La Spagna è la più grande minaccia contro l’Europa, non la Russia

La Spagna è la più grande minaccia contro l’Europa, non la Russia

Raphael Tsavkko Garcia, journalist – On 3/1/21 

Raphael Tsavkko Garcia è un giornalista brasiliano con sede in Belgio.

Ha conseguito un dottorato di ricerca in diritti umani presso l’Università di Deusto (Spagna).

 

Il rapporto della Spagna con la democrazia è complicato.

 

A febbraio la Spagna ha arrestato il rapper Pablo Hasél per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione, e la Russia ha umiliato l’Unione Europea, di cui la Spagna è membro, sottolineando la detenzione di prigionieri politici catalani nel paese.

 

La Catalogna, una regione autonoma nel nord-est della Spagna, è stata scossa da violente repressioni dei manifestanti a seguito di un referendum sull’indipendenza nell’ottobre 2017. Almeno 800 persone, molte di loro anziane, sono state picchiate dagli agenti di polizia spagnoli mentre cercavano di votare pacificamente. Le immagini si trovano on line, provocando indignazione e rimproveri da parte di diverse organizzazioni per I diritti umani, nonostante il silenzio delle istituzioni europee.

Da allora, nove politici spagnoli sono stati accusati di sedizione e sono stati condannati e imprigionati. Altri sono stati costretti all’esilio, come l’ex-presidente catalano Carles Puigdemont (eletto come eurodeputato che ha accusato l’Unione Europea di avere un doppio standard).

In un tweet, Puigdemont ha detto, che “lo Stato spagnolo ha contribuito al deterioramento dell’immagine internazionale dell’UE. Pertanto, quando difendiamo i diritti fondamentali dei catalani, stiamo anche difendendo i diritti fondamentali degli europei e la reputazione dell’UE, colpita dalla deriva spagnola. Quando se ne renderanno conto?”

L’eurodeputato catalano Toni Comín, in esilio politico, ha osservato in un discorso nel Parlamento europeo che “la Spagna sta portando l’UE al disastro, e lei Sig. Borrell, ne è il volto.”

Diversi attivisti spagnoli sono stati perseguitati e mandati in prigione per aver espresso la loro opinione. Gli attivisti che difendono l’indipendenza catalana dalla Spagna sono stati spiati illegalmente dai servizi segreti spagnoli.

Gli artisti non possono respirare senza temere ripercussioni. I rapper Valtònyc e Pablo Hasél lo possono attestare.

Entrambi sono stati perseguitati e condannati dai tribunali spagnoli per aver cantato contro la monarchia e, presuntamente aver incitato alla violenza e lodato il terrorismo, un’accusa che è diventata comune in Spagna e che viene utilizzata per molestare e imprigionare i critici del regime. Anche gli scherzi dei tweet che ricordano la dittatura di Franco possono avere delle conseguenze legali.

Valtònyc è fuggito dal paese, mentre Hasél è stato recentemente arrestato e incarcerato.

Sono scoppiate delle proteste in tutta la Spagna, represse con violenza dalla polizia contro le persone che chiedevano la loro libertà. Appare ironico che uno dei giudici responsabili della condanna contro Hasél, il magistrato Nicolás Poveda, sia stato un membro attivo e candidato negli anni ’70 per il partito fascista “Falange”.

In mezzo alle proteste, la Spagna ha condannato Elgio, un altro rapper, a sei mesi per incitamento al terrorismo.

Tutto questo avviene nel più completo silenzio dell’Unione Europea.

Inoltre, l’Unione europea non ha considerato le accuse delle autorità spagnole che affermano che la Russia ha ideato un piano per invadere la Spagna, offrendo presumibilmente 10.000 soldati a Puigdemont per assicurarsi una Catalogna indipendente.

Contro tutte le raccomandazioni, il capo della politica estera europea, Josep Borrell, ha visitato la Russia per discutere del maltrattamento del paese nei confronti dei partiti di opposizione. Alcuni membri dell’UE, in particolare la Polonia e i Paesi baltici, non hanno condiviso il tentativo di Borrell di avviare un dialogo costruttivo con la Russia.

E il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha accusato l’UE di non avere alcuna autorità morale per criticare il carcere del leader dell’opposizione Alexey Navalni, mentre ci sono prigionieri politici all’interno dei suoi confini.

La Russia ha espulso tre diplomatici europei durante la visita di Borrell, inviando il chiaro messaggio che non avrebbe accettato alcuna critica.

Dopo questa disastrosa visita, più di 70 eurodeputati hanno firmato una lettera in cui chiedevano le dimissioni di Borrell, accusandolo di aver causato gravi danni alla reputazione dell’Unione europea.

Il persistente abuso da parte della Spagna contro gli attivisti catalani non è compatibile con la salvaguardia della democrazia dell’Unione.

La politica estera europea ha strumenti limitati e dipende, in gran parte, del consenso dei suoi membri e dell’esportazione di valori democratici. Uno dei suoi stati membri, tuttavia, non aderisce ai principi democratici predicati dall’Unione.

La Spagna è stata condannata dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e ha dei problemi riguardanti le minoranze, la libertà di espressione e il trattamento degli attivisti per i diritti umani. Diverse ONG come Amnesty International e l’Organizzazione mondiale contro la tortura hanno criticato la Spagna.

Borrell, che è catalano, ha sempre difeso però gli interessi spagnoli. E non era preparato a rispondere alle provocazioni di Lavrov. Borrell avrebbe potuto fare ben poco, dato il silenzio dell’Unione europea di fronte alla repressione contro i catalani da parte della Spagna, una macchia che sfruttano alcuni paesi come la Russia.

La sua visita ha evidenziato l’ipocrisia europea che punta il dito contro la Russia senza curarsi di quello che succede in casa propria.

Come può l’Unione Europea criticare la Russia per la sua gestione con gli attivisti pro-democrazia mentre si continuano a incarcerare e perseguitare attivisti pro-democrazia e indipendentisti catalani in Spagna?

L’Unione europea deve fare i compiti prima di chiedere qualsiasi cosa ai suoi membri e vicini poco democratici, anche se il coinvolgimento costruttivo della Russia potrebbe essere una delle principali preoccupazioni per il blocco.

A meno che l’UE non sia in grado di affrontare le violazioni dei diritti umani da parte delle autorità spagnole, la politica estera europea resterà paralizzata.

Lo status instabile del momento crea un’opportunità per altri paesi, in particolare la Cina, di vedere le ingiustizie all’interno dell’UE come un semaforo verde per continuare a maltrattare gli uiguri e reprimere i sostenitori della democrazia a Hong Kong.

 

* traduzione  Àngels Fita – AncItalia

https://www.newsweek.com/spain-eus-biggest-threat-not-russia-opinion-1572536

 

2 commenti su “La Spagna è la più grande minaccia contro l’Europa, non la Russia”

  1. Pingback: Spagna vs Catalogna, la morte dell’Europa e dei diritti civili – Indipendèntzia Sarda

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