Il R-78 o il colpo di stato permanente
“Il regime del 78 è una farsa. È una specie di regime di Vichy in cui i franchisti si comportano come gli occupanti tedeschi e dicono cosa devono fare, di cosa possono parlare e di cosa non possono parlare nei Parlamenti”
ElMon.cat – Xavier Diez – 23.12.2022
In una delle scene più memorabili del film Casablanca, il maggiore Strasser, consapevole che il Rick’s Cafe sta diventando uno spazio in cui la resistenza inizia a perdere i suoi complessi e a mettere in discussione l’occupante tedesco, ordina al capitano Renault, capo della polizia della città coloniale, di chiudere il locale. Così, Louis Renault, senza altra scelta che obbedire ai disegni della Wehrmacht, ordina la chiusura a tempo indeterminato del locale. Il proprietario, interpretato da Humphrey Bogart, gli chiede con quale pretesto. Renault, falsamente sorpreso dice: “è uno scandalo, si gioca d’azzardo in questo posto!” mentre con discrezione, il direttore del casinò gli consegna la bustarella della settimana, e il poliziotto francese ringrazia cortesemente.
L’atteggiamento della Corte Costituzionale spagnola rappresenta uno scandalo tanto prevedibile quanto la constatazione che al Rick’s Café non solo si gioca, ma si manipola la roulette senza la minima capacità di dissimulare. La parte interessante di questa storia è quella del maggiore Strasser e dei suoi compagni in divisa tedesca che, in teoria, non hanno un ruolo chiaro nella colonia francese del Marocco, ma in pratica sono loro che comandano e dettano alle autorità di Vichy ciò che devono fare e disfare in ogni momento, chi devono arrestare e imprigionare. In una certa misura, sono i poteri forti spagnoli, le élite chiuse che vivono accampate sopra lo Stato, le famiglie che hanno comandato per generazioni con un passato imperiale di inarrestabile degrado politico e morale, sono coloro che danno ordini ai loro dipendenti, siano essi poliziotti, militari, giornalisti o magistrati, in modo che, con meno classe del principe Salina, tutto cambi affinché nulla cambi, e i beneficiari del Regime del 39 continuino a godere del furto su larga scala perpetrato da secoli. Le toghe, sempre più brune, hanno chiuso le “Cortes” – il parlamento – spagnole impedendo ai legislatori di legiferare, perché prima avevano già assaggiato il piacere di chiudere il Parlamento catalano, con la falsa impostazione del capitale Renault gridando “scandalo! in questo Parlamento catalano si legifera secondo la volontà popolare!”
Anche Ian Kershaw, uno dei più autorevoli storici britannici, autore della biografia canonica di Adolf Hitler, ha dedicato un capitolo a Franco nel suo ultimo libro sui costruttori e distruttori dell’Europa nel XX secolo. E definisce il franchismo come la difesa delle tradizionali oligarchie castigliane, beneficiarie del vecchio impero venuto meno, dove si univano la preminenza delle élite estrattive spagnole, il potere della chiesa e lo schiacciamento del dissenso politico, economico e nazionale. Il Regime del 1978, essendo in realtà la restaurazione del precedente corrotto e fallito regime borbonico, continuò a rappresentare l’adattamento alla modernità (con l’aspirazione ad essere integrata in Europa dopo decenni di isolamento), per cercare di fare della Spagna un paese presentabile. Tuttavia, non dobbiamo farci ingannare. Lo scioglimento delle Cortes che intervenne con la Legge di Riforma Politica del 1976, in cui i procuratori di Franco fecero un teorico hara-kiri (in pratica comprarono con denaro, posti nella pubblica amministrazione o nei consigli di amministrazione delle aziende pubbliche), era chiaro che stavano rinunciando a tutto tranne che alla (loro) vittoria. Ciò significava, in realtà, una schermatura delle loro responsabilità (legge sull’amnistia), la conservazione dei privilegi e il godimento del metodico saccheggio perpetrato ai danni della società spagnola.
