La ribellione polacca, il momento “calhouniano” dell’Europa che la Catalogna deve capire
La battaglia polacca chiarirà inevitabilmente i meccanismi di potere europei e il primato della costituzione europea sulle costituzioni di ogni stato, compresa quella spagnola
Vilaweb.cat – Vicent Partal – Editorial – 10.10.2021
La decisione della Polonia di venerdì, affermando che il diritto nazionale prevale sul diritto comune nell’Unione europea segna un momento chiave nella storia dell’Europa. Se l’Unione Europea non saprà reagire e imporre il Trattato di Lisbona, ci troveremo alla fine del progetto comune. È così semplice e così serio. D’altra parte, se in un modo o nell’altro rimane decisamente chiaro che gli attuali stati membri dell’Unione devono essere disciplinati costituzionalmente anche dal Trattato di Lisbona, allora molte cose cambieranno di prospettiva e questo avrà un impatto decisivo sul conflitto tra la Catalogna e la Spagna.
L’estate scorsa, la decisione di mettere in comune il debito degli stati ha portato molti a parlare del “momento hamiltoniano”. Era un riferimento ad Alexander Hamilton, uno dei fondatori degli Stati Uniti, che nel 1790 convinse il Congresso a farsi carico del debito degli stati. Ebbene, continuando le analogie con quel processo, ora iniziamo a parlare del “momento calhouniano”, in riferimento a John C. Calhoun, il vicepresidente degli Stati Uniti che sosteneva che gli stati potevano abrogare leggi federali qualora le considerassero incostituzionali.
Quell’idea, che ebbe origine in una causa tra la Carolina del Sud e gli Stati Uniti nel 1830, finì per portare alla guerra civile e costrinse la riformulazione dell’unione. Infine ha segnato, senza alcun dubbio o discussione, il primato delle istituzioni federali. Perché in caso contrario, non c’era nessun progetto comune da intraprendere. Senza quel conflitto gli Stati Uniti non sarebbero diventati quello che sono.
E, a distanza di due secoli, fortunatamente senza alcuna guerra civile in vista, l’Unione europea si trova ora nello stesso punto e sa che solo chiarendo una volta per tutte la situazione, avrà un futuro.
È vero che la decisione polacca non è la prima a rimettere in discussione le decisioni dei tribunali europei e del diritto comune. Anche i tribunali tedesco e francese si erano già opposti alle decisioni della Corte di giustizia. La Germania, per la mutualizzazione del debito; e la Francia, per la politica di controllo dei dati. Ma in entrambi i casi i tribunali statali hanno discusso le decisioni della corte europea. La Germania, ad esempio, stava discutendo se la Corte di giustizia europea avesse reagito in modo eccessivo nelle sue decisioni. Ma non ha messo in dubbio la sua preminenza, come ha fatto ora la Polonia. E’ ovvio che non è la stessa cosa, non di gran lunga.
In un sistema federale è infatti normale che un tribunale di grado inferiore discuta le decisioni della corte suprema. È lecito e di solito porta a un dibattito che arricchisce il sistema. I giudici possono dissentire senza che ciò implichi la distruzione della magistratura. La differenza, nel caso polacco, è la messa in discussione del potere, la negazione della gerarchia. E questo non è accettabile. Tra l’altro, perché se la Corte di giustizia accettasse la tesi polacca ciò significherebbe immediatamente la morte della stessa Corte di giustizia. La distruzione della magistratura europea.
Bruxelles ha ora diversi modi per capovolgere la situazione. L’Unione può mettere sul tavolo tutti i meccanismi di cui dispone per costringere la Polonia a rispettare il Trattato di Lisbona. Arrivando anche all’espulsione anche se è una decisione che, credo, non voglia nessuno e che si cercherà di evitare fino all’ultimo. Oppure potrebbe reagire cercando di emendare il trattato per rendere ancora più chiaro che l’Unione non è solo un club internazionale a cui puoi unirti solo per ciò che ti conviene. Ma, in un modo o nell’altro, l’Unione non ha margini di manovra rispetto al dibattito costituzionale, perché non è concepibile che essa stessa firmi la sua morte.
Questa prospettiva è di grande importanza per noi. So che non siamo abituati ed è molto difficile per noi vedere tutto ciò che ci accade con un piano più aperto, senza chiuderci in noi stessi. Ma oggi è indispensabile farlo, alla luce delle importantissime conseguenze che la risoluzione del conflitto polacco avrà per la Catalogna e la Spagna a breve e medio termine.
A breve termine, è inconcepibile che, nel mezzo di questa battaglia con la Polonia, il tribunale accetti la posizione del giudice Pablo Llarena riguardo all’immunità dei deputati. Perché ciò significherebbe dare ragione – e, inoltre, creare un grande precedente – all’argomento polacco. Se era già difficile, quindi, pensare che la Spagna potesse vincere, ora sembra del tutto impossibile.
Ma il fatto più interessante arriverà nel medio termine. Perché la battaglia polacca chiarirà inevitabilmente i meccanismi di potere europei, e con ciò non si parlerà più solo della lettera stampata in un trattato, ma del processo decisionale ai massimi livelli da quel trattato. Dal momento calhouniano in cui è entrata con la crisi polacca, l’Europa può emergere solo affermando il suo potere. E, quindi, il processo implicherà inevitabilmente che il primato della costituzione europea sulle costituzioni di ogni singolo stato debba rimanere chiaro e ben dimostrato. Anche sulla spagnola.
Con questo, l’unica barriera più o meno solida di difesa dello stato spagnolo contro l’indipendenza della Catalogna, l’argomentazione (falsa, ma utile) che dice che non è costituzionale e che non se ne può nemmeno discutere, sarà gravemente colpita. Perché in realtà chi avrà il potere di decidere, in ultima istanza, se è legale un referendum, se è legale l’autodeterminazione, se è legale un articolo della costituzione spagnola o se attaccare violentemente la popolazione per impedire l’autodeterminazione è legale, non sarà più Madrid.
È questo, né più né meno di questo, che cadrà dal proprio peso.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://www.vilaweb.cat/noticies/la-rebellio-polonesa-el-moment-calhounia-deuropa/