Il commissario Villarejo e l’attentato di Barcellona

 

Il commissario Villarejo e l’attentato di Barcellona. Una cronologia

 

 

L’attentato alle Ramblas di Barcellona e Cambrils del 17 agosto 2017 provoco 16 morti e più di 100 feriti

 

17 agosto 2017.  Un furgone bianco a noleggio guidato da Younes Aboyaaqoub colpisce decine di persone in cima alla Rambla di Barcellona. Risultato? Tredici persone rimangono uccise (tra cui un bambino di tre anni e un bambino di sette anni di doppia nazionalità britannica e australiana) e più di 100 feriti. Lo Stato Islamico rivendica l’incidente.

 

18 agosto 2017.  Un’Audi A3 nera irrompe a tutta velocità sulla Rambla Jaume I di Cambrils e colpisce un’auto di pattuglia dei Mossos d’Esquadra. Dall’Audi escono cinque individui carichi di machete, un’ascia e cinture che simulavano esplosivi. Vi sono scene di panico tra i pedoni e di grande violenza tra terroristi e agenti di polizia. Un solo agente dei Mossos riesce ad abbattere quattro terroristi. Un quinto potrebbe fuggire, ma viene abbattuto anche sull’Avinguda de la Diputació. Risultato? Cinque terroristi uccisi, un pedone ucciso e diversi feriti.

 

21 agosto 2017.  Younes Abouyaaqoub, l’autore dell’attentato alla Rambla, viene finalmente intercettato e ucciso a colpi di arma da fuoco a Subirats dopo un lungo inseguimento. In precedenza, però, era riuscito a fuggire a piedi dalla Rambla, dove aveva investito oltre un centinaio di persone. Attraversò la Boqueria(mercato orto frutticolo), si diresse verso l’Eixample, attraversò carrer Nicaragua direzione zona universitaria, dove  sorprese Pau Pérez, 34 anni, di Vilafranca, che stava parcheggiando il suo veicolo. Lo pugnalo a morte, lo adagio sul sedile posteriore e fuggi lungo la Diagonal. Abouyaaqob  salto un posto di blocco della polizia, e si diresse verso Sant Just dove abbandono il veicolo di Pau Pérez, lasciando il suo corpo all’interno. Poi scomparve. Pochi giorni dopo, Younes Abouyaaqoub fu intercettato e ucciso a colpi di arma da fuoco mentre cercava di rubare un veicolo a Subirats.

 

Il risultato di tutto quanto.

Sono 16 morti innocenti (tra cui Pau Pérez, un turista tedesco morto dieci giorni dopo l’attacco a causa di gravi ferite riportate e la vittima a Cambrils), decine di feriti, quattro arrestati, diversi terroristi abbattuti e una società catalana costernata e sconvolta.

È passato meno di un’ora dall’attentato che El Periódico de Cataluña  pubblica una presunta “esclusiva” con questo titolo: “La CIA ha avvertito i Mossos due mesi fa del rischio di un attacco alla Rambla  di Barcellona”. L’articolo è accompagnato da una foto grondando sangue. Nonostante la scarsa credibilità del documento, El Periódico insiste sul fatto fino che il console degli Stati Uniti a Barcellona, ​​​​Marcos Mandojana, infrange la consueta discrezione della diplomazia per dire pubblicamente che “non avevamo informazioni specifiche sull’attacco avvenuto sulla Rambla ”.

L’informazione di El Periódico, firmata dall’allora direttore Enric Hernández, è falsa. Per fino a gennaio 2018  insistono ancora, pur ammettendo che il famoso avvertimento ricevuto dai Mossos d’Esquadra sulla possibilità di un attentato a Barcellona “è irrilevante”. Gli unici a difendere Enric Hernández e la pubblicazione della sua “the nota” saranno l’ex presidente della Societat Civil Catalana, Rafael Arenas; Paco Marhuenda, direttore de La Razón; Antonio Caño, ex direttore di El País, e Josep Pedrerol.

26 agosto 2017.  La grande manifestazione contro gli attentati terroristici di Barcellona e Cambrils all’insegna dello slogan Non ho paura riunisce più di mezzo milione di persone. Re Felipe VI e l’allora Primo Ministro Mariano Rajoy vengono accolti con dei sonori fischi che li accompagneranno lungo tutto il percorso . I tre uomini che portarono avanti la gestione impeccabile e risoluzione dell’emergenza verranno successivamente arrestati, inabilitati e processati: il ministro dell’Interno, Joaquim Forn, sarà condannato a 10,5 anni di carcere per sedizione; Il maggiore dei Mossos Trapero verrà destituito e processato dall’Alta corte nazionale (l’accusa chiedeva 10 anni di reclusione) e il presidente dell’esecutivo catalano Carles Puigdemont andrà via in esilio e diventerà  eurodeputato.

Si scopre che Abdelbaki es-Satti, l’imam di Ripoll e ideatore dell’attacco, era un confidente pagato del CNI (servizi segreti spagnoli). Come  spiegherà sul quotidiano ARA la giornalista Esther Vera, “un anno dopo gli attentati di Barcellona e Cambrils, il sommario giudiziario fa luce su come è stato pianificato il massacro e ci permette di porre domande che richiedono una risposta investigativa e politica. L’indagine  iniziale chiarisce il ruolo chiave dell’Imam di Ripoll:  Adbelbaki es-Satty sarebbe l’emiro e leader ideologico di questa cellula terroristica”. Era il cervello, era lui a indottrinare gli altri, era lui che avrebbe fatto saltare in aria la casa di Alcanar preparando bombe, ed era lui che aveva i tentacoli internazionali e i rapporti con la Guardia Civil e il CNI. Es-Satty è stato visitato tre volte dalla Guardia Civil nel 2012 e da agenti del CNI nel 2014 quando era incarcerato per traffico di droga a Castelló”.

