LA DENUNCIA ARGENTINA: LA LUCE IRROMPE
PIÚ FORTE DOVE L’OMBRA È PIÙ SCURA[1]
L’EPISODIO EVIDENZIA, IN MODO INEQUIVOCABILE, UNA QUESTIONE CENTRALE: L’ESISTENZA DI UNA SPAGNA SENZA RIMEDIO DALLA QUALE NON POSSIAMO FAR ALTRO CHE ANDARCENE. NON ESISTE, INFATTI, UNA SPAGNA DEMOCRATICA CHE SIA IN GRADO DI CONFRONTARSI, CON COERENZA, CON LA SPAGNA AUTORITARIA AL POTERE.
Che tutti gli ex presidenti viventi di un Paese adottino una decisione pubblica è un fatto eccezionale. La diplomazia è fatta di gesti e il gesto concreto nella fattispecie va letto come un messaggio nazionale, non di un singolo partito né del governo nel suo insieme. Quando uno Stato fa firmare una lettera, un testo, una dichiarazione, a tutti gli ex presidenti viventi, nessuno escluso, andando oltre i confini di partito, nel linguaggio diplomatico significa che ciò che motiva la firma è da considerarsi come un’aggressione esterna della massima gravità, che va oltre le divergenze politiche e richiede l’unità nazionale.
I quattro ex presidenti spagnoli ancora viventi hanno fatto un gesto concreto di tale portata verso il giudice argentino Maria Servini, in difesa del dirigente franchista Rodolfo Martín Villa che ha testimoniato all’ambasciata argentina sulla cosiddetta querella argentina. Che Aznar e Rajoy lo facessero non sorprende nessuno, essendo compagni di Martín Villa. Che lo abbia fatto Felipe González neppure è una sorpresa, dato il ruolo che ha svolto in quegli anni, e soprattutto se ne osserviamo il progressivo degrado morale. Che però firmi José Luís Rodríguez Zapatero, che può fregiarsi di appartenere all’ala più progressista del Psoe e che si è fatto promotore della Legge della memoria storica, ci dà la cifra dell’importanza che questa querella abbia per lo Stato spagnolo: la cosa non può essere più chiara di così!
Tanto più se consideriamo il fatto che le lettere dei primi ministri non sono arrivate tutte sole. Illustri dirigenti della Transizione (1975-1978), tra i quali Miquel Roca Junyent, o i dirigenti storici di Ugt e Ccoo – che commedianti! – si sono uniti alla manovra. E che dire dell’illustre Josep Borrell, fedele alla sua politica di non perdere mai l’occasione di perdere l’occasione… E così abbiamo visto che il Regime si è presentato come un unico uomo in difesa di un ministro franchista con le mani macchiate di sangue e che all’epoca era stato etichettato come criminale proprio da alcuni di coloro che oggi hanno firmato per difenderlo. Contradditorio? Niente affatto. Perché in realtà, difendendo Martín Villa, quelli che lo difendono, decenni dopo, sono semplicemente se stessi e rappresentano l’opera che li ha uniti.
La querella argentina è uno sforzo eroico, che non potremo mai apprezzare abbastanza, un’odissea umanitaria volta a rompere – in nome della giustizia universale – l’enorme barriera d’impunità eretta dalla Spagna per nascondere i crimini del regime franchista, per evitare che siano giudicati e per proteggere così la sopravvivenza dei criminali. Sono già passati dieci anni da quando i giudici argentini lottano per offrire ai partitari della causa, i querellants, la giustizia che la Spagna nega loro sistematicamente; e sono già passati sei anni da quando, su venti persone in carne ed ossa, alcune delle quali morte senza aver dovuto pagare per quanto commesso, pesa un ordine di detenzione che Madrid, ostinatamente, ostacola e sfida. Tuttavia, finalmente, Martín Villa ha dovuto rispondere alle domande del tribunale argentino. La reazione di panico che si evince da lettere e firme non può essere ne più eloquente ne più istruttiva.
Approfittiamone. Ci sono dei versi di Goethe, un poeta profondamente interessato all’ottica e ai colori, che dicono che è necessaria l’oscurità più nera perché possa irrompere la luce più chiara. E qui ne abbiamo una nuova dimostrazione. Perché quest’oscura reazione spagnola rende palese che non stiamo parlando solo dei crimini commessi da Martín Villa, ma della profonda essenza del Regime nel quale ancora oggi viviamo. E questo illumina, e in che modo, e con quale chiarezza, non solamente la visione su ciò che è accaduto nel passato, ma anche, e soprattutto, la realtà di ciò che ancora dobbiamo sopportare, di ciò che sono tutti.
L’episodio evidenzia in modo inequivocabile una questione centrale: l’esistenza di una spagna senza rimedio dalla quale non possiamo far altro che andarcene. Non esiste infatti una Spagna democratica che sia in grado di confrontarsi con coerenza con la Spagna autoritaria al potere.
Semplicemente tutti sono un tutt’uno.
STEFANIA BUOSI MONCUNILL
Assemblea Nazionale Catalana (Anc), Italia
[1] Libera traduzione italiana dell’editoriale di Vicent Partal dal titolo: “Querella argentina: a l’ombra més fosca és on la llum esclata més clara”, pubblicato su VilaWeb.cat in data 1.09.2020 https://www.vilaweb.cat/noticies/querella-argentina-a-lombra-mes-fosca-es-on-la-llum-esclata-mes-clara/