La Spagna sarà costretta a ritirare il mandato di arresto statale contro Puigdemont

Gonzalo Boye: “La Spagna sarà costretta a ritirare il mandato di arresto statale contro Puigdemont”

 

In questa intervista, l’avvocato spiega la strategia affinché possano riacquistare la loro immunità in pochi mesi e possano tornare in Catalogna “entro un periodo ragionevole”

 

Vilaweb.catJosep Casulleras Nualart – 13.03.2021

 

Gonzalo Boye sembra calmo. E pensate che questa intervista si svolge solo 24 ore dopo che hanno revocato l’immunità parlamentare dei tre europarlamentari che difende, il presidente Puigdemont e i ministri Toni Comín e Clara Ponsatí. Ma dice che la strategia da seguire nei prossimi mesi è talmente sicura per il recupero dell’immunità di tutti e tre e per costringere lo stato spagnolo a rispettarla a tutti gli effetti, che “è giustificato berci un caffè oggi tranquillamente”. E tra un caffè e un’acqua frizzante, Boye svela, fin dove è prudente farlo, la strategia in due fasi che li permetterà di tornare a casa “in tempi ragionevoli”.

 

 

Cosa chiederete alla Corte di Giustizia dell’UE (TJUE)?
—L’annullamento e la revoca della concessione al ritiro dell’immunità. Sarà presto, ma dobbiamo finire molte cose che devono essere ben perfezionate perchè si tratta di una question molto importante.

Con quali argomentazioni?
—Uno dei pilastri fondamentali dell’Unione Europea, che è il principio della buona amministrazione, non è stato rispettato. Durante tutta la procedura di richiesta di revoca, il presidente della Commissione Giuridica, Adrián Vázquez, afferma che lo abbiamo importunato. Noi abbiamo una copia di tutto ciò che abbiamo trasmesso a lui e alla commissione, e in Europa questo si chiama diritto di difesa. Per ciascuna delle questioni rilevanti abbiamo inviato indicazioni, obiezioni e documentazione probatoria, e il parlamento non l’ha nemmeno tradotta nella lingua del relatore, che ha prodotto tre rapporti senza sapere su quali motivi stessimo basando la persecuzione politica. Questa è buona amministrazione.

E quale relatore….
—Sí, uno che partecipa a eventi del partito di estrema destra Vox dove si sentono grida di “Puigdemont alla sbarra”. Il relatore doveva essere imparziale. Anche il presidente della commissione, ma credo che le dichiarazioni che fece prima, durante e dopo la richiesta di revoca dimostrano che nemmeno lui lo era. L’articolo pubblicato sul quotidiano El Mundo andrà dritto nella domanda presso la Corte di Giustizia (TJUE). Perché l’apparenza d’imparzialità deve esistere prima, durante e dopo la richiesta di revoca.

Siete convinti di vincere questa domanda
—Siamo tranquilli, ne siamo certi.

Se la vincete, annulleranno la decisione del Parlamento Europeo che ha sospeso la loro immunità?
—Senza dubbio. E riguadagneranno l’immunità parlamentare.

Quanto tempo potrebbe durare questa procedura?
—Tra sei mesi e un anno.

E chiederete dei provvedimenti cautelari prima?
—Sí. Tenendo conto che sono difficili da ottenere, ma abbiamo delle buone tesi che stiamo preparando da tempo, i crediamo che la Corte di Giustizia di Primo Grado dell’Unione Europea possa comprendere le ragioni che argomentiamo.

Avete un precedente in questo tribunale che non accettò le misure cautelari, quando volevate che Puigdemont e Comín entrassero nel parlamento di Strasburgo il primo giorno di legislatura.
—Sí. Ma poi in appello, la Corte di Giustizia ha stabilito a nostro favore che quelle misure cautelari erano necessarie e avrebbero dovuto concederle.

Questo precedente ora andrà a vostro favore?
—Dovrebbe andare cos’, perché sarebbe il secondo errore sullo stesso argomento, cioè, sulla piena condizione di parlamentari europei di Puigdemont, Comín e Ponsatí.

Nel frattempo, il giudice spagnolo Llarena ha fatto la sua mossa.
—La prima.