Ciò, insomma, equivale al fatto che i franchisti (e le élite estrattive, con prepotenti lignaggi araldici e cognomi lunghissimi e composti) potessero godere senza interferenze del bottino di guerra che rappresenta lo sfruttamento dei lavoratori (basti vedere l’atteggiamento degli attuali grandi datori di lavoro), l’impunità o la continuazione dello sfruttamento coloniale di territori non castigliani (basta guardare i saldi fiscali delle regioni). Certamente, per quarantaquattro anni sono riusciti a tenere una Costituzione diventata una trincea difensiva. Non solo è stata impedita qualsiasi Norimberga, ma anche nella presunta era democratica praticamente nessun poliziotto o militante di estrema destra è stato condannato per alcun crimine politico, i Gal (gruppi paramilitari creati dal governo per agire illegalmente contro ETA) sono finiti in prigione nella sezione “solo visite” del Monopolio, alcuni funzionari franchisti sono stati protetti dai requisiti giudiziari dell’Argentina e nessuno delle migliaia di nazisti accolti e protetti da Franco è stato estradato alla giustizia internazionale. Addirittura la chiesa, uno dei gruppi più vezzeggiati dalla dittatura, è stata salvaguardata da ogni indagine sulle sue responsabilità nell’abuso sistematico di minori o nel furto di bambini su scala industriale (si parla di 300.000 bambini tra 1939-1990), secondo la tesi dell’antropologa Neus Roig e le indagini del giudice Garzón, nonché le associazioni delle vittime. Va ricordato che si tratta di un crimine contro l’umanità e che il rapimento di minori non ha termini di prescrizione. Tuttavia, a differenza di quanto ha fatto la maggior parte dei Paesi in cui le varie conferenze episcopali nel mondo riconoscono queste pratiche, risarciscono le vittime e chiedono perdono, la democrazia spagnola implica che, come disse Fraga (ministro franchista), “Spain is different”.
ll Regime del 78 è una farsa. È una specie di regime di Vichy dove i franchisti si comportano come gli occupanti tedeschi e dicono ai parlamenti cosa fare, di cosa possono parlare e di cosa non possono parlare. In questo senso la Corte Costituzionale, che ovviamente ha alcuni giuristi decenti che credono nella democrazia, è concepita in modo tale che, in pratica, nel momento in cui qualcuno mette in discussione le ultime volontà di Franco, si attiva il colpo di Stato, con dichiarazione, o senza, dei Borboni.
In questi giorni si è parlato molto di cosa dovrebbe fare la Catalogna in queste circostanze. Il PSOE, probabilmente il partito dell’ordine e, dal punto di vista spagnolo, molto più responsabile di questo covo di “signorini” che danno ordini dal botteghino del Bernabéu, non merita alcun tipo di fiducia. Storicamente, il PSOE ha fatto più di chiunque altro per perpetuare questo insieme di interessi affinché la roulette continui a girare e si fermi soltanto sul numero desiderato dai padroni dello Stato. E sempre, sempre, sempre, ha finito per tradire la classe operaia (nel 1917, quando lasciò gli anarchici in asso, nel 1973 a Suresnes, nel 1977 quando fece un accordo con i franchisti e rinunciò alla Repubblica, nel 1982 quando tradì gli elettori che volevano un cambiamento socialdemocratico e applicarono politiche neoliberiste) e, naturalmente, tradì anche i catalani (nel 1931, quando non rispettò il Patto di San Sebastian, nel 1934 quando lasciò soli i catalani che si ribellarono in difesa della Repubblica, nel 1936 quando impedì il trasferimento delle industrie belliche a Barcellona, nel 2006 quando lasciò solo lo stesso presidente Maragall con il nuovo Statuto, o nel 2017 quando votò a favore dell’applicazione dell’art. 155 che di fatto annulla lo Statuto catalano). Se il catalanismo vuole nuocere al franchismo, l’unica opzione è l’indipendenza, non certo dare la respirazione assistita a chi vuole eliminarti.
Non è una Corte Costituzionale, ma il registro fondiario del saccheggio franchista. Non è una monarchia parlamentare, ma la continuazione simbolica di un regime genocida. Non è una democrazia, ma la continuazione della dittatura con altri mezzi. In fondo, e l’esperienza storica ce lo insegna didatticamente, il regime del 1978 è un colpo di stato permanente, progettato per mantenere uno “status quo” tossico, per sostenere uno stato fallito.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://elmon.cat/opinio/regim-78-cop-estat-permanent-537957/