La soluzione al conflitto catalano dovrà passare attraverso il dialogo, secondo il presidente della Corsica
Elnacional.cat – Nura Portella– Barcelona. 8 novembre 2021
Il presidente del Consiglio esecutivo della Corsica, Gilles Simeoni, difende che “la soluzione politica” della vicenda catalana deve passare attraverso “un processo di dialogo” con lo Stato. Come ha affermato durante il congresso dell’Alleanza Libera Europea, Simeoni ritiene che “la soluzione non può essere giudiziaria ma politica”, chiarendo che i catalani possono contare sull’appoggio dei corsi, in quanto “totalmente solidali con la rivendicazione democratica dei catalani”, ma riconosce che la situazione ha avuto ricadute su di loro.
Così, il presidente della Corsica ha confessato in un’intervista all’ACN nell’ambito del congresso, che il referendum catalano del primo Ottobre ha avuto ripercussioni sulle richieste corse, poiché “la solidarietà tra lo stato spagnolo e lo stato francese ha portato a un inasprimento della posizione dello Stato verso la Corsica». Quindi, la Francia ritiene che se faranno delle concessioni, ci sarà “un rafforzamento della domanda indipendentista e un rischio di secessione”, secondo Simeoni. Il presidente corso ha sempre mostrato la sua solidarietà al popolo catalano e ai prigionieri politici ed esiliati.
Emancipazione istituzionale
“Può essere un pretesto per non muoversi più velocemente lungo il percorso di una discussione politica con noi”, rimarca. Dopo un primo mandato nel Consiglio Esecutivo della Corsica dove ha fatto “apprendimento di responsabilità”, Simeoni affronta quest’anno il secondo mandato con una maggioranza allargata e con l’obiettivo che Parigi ascolti “l’aspirazione politica” dei corsi ad essere “riconosciuti come popolo”.
Nelle elezioni di giugno, il suo partito, Femu a Corsica, ha ottenuto più del 40% dei voti. “Questa legislatura deve servire a consolidare irreversibilmente il cammino del popolo corso verso la sua emancipazione istituzionale, politica, economica, sociale e culturale”, difende. Il politico e anche avvocato prima era sindaco di Bastia, città corsa di 40.000 abitanti e capitale del dipartimento dell’Alta Corsica.
Delusione con Macron
Simeoni lamenta che finora il presidente Emmanuel Macron si è rifiutato assolutamente di “considerare la dimensione politica della questione corsa”, ma il presidente corso non getta la spugna. Quindi, esorta il presidente francese a “cambiare posizione” e ascoltare “l’espressione delle urne”: “I corsi hanno votato in massa dal 2015 per una lista nazionalista che cerca una soluzione politica”.
In questo senso, il presidente corso ha avvertito che se Parigi non “aprirà un dialogo” con la Corsica, i giovani potrebbero “radicalizzarsi”. All’inizio di settembre, il Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica (FLNC) ha minacciato di riprendere le armi se Macron non si fosse mosso. Il gruppo indipendentista ha reso pubblica questa minaccia in un comunicato stampa in cui compaiono una trentina di persone mascherate e armate. Dalla sua formazione nel 1976, il gruppo avrebbe compiuto un centinaio di attacchi e ucciso nove agenti di polizia. “Il ritorno alla violenza è inaccettabile, sarebbe un errore storico”, dice il presidente della Corsica.
Incontro con il presidente catalano Aragonès
Questo lunedì Simeoni incontrerà Pere Aragonès a Glasgow, dove il presidente si è recato per partecipare alla conferenza COP26. Ieri, Aragonés ha già incontrato il primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, nel primo incontro tra i due. Lei non si è soffermata sui termini politici ma sulla condivisione di esperienze nella crisi climatica e durante l’incontro si sono scambiati dei doni: dalla Catalogna lui ha consegnato un libro sul violoncellista Pau Casals, mentre lei ha regalato ad Aragonés un set per bere whisky. Dopo l’incontro con Simeoni, Aragonés incontrerà anche il Presidente dell’Assemblea delle Regioni d’Europa (ARE), Magnus Berntsson.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia