Un quarto del Parlamento europeo vota a favore del diritto dei popoli all’autodeterminazione
Una trentina di europarlamentari dei tre maggiori partiti del Parlamento europeo si sono astenuti oppure hanno votato a favore.

Vilaweb.cat – Alexandre Solano – 02.12.2020
Centosettanta europarlamentari hanno votato la scorsa settimana a favore del diritto di tutti i popoli all’autodeterminazione in un emendamento al documento sui diritti fondamentali nell’Unione europea. Nonostante sia stato respinto, questo voto ha mostrato un sostegno senza precedenti, coprendo quasi un quarto dei membri del Parlamento europeo.
Com’era prevedibile, l’autodeterminazione ha ottenuto un sostegno molto ampio tra i Verdi e i sovranisti che compongono il gruppo Verdi-ALE, con Diana Riba (ERC) alla guida dell’emendamento, e anche il voto della maggioranza dei deputati della sinistra alternativa (GUE-NGL) e dei non-iscritti. Hanno votato a favore anche una parte importante dei deputati di “Identità e Democrazia”, che comprende la Lega Nord, e anche alcuni esponenti conservatori, liberali, socialisti e popolari.

Nonostante l’opposizione dei portavoce socialdemocratici, e in particolare degli europarlamentari del PSOE, quasi il 10% dei membri di questo gruppo si è astenuto o ha votato a favore. Può aver pesato soprattutto la disposizione dei partiti socialisti di tutti gli Stati ad assecondare gli spagnoli, ma anche così, si può vedere che la disciplina di gruppo non è ferrea. Tra i dieci membri del gruppo socialdemocratico che hanno sostenuto l’emendamento c’erano i due socialisti sloveni, che avevano già precedentemente difeso l’autodeterminazione, cinque europarlamentari rumeni, due maltesi e un finlandese. Tra gli astenuti c’erano quattro ungheresi. E tra i socialdemocratici degli stati più grandi, l’unica voce dissonante è stata Aurore Lalucq, l’europarlamentare francese nel settore più ecologista e di sinistra del partito.
Tra i popolari, soltanto tre europarlamentari hanno votato a favore, due dei quali sono della Democrazia Cristiana Fiamminga. Uno di loro, Kris Peeters, è stato presidente delle Fiandre (2007-2014) e successivamente ministro del governo belga (2014-2019). Tra i liberali c’erano tre bulgari e Izaskun Bilbao del PNBasco. E tra i conservatori spicca il voto a favore del leader di estrema destra Angel Dzhambazki, vicino a Vox e portavoce del “supplicatorio” (per togliere l’immunità parlamentare) contro Puigdemont, Comín e Ponsatì.
La maggior parte degli eurodeputati italiani è favorevole all’autodeterminazione
Se guardiamo al sostegno diviso per stati, troviamo che in tre di essi ci sono più del 40% dei deputati che hanno votato per l’autodeterminazione di tutti i popoli. In Italia sono la maggioranza assoluta, con il voto di 43 europarlamentari su 76 (57%), compresi quelli del Movimento 5 Stelle, che governano con il Pd più quelli della Lega Nord. Forte anche il sostegno dei rappresentanti della Repubblica d’Irlanda, con il voto affermativo di 6 europarlamentari su 13, in uno Stato con una storia segnata dalla lotta per l’indipendenza e che ancora oggi rivendica il diritto all’autodeterminazione del nord dell’isola.

Dei parlamentari finlandesi, 6 su 14 hanno votato a favore, di cui uno socialista e uno popolare, e hanno contradetto il discorso ufficiale dei rispettivi partiti. Poi, con il sostegno di un terzo degli eurodeputati, ci sono due stati piccoli, che eleggono solo sei rappresentanti. A Cipro, i due europarlamentari comunisti lo hanno sostenuto, e a Malta, due dei quattro europarlamentari socialisti hanno votato a favore e uno si è astenuto.
In termini assoluti spiccano i più grandi Stati dell’Unione Europea. La prima è l’Italia, con il sostegno di 43 parlamentari, seguita dalla Germania, con 31 europarlamentari – principalmente dei Verdi e Die Linke – e più indietro la Francia, con il voto di 14 rappresentanti, quasi tutta appartenenti alla candidatura congiunta formata tra sovranisti e verdi.
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
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