Condannano l’attivista independentista Marcel Vivet a cinque anni di carcere
Lo stesso magistrato che redige la sentenza riconosce che non ci sono immagini grafiche che dimostrino il reato, ma dice che la dichiarazione dell’agente di polizia sia sufficiente
Vilaweb.cat – Redacció– 16.06.2021
L’attivista indipendentista Marcel Vivet è stato condannato a cinque anni di carcere dall’Alta Corte di Barcellona per la sua partecipazione alla manifestazione Holi contro i poliziotti spagnoli del sindacato Jusapol il 29 settembre 2018 a Barcellona. La sentenza prevede due anni di reclusione per un reato di disordine pubblico e tre anni di reclusione e un giorno per aggressione a un agente delle forze dell’ordine. Le viene imposta anche una interdizione per il diritto al sufragio passivo e una multa di 2.100 euro per lesioni procurate all’agente dei Mossos d’Esquadra.
El magistrato riconosce che non ci sono immagini che dimostrino l’agressione
Il giudice lo ha ritenuto colpevole di aver colpito un agente della polizia catalana “Mossos” con un bastone durante la manifestazione e di avergli procurato lesioni che richiedevano cure mediche. Lo stesso magistrato che ha redatto la sentenza riconosce che non esistono immagini grafiche a controprova, ma afferma che basta la dichiarazione dell’agente per infliggere la condanna: “La Corte Suprema, come la Corte Costituzionale, hanno più volte stabilito che la dichiarazione della vittima può essere sufficiente per stabilire una condanna, indebolendo la presunzione di innocenza».
Il giudice ha inflitto la pena massima richiesta dalle accuse. Il pubblico ministero chiedeva una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione, e la Generalitat, una di quattro anni e nove mesi. Prima del processo, la Generalitat aveva offerto un accordo, secondo il quale poteva accettare i presunti reati in cambio di una condanna a due anni di reclusione, ma Vivet lo respinse: “Ricatto e strategia per caricarmi il peso di questa vergogna di processo e per potersi lavare le mani”, ha detto.
La polizia “Mossos” arrestò Vivet il 19 febbraio 2019, trascorse una notte in commissariato e fu rilasciato in libertà con le accuse. Il processo si è svolto lo scorso febbraio e ha avuto ampia eco tra i movimenti sociali, che sono stati convocati alle porte del Tribunale per sostenere Vivet.
Supporto a Vivet da partiti ed associazioni
Dichiarazioni di sostegno sono giunte da diversi partiti e organizzazioni, come CUP, Òmnium Cultural, ANC, Intersindical e Guanyem Catalunya. Leader come Albert Botran e Jordi Cuixart hanno anche twittato messaggi di denuncia per la condanna inflitta. Il gruppo di supporto per Marcel Vivet ha convocato una manifestazione questa sera nella Plaça de la Vila di Badalona.
La repressione che non si ferma
“Cinque anni di carcere per una protesta. Definitivamente, i giudici e i pubblici ministeri hanno perso la testa”
Miquel Riera – mriera@elpuntavui.cat mriera@elpuntavui.cat / @mrierapla
Elpuntavui.cat – Opinione “A la tres” – 17 giugno 2021
E’ bestiale! Ma non è tremata la mano di questi giudici quando ieri hanno condannato l’attivista indipendentista Marcel Vivet a cinque anni di carcere, accusato di disordini pubblici, oltraggio a pubblico ufficiale e lesioni a un agente di polizia catalano (mosso) durante una protesta contro una manifestazione del sindacato Jusapol nella Via Laietana di Barcellona nel settembre 2018.
Sicuramente lo ricorderete, tanti guardie civili e polizia nazionale, mummie travestite e fascisti che festeggiavano a Barcellona, quasi un anno dopo la repressione della polizia durante il referendum del 1-O. Sicuramente c’erano alcuni degli agenti che non avevano avuto alcuno scrupolo, un anno prima, di rompere la schiena o la testa ai pacifici votanti del referendum.
Sfilavano a Barcellona come spacconi, toreri, disprezzando l’esercizio democratico del popolo che li aveva superati (ancora cercano le urne) e al quale non avevano esitato a reprimere come nei tempi migliori del franchismo che tanto rimpiangono.
Quel giorno, la polizia catalana doveva proteggere il “diritto di manifestare” (guarda che paradosso!) dei suoi colleghi, ma non poteva impedire che una folla di cittadini occupasse in anticipo la Plaça de Sant Jaume per evitare una sfida e un affronto ancora maggiori (bisognava non farli arrivare di fronte al governo catalano commissariato). Quindi, la manifestazione dovette marciare lungo la Via Laietana, dove un altro gruppo stava protestanto e scontrandosi con i Mossos. E come spesso fanno quando si tratta di difendere i fascisti, alcuni agenti agivano con manifesta gioia.
I manifestanti lanciarono polvere colorata contro gli agenti e il confronto andò avanti, senza molto successo, per un altro pò. Niente che non abbiamo visto in molte altre occasioni qui e in molti altri paesi democratici. Da quella protesta, però, nasce la condanna esagerata e del tutto fuori luogo di ieri per Marcel Vivet.
Cinc anys de presó! Per una manifestació. Cinc anys de presó! Definitivament, alguns jutges i fiscals i l’acusació pública de la Generalitat han perdut del tot el senderi. Ja poden anar parlant de concòrdia. Mentre alguns fan la gara-gara al rei, els executors de la repressió no s’aturen.
Cinque anni di carcere! Per una manifestazione. Definitivamente, i giudici e i pubblici ministeri della Generalitat hanno perso completamente la testa.
Possono parlare di concordia. Mentre alcuni rendono pleitesia al re spagnolo, i fautori della repressione non si fermano.
https://www.elpuntavui.cat/opinio/article/8-articles/1986876-la-repressio-que-no-cessa.html
* traduzioni Àngels Fita – AncItalia