La prima? Ce ne saranno altre?
—Quando riceverà la notifica del Parlamento Europeo che l’immunità è stata revocata, dovrà comunicare al Belgio cosa intende fare. Perché il 10 gennaio 2020 inviò una comunicazione alle autorità begli dicendo che, in conformità con la loro condizione di parlamentari europei, chiedeva la sospensione della procedura di arresto durante l’esame della richiesta di revoca dell’immunità. Quindi, ora, secondo le norme sui mandati di arresto europei, dovrebbe informare il Belgio sulla risoluzione di quella richiesta di revoca e se vuole proseguuire con la procedura di arresto europeo. O se bisogna aspettare la risposta alle questioni pregiudiziali che lui stesso ha presentato alla Corte di Giustizia europea (TJUE).

Siete sorpresi che Llarena abbia chiesto le “pregiudiziali” in merito agli ordini di arresto europei?
—No. Ma non credo siano delle pregiudiziali; non le ha presentate bene. Perché non chiede quali criteri bisogna seguire per prendere una decisione, ma sta chiedendo se sono corretti i criteri che altri già hanno utilizzato. Cioè, mette in dubbio ciò che il Belgio ha già risolto. E questo è molto grave. Veramente grave.

 —Potrebbe accadere che la Corte di Giustizia europea (TJUE) dia a Llarena la risposta che si aspetta?
—No. Ma non sono nemmeno sicuro che Llarena stia aspettando qualche risposta. Lui vuole creare una situazione giuridica per ritardare l’esito finale dei mandati di arresto europei mantenendo gli esiliati privati di una parte dei loro diritti come europarlamentari per un pò di tempo.

La pratica delle pregiudiziali di Llarena dinanzi alla Corte Europea (TJUE) potrebbe durare un anno. Ma avevate detto che potete accorciare questi tempi.
—Dipenderà dalla risposta alle misure cautelaríssime che abbiamo presentato, se le accettano. Ciò significherebbe sospendere la concessione della revoca dell’immunità fino a quando si risolverà la domanda. E dipenderà anche da ciò che deciderà il Belgio, perchè potrebbe dire che si tratta di una presa per i fondelli.

Il Belgio potrebbe decidere di proseguire per conto proprio con la pratica dell’ordine di arresto europeo?
—Il Belgio dovrà analizzare alcune questioni, a seguito di quanto accaduto nel Parlamento Europeo.

Quali?
—Il Parlamento Europeo ha revocato l’immunità per poter proseguire con l’ordine di arresto europeo. La domanda è: quando si mandò questo ordine di arresto, fu fatto legalmente o già allora fu violata la loro immunità come europarlamentari, visto che l’avevano acquisita dal giugno 2019?

Llarena non ha voluto porre queste domande alla Corte di Giustizia (TJUE). Potreste chiedere al giudice belga di farle?
—Sí, possiamo farlo. Abbiamo cartelle aperte per quasi tutte le situazioni.

Siamo in un terreno abbastanza ipotetico…
—Non siamo in un terreno ipotetico. Noi e la Spagna siamo entrati da tempo in un terreno inesplorato. Ciò significa che nessuno prima di noi è andato dove siamo andati noi e nessuno ha perseguitato dove e quando hanno perseguitato noi. Pertanto, l’unico modo per sapere se siamo sulla strada giusta è quello di avere una buona bussola giuridica e ascoltare chi ne sa più di noi.

Formulo un’ipotesi: immaginiamo che Llarena riesce ad ottenere ciò che vuole, collocando Puigdemont, Comín e Ponsatí in un limbo giuridico fino a quando non saranno risolte le pregiudiziali. E’ possibile?
—Sí e no. La Corte Suprema spagnola ha utilizzato l’espressione “limbo giuridico” in una sentenza per ribaltare una condanna a un ex-detenuto di Guantánamo. Diceva che Guantánamo si trobava in un limbo giuridico. E’ un concetto che a volte è stato utilizzato dalla Corte Suprema spagnola. Ma nel mondo del diritto non esiste il “limbo”, perché c’è sempre una regola che lo riempie. Pertanto, se pensano che lasceranno qualcuno in un limbo legale vuol dire che non conoscono l’intero ordine di applicazione su questo caso. E’ tutto quello che dirò al riguardo perché non intendo dare altri indizi. Nel diritto non esiste il limbo giuridico.

