Sarà un festival
Elnacional.cat – Gonzalo Boye– Madrid, 12 marzo 2021
Avevamo già intuito quale sarebbe stata la mossa che stava progettando il giudice Llarena, …., ma visti gli ultimi movimenti, sembra che ci siano degli spigoli che non sono stati spiegati fino ad ora, pur avendoli già previsto.
In linea di principio, e poiché sono già state portate dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (TJUE) quelle che vengono chiamate “questioni pregiudiziali”, ma che sembrano piuttosto una sorta di “appello pregiudiziale” contro la decisione della magistratura belga, è evidente che la procedura di esecuzione delle ordini europee di estradizione (OEDE) rimarrà sospesa… oppure no.
La verità è che dalla formulazione dell’ultimo paragrafo con la quale il giudice Llarena accetta di inviare questo “appello pregiudiziale” non è così chiaro quali siano le sue intenzioni… anche se possiamo intuirle. Il giudice Llarena concorda, tra l’altro: “poichè la presente questione pregiudiziale condiziona le informazioni complementari che dovranno essere presentate nei processi di decisione attualmente in corso, e siccome condiziona anche l’azione successiva alla risoluzione, si comunica che poniamo la questione pregiudiziale alle autorità giudiziarie di esecuzione affinchè ne vengano a conoscenza agli effetti che si riterranno opportuni”.
In altre parole, non sospende né riattiva le ordini di estradizione (OEDE) e, inoltre, una volta tradotto al neerlandese, potrebbe essere un nuovo focolaio di discrepanze con le autorità belghe o, peggio ancora, si potrebbe pensare che pretende di confonderli sullo stato attuale di questi ordini di arresto e consegna.
Ai sensi dell’articolo 20 della decisione quadro che disciplina le OEDE, spetta al giudice Llarena informare le autorità belghe su due cose: prima, la revoca dell’immunità accordata nel Parlamento Europeo e, seconda, se intende riattivare le OEDE oppure no.
Tuttavia, qualcuno potrebbe credere, o pretendere, che a partire da informazioni incomplete o poco chiare le autorità belghe possano compiere qualche passo falso, trascinandole verso una situazione di inadempimento dei loro impegni europei, con le conseguenze che ciò potrebbe avere.
In fondo si tratta, conformemente al principio di leale cooperazione, che le autorità belghe —cioè, in questo caso le autorità interpellate— siano debitamente e prontamente informate dalle autorità richiedenti —giudice Llarena—, e in questo modo, agire come stabilito dalla direttiva quadro che disciplina le procedure OEDE.
Molti accusano il Belgio di essere un rifuglio per ogni tipo di delinquenti e, in questo caso, di dare rifugio agli esiliati anche aggirando le regole e la giurisprudenza europea.
Molti accusano il Belgio di essere un rifuglio per ogni tipo di delinquenti e, in questo caso, di dare rifugio agli esiliati anche aggirando le regole e la giurisprudenza europea. Ma la realtà è molto diversa e cerco di spiegare:
La presentazione dell’”appello pregiudiziale” non è priva di parzialità, mezze verità e, soprattutto, è difficile da inserire nelle regole che disciplinano questo tipo di consultazioni che, per definizione, devono sollevarsi prima di prendere una decisione e, inoltre, devono presentare i propri dubbi, non quelli altrui.
L’organo emitente —giudice Llarena— chiede sui limiti dell’azione dell’ente richiesto —Belgio—, sulla possibilità o meno di mettere in discussione la competenza dell’ente richiedente e va avanti così con una serie di domande che, come ho detto, sembrano più delle lamentele piuttosto che dei dubbi.
Ebbene, una delle prime cose che farà la Corte di Giustizia Europea (TJUE) sarà decidere sull’ammissibilità della consultazione e, a quel punto, tutti daremo la nostra opinione. Sarà un buon momento, se passiamo a questa fase, per istruire la corte (TJUE) su qualcosa di essenziale: nei tribunali belgi nessuno ha sollevato una questione di competenza rispetto alla Corte Suprema spagnola, ma sono state sollevate questioni di diritti fondamentali, compreso il diritto a un giudice predeterminato per legge e al diritto alla presunzione di innocenza.