 

Marzo 2018.  PSOE, PP e C si oppongono a una commissione d’inchiesta nel Congresso dei Deputati (parlamento spagnolo)sugli attentati della Rambla e di Cambrils. Uno dei peggiori attacchi in Europa degli ultimi anni non merita un minuto di indagine da parte di lor signori.

 

17 agosto 2018. Il re Felipe VI torna a Barcellona in occasione del primo anniversario dell’attentato. Gli unici che lo ricevono a braccia aperte sono quattro fricchettoni dall’estrema destra.

 

 

Luglio 2019. A due anni dall’attentato, il quotidiano Público fornisce tre nuove e rilevanti informazioni: il CNI  aveva l’imam di Ripoll come confidente fino allo stesso giorno dell’attentato; il CNI aveva intercettati i cellulari dei terroristi fino a cinque giorni prima del 17 agosto, Es Satty, mentre fu imam a Ripoll, portò a termine un’attività internazionale “importante”, approfittando dei suoi contatti jihadisti si stabili un periodo in Belgio e “senza che i servizi segreti spagnoli informassero i Mossos d’Esquadra”. Di fronte allo scandalo, la stampa spagnola tace e i programmi politici di “mas periodismo (più giornalismo)” soffrono di amnesia. A proposito, il Partido Popular non ha mai voluto che Pablo Iglesias (l’unico politico spagnolo che ha chiesto un’indagine sugli attentati della 17-A) avesse accesso all’attività del Cni, motivo per cui ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale.

 

30 luglio 2019. Il Congresso dei Deputati pone nuovamente il veto alla creazione di una commissione d’inchiesta sugli attacchi del 17 agosto 2017, cosi come alla richiesta di riferire in aula del presidente Pedro Sánchez.

 

Maggio 2021. Condanna per i tre accusati degli attacchi jihadisti del 17 agosto, a cui si attribuisce il loro coinvolgimento negli eventi, sebbene non si trovassero in nessuno dei luoghi in cui sono stati effettuati gli attacchi. La sentenza ignora anche il rapporto di Es-Satty con i servizi segreti.

 

Conclusioni:

–  L’attacco alle Ramblas di Barcellona e Cambrils il 17 agosto ha provoco 16 morti e oltre 100 feriti

–   Coloro che risolsero quella situazione estrema in tempi record sono in esilio o sono stati arrestati, imprigionati e inabilitati

–   El Periódico de Cataluña ha approfittato dell’attacco per avviare una corsa suicida con disinformazione al fine di compromettere il governo indipendentista. Il giornale finirà per essere venduto e si sposterà dal Grupo Zeta a Prensa Ibérica

–  Enric Hernández, l’allora direttore di El Periódico, assume una nuova posizione a settembre 2019: il direttore di Information and News RTVE (tv di stato). Hernandez sarà licenziato un anno e mezzo dopo il suo insediamento nell’ente pubblico spagnolo

 

–  L’Imam di Ripoll, considerato la mente del gruppo terroristico, era un confidente del CNI e, quindi era pagato dallo Stato. E sappiamo anche che le informazioni tra le forze di polizia non sono circolate. E che i Mossos d’Esquadra hanno avuto il veto di partecipare organismi internazionali per il coordinamento delle polizie

–  Non c’è stata una grande manifestazione a Madrid in solidarietà con le vittime dell’attacco terroristico (c’è stata a Barcellona per l’attacco jihadista di Madrid del 11M)

–  La Generalitat chiede al palazzo reale di rimuovere dal proprio sito web le foto dei re con bambini feriti negli attentati

–  Il Congresso dei Deputati (parlamento spagnolo) pone il veto (due volte) alla creazione di una commissione d’inchiesta sulla 17-A

–  Una certa stampa accusa Ada Colau (sindaco di Barcellona) di non aver piazzato barriere architettoniche preposte a impedire l’attacco, e El Mundo afferma in copertina che “La Generalitat usa l’attacco per fare campagna per il ‘procés’ (iter verso l’indipendenza)”

Questi sono i fatti.

 

 

Scopriamo ora che l’ex commissario José Manuel Villarejo assicura, dal pulpito dell’Alta Corte, che con il referendum dell’ 1 Ottobre in vista lo Stato ha voluto dare “un piccolo spavento alla Catalogna” ma che calcolo male le conseguenze”. Villarejo, per alcuni, “è un personaggio molto inaffidabile”, ma chi lo ritiene inaffidabile poi dà credito all’invio di 10.000 russi per sostenere l’indipendenza della Catalogna. A proposito, una delle persone che ha affermato che non bisognava stare al gioco del commissario Villarejo , Teresa Cunillera, l’ex delegata del governo in Catalogna, si è dimessa due giorni dopo. Ultima nota: malgrado le roboanti dichiarazioni di Villarejo buona parte della stampa spagnola (e parte della catalana) considera che la notizia non ha abbastanza rilievo per essere riportata.

 

25 gennaio 2022. L’Ufficio del Congresso (del parlamento spagnolo), con i voti di PSOE, PP e Vox, ha respinto l’ammissione a dibattito della proposta dei partiti indipendentisti di creare una commissione d’inchiesta sul ruolo del CNI negli attacchi di il 17 agosto 2017 a Barcellona e Cambrils.

Seguirà…

Pubblicato mercoledì 26 gennaio 2022

Bernat Deltell   …

giornalista, scritore

 

* traduzione  AncItalia

https://bernatdeltell.cat/el-comissari-villarejo-i-latemptat-de-barcelona-una-cronologia/

 

 

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