Ieri è stata una delle giornate più importanti del processo verso l’indipendenza

Ieri è stata una delle giornate più importanti del processo verso l’indipendenza

 

La Corte di giustizia dell’UE pianta il seme che giustifica l’esercizio del diritto all’autodeterminazione come rimedio contro la discriminazione e la persecuzione dei catalani

 

 

Vilaweb.catEditorial – Vicent Partal – 31.01.2023

 

 

 

Oserei dire che ieri è stato uno dei giorni più importanti del processo di indipendenza della Catalogna. Perché la decisione resa pubblica dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea capovolge tutto e apre una strada verso una repubblica indipendente, impossibile da discutere e quasi impossibile da fermare da parte della Spagna.

 

Questo perché la sentenza solennizza implicitamente che i catalani siamo “un gruppo di persone oggettivamente identificabili”, che possiamo sentire minacciata la nostra esistenza dalla disparità di trattamento che ci infliggono in Spagna. Ed è sulla base di questa definizione che la Corte di giustizia europea dà strumenti agli altri tribunali europei per fronteggiare la persecuzione della minoranza nazionale catalana, arrivando a definire – nel famoso paragrafo 100 – l’illegittimità del processo giudiziario. Il castello di carte organizzato dalle autorità spagnole ha iniziato a cadere, dunque, e  apre una grande opportunità per la nostra nazione a breve termine.

 

Ci sono voluti cinque lunghi anni perché nella serie di tessere del dòmino riuscisse a cadere questa importante tessera. Sicuramente non c’era altra via, non più breve, non meno complicata ne impegnativa. È stato molto lungo ed estenuante, ma pezzo per pezzo oggi possiamo apprezzare come il contenzioso strategico davanti ai tribunali europei e davanti all’Onu abbia posto l’impalcatura teorica che giustifica il salto in avanti compiuto dal tribunale. I giuristi e gli avvocati che hanno lavorato instancabilmente in questi anni sono finalmente riusciti a ribaltare la situazione e ora non è più la Catalogna a dover spiegare perché vuole l’indipendenza. Adesso è la Spagna che deve spiegare perché si comporta con i catalani così, in maniera discriminatoria rispetto agli “altri spagnoli” e, quindi, inaccettabile nel quadro europeo in cui ci troviamo.

 

Il monito della corte è molto preciso. Fino ad ora, i tribunali potevano opporsi al perseguimento di individui solo sulla base di fallimenti sistemici come quelli della Polonia, dell’Ungheria e della Romania. Ma d’ora in poi i tribunali devono anche opporsi alla persecuzione dei singoli se “un gruppo oggettivamente identificabile” di questi, pur vivendo in uno stato funzionalmente democratico, non vede rispettati i propri diritti di uguaglianza. E una democrazia etnica, che è il concetto che definisce cos’è la Spagna, implica per definizione che il comportamento dello stato sia diverso non per i fatti che accadono, ma per la condizione nazionale, etnica, di gruppo degli individui interessati. E la Corte, in questa storica sentenza, si è presa la responsabilità di ammonire che ciò, nel quadro democratico e giuridico europeo, è del tutto inaccettabile.

Ora il punto è guardare oltre. Come può questo “gruppo di persone oggettivamente identificabili” risolvere il problema di discriminazione di cui è oggetto? Ebbene, se lo stato non vuole smettere di trattarlo in modo discriminatorio – se l’autodeterminazione interna è impossibile – allora rimane solo un ricorso, che è l’esercizio del diritto all’autodeterminazione esterna, concepito come rimedio a una situazione inaccettabile. Che, tra tutti gli argomenti per esercitare l’autodeterminazione, è il più accettato dalla comunità internazionale, l’ultimum remedium.

 

Tutto questo non cadrà dal cielo, ovviamente. È necessario mobilitare il Paese e diventare un problema serio per l’Unione Europea, prendendo coscienza che il percorso giudiziario ha già stabilito le basi che i politici non oseranno discutere – perché il rispetto dei politici europei verso le decisioni della Corte di giustizia europea è totale e assoluto.

 

El passo successivo, pertanto, è dimostrare, come richiede la sentenza: “con elementi affidabili, precisi e dovutamente aggiornati”, la discriminazione e lo spirito di persecuzione contro i catalani che impregnano lo stato spagnolo e le loro azioni. E, sotto questo aspetto, le ripetute buffonate giudiziarie dei giudici spagnoli Llarena e Marchena sono un supporto favoloso, così come il caso Pegasus. E, soprattutto, inserire questa battaglia giudiziaria nel luogo in cui nessuno avrebbe dovuto muoversi dopo il Primo ottobre: ​​il legittimo esercizio del diritto all’autodeterminazione che il Parlamento della Catalogna ha fatto il 27 ottobre 2017, quando ha proclamato l’indipendenza.

 

* traduzione  Àngels Fita – AncItalia

https://www.vilaweb.cat/noticies/ahir-va-ser-un-dels-dies-mes-importants-del-proces-dindependencia/

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto
ANC Italia
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.