Da quel che dite, non ci saranno situazioni di indefinizione sulla situazione degli esiliati.
—L’indefinizione può durare un pò di tempo, ma non tutto il tempo che loro credono, perché si tratta solo di chiedere l’applicazione della norma adeguata. E la norma esiste.

E come farete arrivare alla Corte di Giustizia (TJUE) tutte le vostre domande pregiudiziali che Llarena ha ignorato?
—L’ho abbiamo già fatto. E non si è accorto. Quando ci chiese di inviargli le nostre osservazioni, gli abbiamo incluso tutte le domande, e quando la procedura istruttoria delle questioni previe andrà a Lussemburgo noi ne faremo parte, e preciseremo che tutto quanto era discutibile. Questo è il motivo per cui dovevamo scrivere in modo così approfondito in una procedura così semplice. Perqué questo fa parte di ciò che sarà messo in discussione a Lussemburgo.

Quando la Corte lussemburghese dovrà pronunciarsi sulle questioni pregiudiziali di Llarena, dovrà tenere conto delle vostre domande?
—Sí, e noi possiamo fare obiezioni e richieste nell’udienza in tribunale.

Potrebbe capitare che non ammettano le domande di Llarena nella Corte di Giustizia (TJUE)?
—E’ molto probabile.

Se così fosse, il Belgio attiverebbe di nuovo l’ordine di arresto europeo

—Sí, naturalmente. Ma non per eseguirla ma per scartarla.

Ma è il giudice di primo grado di Bruxelles chi dovrà valutare

—Sí, ma con una sentenza di appello sullo stesso caso, con lo stesso numero di pratica. Inoltre, c’è un pubblico ministero che aveva già desistito di ricorrere in Cassazione perché riteneva che le motivazioni della camera d’appello erano buone.

Volete dire che sarebbe molto più veloce nel prendere una decisione su Puigdemont e Comín?
—Senza dubbio.

E il risultato sarebbe il rifiuto dell’estradizione?
—Senza dubbio.

In tal caso, riotterranno l’immunità immediatamente?
—L’immunità revocata è piccola così [apre uno spazio di 2 cm. tra l’indice e il pollice], esclusivamente agli effetti di proseguire con la pratica dell’ordine di arresto europea. Se la pratica dell’ordine si completa, tutto il resto del bagaglio dell’immunità resta garantito.

Se c’è una sentenza ferma del Belgio che nega l’estradizione…
—Avrà compiuto l’obiettivo della revoca dell’immunità e non rimane altro margine. Il giudice Llarena aveva chiesto la revoca dell’immunità soltanto per procedere con la pratica dell’ordine di arresto europeo. E non appena questa pratica si conclude, finisce la revoca dell’immunità.

Arrivati a questo punto, potrebbero spostarsi negli altri stati dell’Unione?
—Senza alcun problema.

Non potrebbero essere arrestati nemmeno se, ad esempio, la Francia aprisse un nuovo processo giudiziario per l’ordine di arresto europeo?
—Non potrebbero essere arrestati. Perché la revoca dell’immunità era per finire la pratica di questo ordine di arresto. La richiesta al Parlamento Europeo era molto specifica.

Potrebbero spostarsi in tutta l’Unione, ma non nello stato spagnolo?
—… questa è la seconda fase del nostro lavoro.

Dunque, cosa succede?
—Che da parte della Spagna, c’è una palese violazione delle normative europee. E chi deve garantirlo è il Parlamento Europeo. E, in alternativa, la Commissione Europea. Ma questo rientra nella seconda fase.

Spiegatevi meglio.
—Il Parlamento Europeo deve esigere il rispetto delle garanzie degli europarlamentari. Non è possibile che questi signori godano d’immunità in tutto il territorio dell’Unione tranne che nel collegio elettorale in cui sono stati eletti. Ma prima chiederemo alla Corte di Giustizia (TJUE) di annullare questa procedura e dopo proseguiremo con la seconda fase, che sarà quella di esigere il pieno godimento dell’immunità.

Ma noi stiamo parlando di europarlamentari. E il ministro Lluís Puig non lo è….

—Di questo non posso parlare.

