Puigdemont su ‘Le Monde’

 

 

Puigdemont su ‘Le Monde’: ‘Tutti i 27 Stati tacciono a causa del rischio di spaccare la Spagna’

 

Foto: Marta Lasalas

 

 

Núria Casas   ElNacional.cat   Barcellona. Martedì 7 dicembre 2021.

 

Il presidente Carles Puigdemont firma una rubrica su giornale Le Monde , insieme al deputato francese Sébastien Nadot, dove denunciano l’atteggiamento attendista degli Stati membri dell’Unione europea nei confronti del governo spagnolo, incapace di trovare una soluzione  di fronte al conflitto indipendentista. Puigdemont e Nadot sono contundenti : “I 27 tacciono davanti a Madrid con il pretesto che prendere posizione sulla Catalogna rischierebbe di spaccare la Spagna”.

 

Il caso Junqueras

Così, Puigdemont cita il caso di Oriol Junqueras per ricordare la vulnerazione dei diritti del politico malgrado  le decisioni giudiziarie: “Oriol Junqueras, eurodeputato eletto nel 2019, ha beneficiato di una sentenza  della Corte di giustizia dell’UE del 19 novembre 2019, che dichiara che effettivamente è membro del Parlamento e di avere l’immunità parlamentare fin dalla proclamazione dei risultati delle elezioni parlamentari. Oriol Junqueras ha trascorso alcuni anni in carcere in Spagna e non ha potuto ritirare l’atta di eurodeputato a causa della giustizia spagnola, ciò nonostante la sentenza della Corte di giustizia dell’UE”.

L’irrilevanza data dall’UE nel caso di Junqueras e il modo in cui ha perso i suoi legittimi diritti rendono entrambi molto critici sulla passività dell’UE: “La gravità di questi attacchi ai principi fondamentali della democrazia riguarda tutti gli europei, i cittadini comuni e i parlamentari eletti nazionali ed europei, di fronte ai valori e ai principi sanciti dai trattati europei e dalle costituzioni nazionali”.

Nadot cita ad esempio la vicenda del co-firmatario di rubrica, Puigdemont: “È stato eletto eurodeputato nel 2019, è stato arrestato in Sardegna a richiesta della magistratura spagnola ed è stato in fermo di polizia, ma la giustizia italiana ha deciso di sospendere il procedimento e deferire la questione alla Corte di giustizia dell’Unione europea”. La conclusione che entrambi danno è chiara: “Questa democrazia è l’Europa. Questi parlamentari sono eurodeputati catalani”.

Equilibrio instabile tra Catalogna e Polonia?

Ma l’avvertimento che fanno non si limita solo alla Catalogna, la minaccia di non affrontare conflitti territoriali che fanno pendere i diritti e le libertà delle persone da un filo può essere estesa se guardiamo ad altri accadimenti lontani da qui. Tuttavia, la differenza nelle reazioni tra alcuni fatti e altri è rilevante. L’esempio è la politica del governo ultra conservatore polacco, che mette in un angolo i valori su cui è fondata l’Unione e per i quali uno Stato diventa membro.
Puigdemont si chiede: “Quando il governo polacco attacca i diritti fondamentali delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), qualcuno oserebbe dire che questa è solo una questione puramente polacca? Ma quando il governo e la giustizia spagnola si sono accaniti sui parlamentari eletti catalani, il governo francese guarda timidamente dall’altra parte e proclama, con la mano nel cuore, che si tratta solo di un affare puramente spagnolo. Tutta l’Europa si è mossa dalla decisione della Corte costituzionale polacca di non riconoscere più il primato del diritto europeo sul diritto nazionale. Per giustificare questa posizione che attacca il cuore del progetto europeo, i giudici costituzionali polacchi si affidano al precedente della giustizia spagnola, che disobbedisce al diritto europeo in materia di diritti fondamentali dei parlamentari catalani”.

E concludono con una domanda che potrebbe essere la porta d’ingresso per le scuse che governi come la Polonia possono trovare per andare avanti con le loro politiche ultra conservatrici : “Cosa dovremmo dire ai leader europei quando, di fatto, adottano una lettura a due velocità dei diritti fondamentali europei?”

 

* traduzione  AncItalia

https://www.elnacional.cat/ca/politica/puigdemont-monde-27-estats-callen-risc-esquerdar-espanya_679631_102.html

 

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