La Commissione per i diritti umani del Consiglio Europeo chiede alla Spagna di ritirare gli ordini di estradizione e liberare i prigionieri
La Commissione vuole che “la smettano di chiedere ai politici catalani di rinunciare alle loro opinioni” in cambio della libertà vigilata
Vialweb.cat – Redazione – 03.06.2021
L’inchiesta del Consiglio d’Europa su come la Spagna e la Turchia stiano usando la giustizia contro i politici catalani e curdi, rispettivamente, si è praticamente conclusa. E la relazione che è stata preparata dalla Commissione Affari Legali e Diritti Umani dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio è dura e forte. Perché avverte che “diversi politici catalani di alto livello sono stati processati e infine condannati a lunghe pene detentive per sedizione e altri reati, tra l’altro per dichiarazioni rese nell’esercizio dei loro mandati politici, mentre sostenevano il referendum incostituzionale sull’indipendenza della Catalogna nell’ottobre 2017”. Lo afferma il rapporto redatto dal socialista lettone Boris Cilevics, relatore di una missione della durata di un anno e mezzo.
Questa commissione parlamentare invita le autorità spagnole a riformare i reati di ribellione e sedizione in modo che “non possano essere interpretati rendendo non valida la depenalizzazione dell’organizzazione di referendum illegali avvenuta nel 2005 affinché non portino a sanzioni sproporzionate per trasgressioni non violente”. Ha aggiunto che va considerato “l’indulto o il rilascio” dei prigionieri politici “condannati per il loro ruolo nell’organizzazione del referendum incostituzionale e delle relative manifestazioni pacifiche di massa”. E ancora di più, chiede la fine della persecuzione degli esiliati e dei tanti ex-alte cariche imputati e in attesa di processi “legati al referendum del 2017”.
Infine, la relazione chiede alle autorità spagnole che “la smettano di chiedere ai politici catalani di rinunciare alle loro idee politiche profondamente radicate in cambio di un regime carcerario più favorevole o della possibilità di un indulto”, e suggerisce di farlo “chiedendo un impegno a perseguire i propri obiettivi politici senza ricorrere a mezzi illegali”.
Pochi mesi fa, la Commissario per i diritti umani del Consiglio Europeo Dunja Mijatovic ha rimproverato la Spagna per aver violato la libertà di espressione chiedendole delle riforme legali, compresa una riforma dei reati d’ingiurie alla corona, esaltazione del terrorismo, offese religiose, incitamento all’odio e diffamazione.
https://www.vilaweb.cat/noticies/consell-europa-espanya-presos-politics-exiliats/
Esortano lo Stato spagnolo a rilasciare i prigionieri
La Commissione per gli Affari Legali del Consiglio Europeo chiede la libertà per gli attivisti indipendentisti. La risoluzione chiede il ritiro delle richieste di estradizione e la riforma del reato di sedizione
El puntavui.cat – Politica – Bruxelles – 4 giugno 2021
La Commissione Affari Legali e Diritti Umani del Consiglio Europeo chiede allo Stato spagnolo di “indultare o liberare” i prigionieri indipendentisti e di ritirare le petizioni di estradizione contro l’ex-presidente catalano Carles Puigdemont e gli ex consiglieri, esiliati in Belgio. Una forte risoluzione approvata ieri da questo organo e che deve ancora essere ratificata dall’Assemblea di questa organizzazione con sede a Strasburgo.
Il testo chiede la riforma dei reati di ribellione e sedizione per evitare “pene sproporzionate per trasgressioni non violente” o criminalizzare “l’organizzazione di un referendum illegale”. Inoltre, ritiene che nel processo avrebbero dovuto condannare per peculato solo quando i “danni reali” per lo Stato, possano essere quantificati.
La Commissione vuole che le autorità spagnole “si astengano dal chiedere ai politici catalani di rinnegare delle loro profonde opinioni politiche in cambio di un regime carcerario più favorevole o di una possibilità d’indulto”. “Ciò nonostante, si potrebbe chiedere di impegnarsi a perseguire i propri obiettivi politici senza ricorrere a mezzi illegali”, afferma. Ritiene inoltre che l’incriminazione dovrebbe essere ritirata contro gli altri accusati di seconda linea nel processo per il referendum del 1-O e che i tribunali non dovrebbero “sanzionare i successori di quelli in prigione per delle azioni simboliche che esprimono soltanto la loro solidarietà con i carcerati”. Questo è un chiaro riferimento all’ex-presidente Quim Torra (sotto processo per aver appeso nel palazzo del governo catalano uno striscione chiedendo la libertà dei prigionieri). Esorta inoltre lo Stato spagnolo ad aprire “un dialogo aperto e costruttivo” per rafforzare la qualità della democrazia spagnola”.
Questo testo è stato elaborato dal deputato socialista lettone Boriss Cilevics, che ha studiato il caso per un anno e mezzo e ha incontrato le autorità di Madrid e Barcellona. La cosiddetta risoluzione chiamata “I politici dovrebbero essere perseguiti per dichiarazioni rese nell’esercizio del loro mandato?” parla anche della situazione in Turchia.
Tuttavia, la risoluzione non chiarisce se i condannati per l’1-O siano o meno prigionieri politici. Ammette che “tra gli altri”, sono in carcere “per dichiarazioni rese durante l’esercizio dei loro mandati politici”, ma evita di qualificarli esplicitamente come prigionieri politici.
* traduzioni Àngels Fita – AncItalia
Nel collegamento sottostante potete consultare il documento originale della Commissione per gli Affari Legali del Consiglio Europeo