Nuova battuta d’arresto per Llarena: anche con Ponsatí
José Antich - Barcellona, 26 agosto 2021 - www.elnacional.cat
La decisione della magistratura scozzese di disattendere la richiesta di estradizione della consigliera Clara Ponsatí, richiesta dal giudice della Corte Suprema, Pablo Llarena, aggiunge un altro tassello alla battaglia dell’indipendentismo contro la giustizia spagnola.
Sebbene l’archiviazione del tribunale di Edimburgo si basi su una questione procedurale banale come il fatto che Ponsatí attualmente risiede in Belgio - cosa che, del resto, Llarena già sapeva mentre manteneva in vita il processo di estradizione - non cessa di essere un limite, perché il magistrato del Tribunale Supremo dovrà avviare, quando potrà, una nuova procedura per attivare un altro euro-ordine [richiesta di estradizione].
E il quando potrà non è una questione da poco, perché Llarena si è legato le mani da solo dato che per richiedere nuovi euro-ordini dovrà aspettare che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con sede in Lussemburgo, gli risponda su alcune questioni tecniche [sull’ordinamento europeo] che lui stesso ha sollecitato quando il tribunale di Bruxelles ha negato qualsiasi possibilità di consegna alla Spagna del consigliere Lluís Puig.
Con questi chiarimenti tecnici sollecitati alla Corte di Giustizia Europea, Llarena ha cercato, soprattutto, di guadagnare tempo, perché la sconfitta subìta con l’estradizione di Puig è il preludio di quelle che verranno con il presidente Carles Puigdemont e il consigliere Toni Comín.
La Corte di Giustizia Europea ha ritenuto di trattare le questioni tecniche pregiudizievoli di Llarena con una condotta ordinaria e ha stabilito un time-out in cui gli Euroordini non sono in vigore. Pertanto, in questo momento, la libertà di movimento dei leader indipendentisti in esilio è piena, se si esclude il Regno di Spagna, dove la giustizia europea sembra non avere alcun valore. E, per contro, il Tribunale Supremo agisce impunemente, ingiustamente e senza alcuna ritorsione europea. Pertanto, quest’estate, tutti loro hanno potuto raggiungere la Catalogna del Nord [in Francia] per godersi il periodo delle vacanze e l’atteggiamento della polizia francese è stato, fondamentalmente, un supporto logistico per la loro sicurezza.
Comunque sia, è stupefacente constatare ancora una volta cosa stia facendo la magistratura spagnola con interpretazioni interessate e devianti delle leggi, e con il solo scopo di perseguire e disattivare l’indipendentismo, e notare che quando attraversano il confine tutte quelle che in Spagna sono vittorie finiscono per essere sconfitte. Entrambe si chiamano giustizia, ma solo quella europea vi corrisponde.
Per questo è così necessario che la causa catalana valichi, ogni volta che può, il confine. È l’unica garanzia di un processo equo e anche la migliore opzione per smascherare quanto fatto negli ultimi anni in Spagna con i dirigenti indipendentisti.
* traduzione Claudia Daurù
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