Questo approccio che il giudice Llarena omette, con le conseguenze che ciò avrà, e dimentica inoltre che la stessa Sala di Appelli della Corte Suprema spagnola ha risolto stabilendo che non esiste alcuna norma che sostenga la sua competenza su questa questione…. cioè, loro non sono il giudice predeterminato per legge.
Se si discutesse soltanto di questo nel TJUE, la mia analisi sarebbe leggermente diversa. Il problema del giudice Llarena è che questo sarà solo una piccola parte di tutto quello che verrà discusso in Lussemburgo, se la sua presentazione riesce a superare la soglia —criteri di ammissibilità—.
Di fronte a chi pensa che in Europa non sono molto intelligenti e che possono essere ingannati facilmente, noi pensiamo che invece sono molto intelligenti, che hanno buona memoria e che, soprattutto, hanno una concezione del diritto che, in questi anni, è diventata incompatibile con la concezione che ne hanno dai Pirenei in giù.
E’ vero che il Parlamento Europeo ha revocato l’immunità del presidente Puigdemont e dei ministri Toni Comín e Clara Ponsatí, ma lo ha fatto solo ed esclusivamente allo scopo di continuare con la prosecuzione delle ordini di arresto OEDE.
In Lussemburgo, se riescono a varcare la soglia, sarà un autentico festival dove discuteremo su tutto e da tutte le angolazioni possibili… Di sicuro, arriverà un momento in cui più di uno si pentirà di far parte di un club selezionato dove la norma è la democrazia, senza cognomi nè aggettivi.
Un altro argomento che è passato inosservato, ma solo fino a quando non arriveremo alla Corte di Giustizia TJUE, è la portata dell’immunità, la cui revoca è stata chiesta dal giudice Llarena. E’ vero che il Parlamento Europeo ha revocato l’immunità del presidente Puigdemont e dei ministri Toni Comín e Clara Ponsatí, ma lo ha fatto solo ed esclusivamente allo scopo di continuare con la prosecuzione degli ordini di arresto OEDE.
La limitazione dell’ambito dell’immunità revocata è stata stabilita dallo stesso giudice Llarena nella richiesta fatta a gennaio 2020 e, ora che è già accordata, dobbiamo ricordare che non è stata chiesta nè concessa per processarli, per cui in parte, l’attuabilità dell’ordine OEDE sarà determinata, dopo il passaggio in Lussemburgo… o prima, per la portata dell’immunità richiesta e concessa.
Per dirla più chiaramente, è stato autorizzato a continuare la procedura OEDE, ma niente di più, e ogni altra azione che eccede da ciò, dovrà essere oggetto di una nuova richiesta di revoca… Sarà un festival.
Il problema di agire d’impulso è che non si dispone della serenità di spirito necessaria per analizzare tutte le conseguenze di ogni mossa procedurale. Chiedere una revoca dell’immunità così delimitata non è un’azione minore e le conseguenze si vedranno, come sempre, quando inizierà la discussione di ciò che è rilevante.
Alla fine, prima o poi, vedremo come tutta la fatica e gli sprechi resteranno una grande cortina di fumo che, forse, potrebbe essere l’obiettivo di questa “grande” mossa.
Tanti scenari si aprono, tutti pianificati, e nessuno semplice per delle aspettative che superano di gran lunga il quadro di ciò che è possibile e, soprattutto, il quadro di quanto effettivamente autorizzato dal Parlamento Europeo che, come già detto, consiste solo ed esclusivamente nel proseguimento dell’ordine di arresto e consegna OEDE.
Indubbiamente, quando si renderanno conto di tutto questo, vedrete che finirà per essere un vero festival.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://www.elnacional.cat/ca/opinio/gonzalo-boye-festival_591030_102.html