Chi risarcirà ora il maggiore Trapero?
El Nacional.cat
Editoriale – José Antich- 20 ottobre 2020
La decisione della Corte nazionale (Audiencia nacional) di assolvere il maggiore del corpo di polizia catalana (Mossos d’Esquadra), Josep Lluís Trapero, dai crimini di sedizione e disobbedienza e per il quale l’accusa ha chiesto lo sproposito di undici anni di prigione è una formidabile e, in parte, inaspettata notizia in mezzo alla valanga di condanne del processo generale aperto contro tutto l’indipendentismo. Dopo tre anni di sentire o leggere, un giorno sì e l’altro anche, qualificativi come “golpista” o “secessionista” e anche peggiori, e dopo che è stato sospeso dal lavoro e senza stipendio, e dopo avergli rovinato la carriera senza motivo, ora il tribunale penale che lo ha processato lo ha assolto con due voti contro uno. Il voto contrario è stato quello de la presidente del Tribunale, Concepción Espejel, che nel suo rapporto ha difeso la pena detentiva. Con Trapero vengono assolti gli altri quattro imputati, la responsabile económica dei Mossos, Teresa Laplana; l’ex direttore generale, Pere Soler; e l’ex segretario generale dell’Interno, Cèsar Puig.
Nessuno potrà compensarlo del supplizio di questi anni. Una carriera professionale impeccabile è stata rovinata da un’ingiustizia giudiziaria e, vale la pena ricordarlo, dall’atteggiamento sproporzionato del colonnello Diego Pérez de los Cobos, colui che il governo di Mariano Rajoy nominò per coordinare la risposta della polizia statale al referendum del 1° ottobre. L’incapacità di Rajoy che non riuscì a trovare le urne, arrivando a dire che le urne non esistevano, insieme alla violenza scatenata dai corpi e forze di sicurezza dello Stato durante la giornata del referendum, provocò la condanna a livello internazionale dello stesso Rajoy e dei responsabili dei dispositivi. Una cosa doveva essere fatta allora: additare Trapero (comandante della polizia catalana) come responsabile, prima per ribellione, poi per sedizione, e se non fosse stato possibile, a processo già avviato, è stata improvvisata l’accusa per disobbedienza. Certamente è stata un’infamia, ma tanti, tantissimi, sono saliti su quel carro e oggi dobbiamo ricordarlo anche se molti non vogliono sentirlo, o addirittura ora guardano dall’altra parte. Il viaggio giudiziario di Trapero in tutto questo periodo sarebbe stato diverso se la verità fosse stata detta fin dall’inizio e non avessero dato come buona, acriticamente, la versione ufficiale.
Sebbene la sentenza non sia ferma e, inoltre, dobbiamo prevedere che il Pubblico Ministero faccia appello alla corte “Audiencia Nacional” e poi porti il caso fino alla Corte Suprema, è una vittoria di merito in una situazione di enorme difficoltà e con la Presidente del Tribunale che era contraria. I due magistrati che hanno ritenuto che non ci fossero prove per la condanna, il relatore Ramón Sáez e Francisco José Vieira hanno mantenuto fino alla fine la posizione che era trapelata già diversi mesi fa e non hanno ceduto di fronte ad altri argomenti.
Due domande senza risposta: l’attuale ministro dell’Interno catalano Miquel Samper, gli offrirà la restituzione dell’incarico anche se sarà come un brindisi al sole perché temo che Trapero abbia già sofferto tanto da escludere un ritorno? E che dire del ministro dell’Interno catalano -durante i giorni del referendum- Quim Forn (ora in carcere e già condannato a 10 anni e mezzo) se, dopo tutta questa montatura sul ruolo dei Mossos, la ribellione e la sedizione sono finite nel nulla?
* traduzione Àngels Fita – AncItalia
https://www.elnacional.cat/ca/editorial/jose-antich-absolucio-major-trapero_548820_102.html