Declino? Il PIl catalano cresce

Declino? Il PIl catalano cresce più di quello spagnolo

 

José Antich  –  Editoriale

Barcellona  4 febbraio 2022.

 

Come al solito quando non interessa, i mezzi di comunicazione spagnoli e alcuni catalani (tutti abbiamo in mente quali), si sono sbrigati a nascondere o a dare nel modo più discreto possibile i numeri cosi importanti come la crescita del PIL 2021. Hanno agito in questo modo, è ovvio, perché altrimenti si smentisce la falsa narrazione ufficiale che sarebbe … quanto bene va l’economia spagnola in contrasto con quanto va male l’economia catalana. Bene, il PIL catalano per l’esercizio 2021 è cresciuto del 5,9% mentre la crescita del PIL dell’economia spagnola dell’anno scorso si ferma al 5% e quello dell’Unione Europea cresce del 5,2%. Se guardiamo all’ultimo trimestre, che riflette la trazione dell’economia negli ultimi mesi dell’anno, il tasso di crescita di un anno per l’altro  è stato del 6,9%, ovvero 1,7 punti in più rispetto all’economia spagnola e madrilena (5,2%) .

 

Tutto questo, con uno Stato che rema contro, come dimostrano, ad esempio, i dati di un ente per nulla sospetto di vicinanza all’indipendentismo catalano, come Foment del Treball¹ , che ha stimato in un dettagliato documento in 35 miliardi il deficit degli investimenti della Spagna in  infrastrutture in Catalogna. E questo vuol dire partecipare alla gara con le altre comunità e con il grande Madrid, che ha sempre il governo di turno a favore, con inferiorità de risorse, e se questo non bastasse ha l’arbitro (lo Stato) contro. Eppure, il declino è al di sotto dell’Ebro a sud e a est confina con l’Aragona. Si potrà continuare a predicare il declino dell’economia catalana, perché è un mantra che dà voti e aiuta a inculcare l’idea che la Catalogna governata dall’indipendentismo stia precipitando in modo inarrestabile e definitivo.

 

Ci sono errori di gestione da parte dell’indipendentismo, ci mancherebbe. Ed errori politici come abbiamo visto questa settimana nella gestione della perdita dello status di deputato del parlamentare CUP²  Pau Juvillà. Errori, in questo caso, di cercare di affermare una certa visione dei fatti che invece andavano nella direzione opposta. Non c’è stata disobbedienza, c’è stata obbedienza alla Giunta Elettorale Centrale³ e il resto sono fantasie

https://www.elnacional.cat/ca/editorial/jose-antich-decadencia-pib-catala_706302_102.html

 

PIL 2017/18

 

Declino (2): la Catalogna guida l’hub delle aziende emergenti in Europa

 

José Antich  – Editoriale –  Barcellona  7 febbraio 2022.

 

La scorsa settimana i promotori del declino economico della Catalogna hanno fatto una brutta figura quando sono diventati noti i dati di crescita del PIL catalano a confronto con quello della Spagna e quello dell’Unione Europea, questo lunedì uno studio della Startup Heatmap Europe  pone la Catalogna e Barcellona come il più grande hub di aziende emergenti dell’Europa meridionale, davanti ai grandi poli metropolitani come Parigi, Londra, Madrid e Amsterdam, e superata solo da Berlino. Tutto questo, in un contesto di crescita sostenuta delle aziende emergenti che ha nettamente superato il tempo della pandemia per arrivare a un aumento di oltre il 25% e raggiungere un numero promettente di 1.902 aziende emergenti in Catalogna.

Sia il buon comportamento del PIL catalano che l’evoluzione delle aziende emergenti sono notizie positive, e se i politici indipendentisti catalani fossero più intelligenti, lo ripeterebbero più e più volte. Ma si sono intestarditi nel mostrare le miserie per contrastare l’avversario politico e si dimenticano di diffondere la buona notizia, e con ciò seminano dubbi sul fatto che ciò che veramente gli interessa sia far avanzare il Paese, per il quale hanno formato un governo . C’è un tempo per ogni cosa e un spazio per ogni battaglia, dicono quelli che vedono la politica al di là dei propri interessi, per provare a pensare ai benefici dei cittadini. Troppo spesso in Catalogna si ha la sensazione che ci sia solo tempo per la lotta nel breve termine, e si dimentica che l’avversario si sta godendo dalle baruffe da  cortile tra Esquerra, Junts e la CUP.

I dati delle startup sono buoni ed è stato battuto anche il record di assorbimento degli investimenti, attestandosi a 1.479 milioni di euro, il 246% in più rispetto al volume di investimenti raccolto nel 2020. In un mondo sempre più globale, il 25% dei lavoratori di questo tipo di aziende catalane sono stranieri e anche il 20% dei fondatori. Tutto ciò rafforza l’idea di un polo emergente sempre più globale e si riflette nel fatto che il 47% del fatturato totale è costituito da clienti internazionali. Si facciamo la soma di questi dati a quelli del PIL catalano della settimana scorsa, che situava la crescita del PIL per l’esercizio 2021 a un più 5,9%, mentre che quello spagnolo si fermava al 5% e quello europeo al 5,2%, sono dati che, con le dovute  cautele, dovrebbero essere valutati molto positivamente. Anche come stimolo a perseverare la direzione attuale.

La tanto ripetuta decadenza catalana non è altro che una reiterazione discorsiva da parte di quelli che hanno il controllo assoluto dello stato e anche di quelli propagandisti catalani sempre allineati, prima chiudono i rubinetti e poi dicono che non c’è acqua. In una cerchia politica dove si cerca di strangolare, con qualsiasi mezzo, la crescita catalana a beneficio di Madrid per erigerla a unico polo industriale spagnolo,  a questo punto è imprescindibili rompere con la dipendenza dal governo di turno spagnolo. E così che si spiega  il deficit di investimenti in infrastrutture dello stato verso la Catalogna negli ultimi 12 anni e che ammonta a  35 miliardi di euro, secondo Foment del Treball¹

Questo è il vero problema dell’economia catalana e del Paese in generale. Come in campo politico, in questo momento il vero problema è la decisione della Commissione Elettorale Centrale³ di annullare l’atta di deputato (al Parlamento catalano) di Pau Juvillà della CUP², attribuendosi alcune competenze che non ha come organo amministrativo, e che sono specifiche dei tribunali di giustizia . Fino a quando questo non sarà chiaro fino in fondo, la Catalogna sarà mutilata e il suo percorso  sarà breve. Perché le scorciatoie non esistono e i ponti di dialogo non solo non si costruiscono ma addirittura si fanno saltare per aria.

¹ Foment de Treball, è la principale organizzazione degli industriali

² CUP, Candidatura d’Unitat Popular organizzazione politica di sinistra anti-capitalista

³  Commissione Elettorale Centrale, Junta Electoral Central  è un organo amministrativo preposto a vegliare sul corretto svolgimento dei momenti elettorali. Dagli inizi della repressione in Catalogna e con l’aiuto della magistratura si è aggiudicato un ruolo di censore/repressore.

 

* traduzione  AncItalia

(NdT) questo articolo in realtà sono due editoriali accorpate dalle quali è stato estromessa una parte riguardante la politica interna catalana di difficile comprensione da parte dei nostri lettori italiani. Comunque sia ci sono i collegamenti che vi portano ad entrambi testi originali. 

 

https://www.elnacional.cat/ca/editorial/decadencia-2-catalunya-encapcala-hub-startups-europa_707565_102.html

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