Pegasus: La Spagna indagata dall’Europa

Pegasus: La Spagna indagata dall’Europa

 

ElNacional.catJosé Antich – Barcelona 24 gennaio 2023

 

 

La decisione del Parlamento Europeo di inviare, il prossimo marzo, una delegazione in Spagna per indagare sullo spionaggio compiuto con Pegasus è una cattiva notizia per il governo di Pedro Sánchez e una buona notizia per l’indipendentismo catalano. Dopo diversi mesi di lotte, sembrava che le forti pressioni del governo spagnolo fossero bastate a rallentare, prima di tutto, l’arrivo degli europarlamentari a Madrid e poi, di conseguenza, riuscire a far scadere i termini (un anno) dei lavori della commissione. Tuttavia, alla commissione sono stati concessi altri tre mesi per completare il lavoro ed è attraverso questa porta aperta che si è insinuata l’iniziativa di recarsi a Madrid ed esplorare l’enorme scandalo di spionaggio realizzato con il software Pegasus e utilizzato con mezzi illegali sui telefoni di diverse dozzine di indipendentisti.

Questa commissione che indaga sull’uso di Pegasus già aveva accusato il governo spagnolo come responsabile del Catalangate e aveva già denunciato anche la mancanza di informazione delle autorità spagnole per ostacolare le indagini. Nelle 159 pagine del rapporto preliminare elaborato fu stabilito, senza ombra di dubbio, che non vi erano motivi di sicurezza nazionale per spiare indipendentisti come sosteneva il governo spagnolo quando richiese la corrispondente autorizzazione giudiziaria ai tribunali spagnoli per spiare alcuni dei nomi di spicco trovati nella lista Pegasus. Inoltre, dei 59 indipendentisti che, secondo l’esauriente rapporto realizzato dal Citizen Lab dell’Università di Toronto, sarebbero stati spiati, un totale di 18 sarebbero stati ufficialmente spiati dal CNI (servizi segreti) con relativa ordinanza di autorizzazione del tribunale.

Questo sistema Pegasus avrebbe dato accesso ai telefoni degli ultimi quattro presidenti della Generalitat, compreso quello attuale: Artur Mas, Carles Puigdemont, Quim Torra e Pere Aragonès, oltre a diverse dozzine di altri politici, avvocati, giornalisti e attivisti. Tutto questo con un obiettivo principale: conoscere in ogni momento le loro azioni e le decisioni politiche che sarebbero state adottate sia dalle istituzioni catalane che dai partiti indipendentisti — Junts, Esquerra, PDeCAT e CUP — e dalle entità sovraniste, Òmnium Cultural e l’Assemblea nazionale catalana (ANC). Una vera e propria barbarie, commettendo reati di ogni tipo in uno stato di diritto, che il governo spagnolo ha cercato di proteggere il più possibile dalle incursioni europee. Con l’arrivo di una delegazione del Parlamento Europeo, questa bolla protettiva che ha costruito crolla e gli rimane poco spazio per difendersi.

Un chiaro esempio del prurito che questa questione provoca nei socialisti è, ad esempio, il fatto che la commissione aperta nel Parlamento della Catalogna è stata abbandonata dai deputati del PSC venerdì scorso quando hanno dichiarato gli avvocati Gonzalo Boye, Andreu Van den Eynde e Benet Salellas nel primo giorno di lavoro. Ora, con la decisione del Parlamento europeo di recarsi in Spagna, per il caso Pegasus si riapre il focus internazionale sullo stato spagnolo. Non a caso ci troviamo di fronte al più importante caso di spionaggio scoperto avvenuto negli ultimi decenni in Europa e che scopre un modo di agire assolutamente inadeguato agli standard democratici. Si tratta di un peso importante nei confronti della Commissione europea, che si è già fatta una prima idea del modo di agire del governo spagnolo, come resta scritto nel suo rapporto preliminare.

Ora dobbiamo aspettarci che i commissari europei non vadano a Madrid a fare turismo e svolgano il lavoro che ci si aspetta da loro. Perché disporranno di molte informazioni: se non attraverso il canale ufficiale, sarà attraverso uno degli altri canali che hanno permesso di svelare lo scandalo.

 

* traduzione  Àngels Fita – AncItalia

https://www.elnacional.cat/ca/editorial/pegasus-espanya-investigada-per-europa_957726_102.html

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