CHE COS’È UNA MINORANZA NAZIONALE?

 

CHE COS’È UNA MINORANZA NAZIONALE?

 

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La Republica.cat  – Gonzalo Boyeˡ –  27 novembre 2020

 

http://www.elpunt.cat – disegno Lluís Romero

 

Succede ai catalani come ad ogni minoranza: sono trattati come tali, ma non assumono questa condizione finché non assumono una coscienza di gruppo.

 

Se facciamo un’analisi onesta dei nostri comportamenti, saremo in grado di capire che a un certo punto e in qualche preciso momento, tutti abbiamo agito in modo discriminatorio nei confronti delle minoranze con le quali conviviamo. Niente giustifica questi comportamenti e prima ce ne assumiamo la nostra parte di colpa, prima saremo in grado di porvi fine.

Tuttavia, il vero problema nel trattare con le minoranze sorge quando la discriminazione e il maltrattamento provengono dalle istituzioni o da quelle persone che, dal potere istituito, sono in grado di agire in modo tale da colpire, tra i tanti aspetti, i diritti basilari o fondamentali di queste minoranze.

In Catalogna, i catalani non si sono mai sentiti una minoranza perché, semplicemente, non lo sono all’interno della Catalogna e, forse per questo, molte volte non è stato possibile comprendere le reazioni di importanti settori e apparati dello stato spagnolo dove i catalani sono di fatto una minoranza, in questo caso una minoranza nazionale intrappolata all’interno di una struttura statale dove vengono trattati come tale.

In altre parole, succede ai catalani come a qualsiasi altra minoranza: sono trattati come tali, ma non assumono questa condizione fino a quando non assumono una coscienza di gruppo, in questo caso nazionale, che fa rivendicare dei diritti che la maggioranza non vuole riconoscere.

Pertanto, a partire dalla consapevolezza della condizione nazionale e dalla rivendicazione dei propri diritti, sorgono i problemi e si percepisce con forte intensità cosa significhi essere minoranza ed essere trattati come minoranza.

La massima espressione di questa consapevolezza è stata il referendum del 1° di ottobre 2017, che fu la messa in scena della rivendicazione di diritti che, come popolo, corrispondono anche ai catalani, e la risposta fu quella che tutti conosciamo: una maggioranza nazionale all’interno di uno stato specifico non era disposta a permettere quell’esercizio di rivendicazione di diritti che, giustamente, veniva richiesto a questa potente maggioranza.

Tutto quello che è successo dopo il 1° Ottobre non è altro che le conseguenze di uno scontro frontale tra i detentori del potere di maggioranza e i rivendicatori dei diritti della minoranza richiedente.

In sostanza, e se lo analizziamo dal punto di vista dell’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea, possiamo vedere come le reazioni, in parte dello stato e in parte di coloro che detengono veramente il potere all’interno dello stato, sono tutte dirette verso la stessa cosa: negare i diritti fondamentali a una minoranza nazionale che si sente oppressa nell’attuale cornice statale.

Solo da questa prospettiva possiamo capire come si sono comportati contro coloro che affrontano e rivendicano i diritti della minoranza catalana. Solo in questo modo è possibile capire, senza giustificare, come sono state utilizzate ingenti risorse pubbliche e istituzioni per tentare non solo la privazione dei diritti, ma la punizione della parte più significativa della minoranza richiedente.

Solo se lo analizziamo in questo modo è comprensibile, insisto non giustificabile, che le leggi vengano riscritte, dimenticati dei precedenti, omessi dei diritti e delle libertà e venga applicato un chiaro diritto del nemico a coloro che osano rivendicare i diritti fondamentali del proprio popolo.

Il fenomeno non è nuovo, anzi fa parte del manuale di comportamento delle maggioranze nei confronti delle minoranze e dei loro diritti, ma l’accanimento e l’intensità con cui si sta agendo nel caso catalano riflette la preoccupazione, o la paura, di fronte a una minoranza sempre più consapevole e, soprattutto, più determinata a continuare sulla strada della rivendicazione delle proprie prerogative e bisogni come minoranza nazionale.

In una situazione di questo tipo, e tenendo conto della lotta che si sta affrontando e soprattutto, contro chi, sembra illusorio pensare che sarà possibile avanzare nel riconoscimento dei diritti, in questo caso quelli della minoranza catalana, se questa stessa minoranza raccoglie la sfida partendo da una situazione di frammentazione, con una mentalità di breve termine e desiderosa di rendimenti inferiori che non aiutano affatto ad avanzare nelle proprie rivendicazioni.

Ancora si otterrà di meno se non si capisce che la soluzione non è un miglioramento estetico di certe condizioni, ma un pieno riconoscimento sia della condizione di minoranza nazionale come dell’integrità dei propri diritti; questa è la strada per definire, quando sarà il momento, la cornice politica in cui la minoranza nazionale colpita si sentirà a proprio agio e pienamente riconosciuta come tale.

Il quadro giuridico in cui deve essere dispiegato il confronto non è altro che quello stabilito dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea, che afferma: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata da pluralismo, non discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e uguaglianza tra donne e uomini”.

Non esiste un altro quadro giuridico praticabile che consenta, intelligentemente, di confrontarsi con una realtà e rivendicare diritti e, quindi, qualsiasi azione deve essere considerata in questa prospettiva e deve essere orientata verso un obiettivo chiaro: ottenere il rispetto dei diritti di cui qualsiasi minoranza, ovviamente anche quella catalana, è titolare.

Il processo non è semplice, non è veloce, non è indolore ma è percorribile, o meglio, solo così è percorribile.

 

ˡ Gonzalo Boye Tusset, avvocato penalista, penalista internazionale. Ha assunto la difesa di diversi represaliati catalani tra cui il presidente Carles Puigdemont

* traduzione  Àngels Fita – AncItalia

https://www.lrp.cat/opinio/article/1886328-que-es-una-minoria-nacional.html?utm_source=whatsapp&utm_medium=botons&utm_campaign=com_epanoticies

 

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