Riformulo la domanda: se una persona ha una sentenza ferma di “no-estradizione” in un paese, non potrebbe muoversi liberamente in altri stati?
—Risponderò con le parole dell’avvocato generale dell’Unione Europea: ogni cittadino ha il diritto di poter vivere in pace ad un certo punto. E non posso dire altro.

Tornando agli europarlamentari, la Spagna può essere costretta a ritirare il mandato di arresto statale contro gli europarlamentari?
—la Spagna sarà costretta a ritirare il mandato di arresto statale.

Quando?
—Quando finiremo tutto quello che facciamo. La seconda fase sarà la garanzia della libera circolazione su tutto il territorio dell’Unione Europea.

Questa seconda fase riguarda la richiesta di protezione al Parlamento Europeo?
—Sí. Con la petizione della garanzia dell’esercizio dei loro diritti. La difesa dell’immunità. Perché altrimenti sarebbero privati in qualche modo del loro diritto a essere rieletti.

Non avreste potuto considerare di fare prima questa richiesta?
—Sí. Ma strategicamente, abbiamo pensato che fosse meglio risolvere un problema prima di presentare il successivo.  Anche se abbiamo scritto al Parlamento Europeo su queste violazioni. Non abbiamo lasciato passare un solo giorno da quando sono diventati europarlamentari fino a quando abbiamo presentato la richiesta di tenere conto che questo mandato di arresto europeo, impedisce loro di recarsi nel proprio collegio elettorale.

I se il Belgio concede la estradizione?
—Non potrebbero processarli in Spagna.

Non potrebbero?
—No. Perché la Corte Suprema spagnola non ha chiesto la revoca dell’immunità per processarli, ma solo per procedere con l’ordine di arresto europeo. E la concessione della revoca è unica ed esclusivamente per questo, per continuare la pratica dell’ordine di arresto, che si risolve e completa con una sentenza ferma: o con la consegna o con la mancata consegna. Ma non contano con una revoca dell’immunità oltre a questo.

Sí, ma io immagino che li consegnano alla Spagna…
—No, la procedura si conclude con la sentenza, con l’esecuzione della sentenza. Per il resto, non hanno alcuna revoca.

Quindi, non potrebbero consegnarli alla Spagna?
—No, perqué la richiesta di revoca è mal posta. Con l’immunità revocata non possono andare oltre. Anzi, perché il Belgio dovrebbe approvare l’estradizione se non c’è il permesso di andare oltre? E lo sappiamo dal 10 gennaio 2020; e quando lo abbiamo visto siamo addirittura scoppiati a ridere. E questa è la dimostrazione che nella Commissioni Giuridica del Parlamento Europeo nessuno ha letto i nostri scritti, perché lo abbiamo proprio detto. Abbiamo detto che bisognava chiedere un chiarimento alla Corte Suprema sulla portata dell’immunità che chiedeva di ritirare. E non l’hanno nemmeno guardato, altrimenti si sarebbero accorti di aver chiesto una revoca d’immunità per niente.

Con tutto questo che avete detto, potrebbe essere che Puigdemont, Comín e Ponsatí possano recuperare l’immunità entro pochi mesi?
—Sí.

Sei riguadagnano l’immunità, quanto tempo impiegherebbe la procedura per la difesa e la protezione dell’immunità nel Parlamento Europeo?
—Dai tre ai sei mesi.

E con la protezione del Parlamento Europeo, potrebbero tornare in Catalogna?
—Infatti.

 Quali sono le vostre previsioni? Se entro pochi mesi possono recuperare l’immunità, la Spagna potrebbe essere costretta a ritirare l’ordine di arresto statale contro di loro?

—Certamente. Se non vuole incorrere in una procedura di infrazione, prevista dalla normativa europea, che è già stata applicata di fatto in Polonia.

Potete immaginare di vederli tornare in Catalogna entro poco tempo?
—Immagino che tornano in Catalogna, senza ombra di dubbio.

Entro poco tempo?
—Entro un tempo ragionevole.

Rimangono 3 anni di legislatura europea, tornerebbero prima di tre anni?
—Questo calcolo lo fa lei. Io solo ricordo la bomba che ho raccontato: Llarena ha sbagliato la richiesta di revoca dell’immunità.

 

* traduzione  Àngels Fita – AncItalia

https://www.vilaweb.cat/noticies/entrevista-gonzalo-boye-immunitat-puigdemont/

 

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