Minoranza nazionale, concetto che ai catalani non piace ma che già detiene la chiave del conflitto
La sentenza della Corte di giustizia europea emessa ieri apre un percorso politico basato sull’esistenza di un “gruppo di persone oggettivamente identificabile”
Vilaweb.cat – Vicent Partal – Editoriale – 31.01.2023
La sentenza della Corte di giustizia europea emessa ieri significa un completo ribaltamento. L’Alta Corte europea ha ipotizzato che uno stato possa essere democratico in termini generali e tuttavia non comportarsi democraticamente con un “gruppo di persone oggettivamente identificabile”. E questo cambia le regole del gioco e fa sì che la giurisprudenza europea tenga finalmente conto di quella che storicamente è stata chiamata “minoranza nazionale”.
In questa sentenza, si deve comprendere che la Corte di giustizia europea crea giurisprudenza al di là del caso specifico che studia. Ed è possibile che questo sia il motivo per cui ha optato per una risorsa descrittiva più aperta rispetto alla tradizionale minoranza nazionale. Perché “un gruppo di persone oggettivamente identificabile” si adatta perfettamente a vari casi di possibile comparsa in varie aree d’Europa, come minoranza nazionale, minoranza religiosa, minoranza sessuale o altri, e il tribunale deve garantire possibili applicazioni della sua giurisprudenza in diversi casi.
“Minoranza nazionale” è un termine che tradizionalmente ai catalani non piace affatto. Perché molte persone credono erroneamente che sminuisca il concetto di nazione. Come se una nazione non potesse allo stesso tempo essere una minoranza nazionale, in termini pratici.
Il concetto di minoranza – nazionale, religiosa, linguistica o sessuale – non riduce in alcun modo l’essenza del gruppo, ma si riferisce all’equilibrio di potere all’interno di un dato stato. Per questo motivo, la stessa nazione può essere la maggioranza in uno stato e la minoranza nello stato vicino.
Nello specifico, in Europa esiste una definizione molto chiarificatrice che è stata proposta nel 1993, a seguito della discussione in seno al Consiglio d’Europa dei diritti di queste minoranze. Dice: “Il termine minoranza deve riferirsi a un gruppo numericamente inferiore rispetto al resto della popolazione di uno stato; i membri di questa minoranza, che sono cittadini di questo Stato, hanno caratteristiche etniche, religiose o linguistiche diverse dal resto della popolazione e sono guidati dalla volontà di salvaguardare la propria cultura, tradizioni, religione o lingua. Qualsiasi gruppo che rientri nei termini di questa definizione deve essere trattato come una minoranza etnica, religiosa o linguistica”.
In generale, fino ad ora, le istituzioni europee non hanno concesso diritti positivi alle minoranze nazionali, ma hanno insistito sul fatto che non potevano essere discriminate all’interno dello stesso stato. Allo stesso tempo, è essenziale capire che nessuno contesta l’esistenza di minoranze nazionali. Gli accordi di Helsinki e alcune risoluzioni dell’OSCE, della Corte dei diritti dell’uomo e delle istituzioni dell’Unione europea ne hanno riconosciuto l’esistenza e hanno sempre difeso che non possono essere discriminati. E ancora di più: sono in vigore accordi internazionali che tutelano specificamente le minoranze nazionali all’interno dell’Europa. Trattati internazionali come quelli che regolano i rapporti degli altoatesini con l’Italia, dei danesi in Germania e dei tedeschi in Danimarca, dei croati e degli sloveni in Italia, degli abitanti delle isole Aaland o, anche, dei nordirlandesi nel Regno Unito, nell’ambito degli accordi di pace. Esistono persino trattamenti specifici delle minoranze che conferiscono diritti specifici riconosciuti da più Stati contemporaneamente. Ad esempio, i Sami, che hanno un parlamento con la partecipazione di Sami norvegesi, svedesi, finlandesi e russi.
Nella tradizione politica del catalanesimo, il ricorso al concetto di “minoranza nazionale” è stato praticamente inesistente, nonostante nei primi decenni del Novecento ci siano stati tentativi di imporlo per sfruttare lo slancio che i diritti delle minoranze avevano alla fine della prima guerra mondiale, con la dissoluzione dei grandi imperi. Ma ora la strada tracciata dalla Corte europea può essere ottimale, al di là delle parole specifiche con cui viene etichettata questa realtà, per studiarla a fondo e sviluppare una strategia adeguata, sia nello stato spagnolo che in quello francese.
Perché molto probabilmente la chiave per una soluzione europea al conflitto catalano passa dal presupposto che i catalani siano una minoranza demografica in entrambi gli stati (Spagna e Francia), che non può scegliere liberamente, per inferiorità numerica, come “salvaguardare la propria cultura” e che non viene trattata a pari condizioni rispetto agli altri cittadini.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://www.vilaweb.cat/noticies/minoria-nacional-catalans-conflicte/