali. Gli aguzzini di Soledad Real, di Victòria Pujolar, di Tomasa Cuevas, di Maria Rosa Borràs, di Manola Rodríguez Lázaro, di Pilar Rebeque, di Matilde, di Maribel Fernàndez, di Carme Travesset, di la Rampova, di Carmen Gonzàlez, di Isabel López , di Eva e Blanca Serra, di Maria Teresa Lecha, di Montserrat Tarragó, di Mireia Comas, di Ruth Gavarró, di Teresa Alabèrnia, di Núria Cadenes, di Xènia Garcia e tante altre donne – e uomini -, arrestate, schiaffeggiate, aggredite, picchiate, umiliate da persone che non meritano di essere considerate persone, da vere e proprie bestie disumane che comunque camminano in mezzo a noi ogni giorno, che possono sedersi al bar nel tavolo accanto, salire in metropolitana alle nostre spalle o condividere il tempo nella sala d’attesa del dottore.
Torturades è uno di quei libri che segnerà le persone. Non è che non sappiamo cosa si nascondesse o cosa si nasconde tuttora in questa tana infetta. Lo sapevano gli avvocati che hanno passato tante ore sul marciapiede di fronte. I nostri giovani lo sapevano quando attaccarono il ventre della bestia partendo dalla piazza di Urquinaona. Lo sanno tutti coloro che, convocati dalla Commissione per la Dignità, manifestano davanti. I politici di tutti i colori, di tutti i partiti e di tutte le epoche sapevano e sanno di non essere stati in grado di abbattere questo edificio e di annaffiare le sue fondamenta con lo zolfo.
Purtroppo, Torturades è soprattutto un altro richiamo luminoso e più che mai opportuno su quello che è la Spagna eterna, quella che non cambia e non cambierà mai, quella da cui bisogna scappare. Scrivendo la sua storia, Gemma Pasqual ora ci costringe a guardare in faccia queste ventuno donne torturate lì dentro e con questo ci sprona a raddoppiare i nostri sforzi, a lottare ancora più duramente e a vincere. Vincere per porre fine alla bestia, a tutte le bestie. Vincere per vivere in libertà e tranquillità sapendo che nessuno sarà mai più torturato lì. Vincere per poter riempire ogni mattina con margherite fresche la terra vuota dopo la demolizione, in Via Laietana 43, pieni di riconoscenza verso queste donne. E potremo raccontare ai bambini che un giorno in quel posto si nascondeva la bestia finché riuscimmo a scacciarla.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://www.vilaweb.cat/noticies/via-laietana-43-la-panxa-de-la-bestia/