Franchismo sociologico
Elpuntavui.cat – JOSEP MARIA SOLÉ I SABATÉ – CATEDRÀTIC D’HISTÒRIA CONTEMPORÀNIA (UAB)
Un punto chiave. Il regime franchista è nato da una vittoria militare a seguito di un fallito colpo di stato sedizioso, che portò a una sanguinosa guerra. Questo è un fatto differenziale basico, fondamentale, rispetto alla Germania nazista o all’Italia fascista o, più tardi, alle dittature militari del Portogallo, del Cile, della Grecia, dell’Argentina, del Brasile, del mondo sovietico e così via. Il franchismo vinse la guerra con tutto ciò che significa una vittoria militare, e ancora di più quando si tratta di una guerra civile.
Il dopoguerra, con la repressione e l’esilio, espulse dalla Spagna l’apporto ideologico, sociale e culturale del progressismo.
Il regime del nuovo Stato emerso dalla vittoria delle armi poté consolidare per 40 lunghi anni dei valori tradizionali ancorati in un simbolismo del passato – spesso esagerato o fuori contesto -, indottrinamento ideologico, orientamenti educativi tradizionali e un bottino di guerra taciuto e complice, che ha lasciato un’impronta profonda nella società. Per non parlare del ruolo dell’alto clero e del conseguente peso religioso, che furono un elemento chiave del regime. Quest’ultimo aspetto del regime franchista è quello meno rimasto nella società odierna.
l franchismo aveva come modello delle caratteristiche consustanziali precedenti al consolidamento della dittatura; erano i punti de definivano la Spagna più tradizionale e arcaica. Aspetti che spiegano in gran parte la rivolta militare faziosa del 18 luglio 1936.
Gli analisti ritengono che l’irrinunciabile anelito del centralismo politico, il predominio accresciuto e imposto della lingua castigliana con l’esclusione delle altre lingue dello stato, l’autoritarismo nelle più svariate sfaccettature, una misoginia generale e il disprezzo per le donne, un’evidente sfiducia verso tutto ciò che proviene dall’estero, il peso di una Chiesa ufficiale egemone nei valori morali e la difesa dei privilegi delle classi sociali economicamente più potenti, formavano gli aspetti più qualificanti dell’essere, del sentimento, della visione del mondo della Spagna più tradizionale. Della Spagna franchista.
Va aggiunto che la difesa dell’unità della patria, assioma indiscutibile largamente condiviso da molti spagnoli, ha decimato e indebolito settori sociali e ideologici oltre alla militanza politica potenzialmente contraria alla Spagna arretrata, povera e contraria alla modernità e alla lotta per una maggiore giustizia nella distribuzione dei beni economici e sociali.
Il dopoguerra espulse dallo Stato la presenza e l’apporto ideologico, culturale, sociale e politico del lavoro quotidiano più progressista, sia attraverso il percorso brutale e sanguinoso della repressione persistente, sia attraverso l’esilio forzato di centinaia di migliaia di persone. Nell’esodo, per la Catalogna (e anche per la Spagna) si persero le persone più aperte, dinamiche, libere e creative nei più svariati settori sociali. Si dice che la Spagna abbia perso la sua libertà, ma che la Catalogna abbia perso tutto.
40 anni di educazione democratica non hanno fatto scomparire il franchismo, perché tutto ciò che è ideologico e di pensiero in Spagna non si basa sul plebiscito quotidiano dei suoi cittadini, ma sulla forza e sull’imposizione.
Il franchismo divenne assolutamente egemonico. Mediante la forza, la paura, la menzogna, la falsità, la delazione e l’indottrinamento.
Tutti questi valori non sono mai stati messi in discussione nella società; sia da parte della politica, della magistratura, delle forze di polizia e militari, dei settori economici, del mondo della cultura e dei media. Il motivo è semplice ed è che non c’è mai stata una distanza democratica con il passato, una rottura come si diceva allora; fu soltanto una transazione tra vulnerabilità, debolezze parallele degli uni e degli altri.
Il franchismo non poteva essere mantenuto, ma nemmeno l’anti-franchismo poteva essere rovesciato. I combattenti per la democrazia non avevano abbastanza forza per eliminare le forze provenienti dalla dittatura. E la conseguenza di ciò fu una continuità storica che ha l’esempio più chiaro nella monarchia -Franco nominò re Juan Carlos come futuro capo di stato dopo la sua morte- e in tutti gli enti statali, che non sono mai stati depurati per il loro passato. Quello che invece fu fatto in Germania rispetto al nazismo e in altre dittature, non fu fatto nella Spagna post-franchista.
Solo la Catalogna e i Paesi Baschi avevano abbastanza forza per considerare la rottura; questo è un fatto dimostrato in tutte le successive elezioni democratiche. Gli eredi del regime franchista, quelli che non lo condannano utilizzando ogni sorta di artificio, non sono mai riusciti a vincere alle urne in questi due paesi.
L’eredità del franchismo è presente anche nel discredito della politica, nella corruzione, nella mancanza di fermezza e riflessione politica della maggior parte dei cittadini, nell’accettazione dei cosiddetti valori -morali, folcloristici, pseudoculturali, ideologici, linguistici, storici, di genere, sportivi, ecc.–, che sono agli antipodi di quelli che hanno la maggior parte dei paesi che compongono l’Unione Europea.
Ciò che è stato fatto in Germania per quanto riguarda il nazismo e altre dittature non è stato fatto in Spagna dopo la morte di Franco.
Il franchismo ha impoverito il paese in tutti gli aspetti: economico, culturale e sociale. Si diceva che quarant’anni di dittatura avrebbero richiesto quarant’anni di educazione democratica. Non è stato così, il motivo è che in tutto ciò che è ideologico e di pensiero lo Stato spagnolo è debole. Non si basa sul plebiscito quotidiano dei suoi cittadini, ma sulla forza e sull’imposizione. La Spagna ha paura di affrontare in modo libero e democratico il suo presente, il progetto del suo futuro e anche l’analisi del suo passato storico (vicino o lontano che sia).
Il franchismo è l’espressione più estrema del nazionalismo spagnolo, ecco perché è così difficile illuminare e far scomparire la sua ombra oscura nelle persone e nelle istituzioni.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
http://www.elpuntavui.cat/politica/article/17-politica/2060506-el-franquisme-sociologic.html