Borrell non fa rima con Forcadell

 Borrell condanna la repressione di Trump contro gli afroamericani e plaude a quello dello Stato spagnolo (di cui è stato Ministro) contro gli indipendentisti catalani. Forcadell ha già scontato 800 giorni di carcere per aver promosso la più grande mobilitazione popolare nella storia dell’Europa

 

Sembra che la pandemia stia regredendo in Spagna e in Italia. Invece, dagli Stati Uniti arrivano cattive notizie, non solo a causa del coronavirus Covid-19.
Questa settimana abbiamo visto, increduli, come Donald Trump incoraggiasse una violenta repressione contro i cittadini, legittimamente indignati per la violenza arbitraria, di tipo razzista, della Polizia. E abbiamo sentito, attoniti, il noto Josep Borrell, capo della diplomazia europea, affermare che «le società devono rimanere vigili contro l’uso della forza e garantire il rispetto dei diritti umani». Attoniti, perché Borrell applaudì le percosse della Polizia spagnola contro gli elettori catalani del 1 ottobre 2017 e giustificò il carcere dei leaders indipendentisti. Questa frase, su le sue labbra, è di un cinismo che offende molti catalani.

Questa settimana si sono compiuti i primi 800 giorni di carcere per Dolors Bassa e Carme

Forcadell, due signore parlamentari rispettivamente di 61 e 65 anni, psicopedagogista la prima e filologa la seconda.
Formalmente, Carme Forcadell è stata condannata per il reato di sedizione: secondo la sentenza di condanna, la sua posizione privilegiata come Presidente del Parlamento della Catalogna, nel 2017, le ha assegnato un ruolo decisivo nell’aver dato una legalità “parallela”, in mancanza di validità riconosciuta dallo Stato spagnolo.

La Corte suprema spagnola ha ignorato che questa “legalità parallela” era pronta ma non è mai entrata in vigore; il Governo catalano e il suo Presidente, Carles Puigdemont, hanno deciso di bloccare gli effetti legali della proclamazione della Repubblica catalana alla fine di ottobre 2017 per evitare un bagno di sangue: i movimenti delle forze di sicurezza dello Stato spagnolo avevano fatto prevedere una violenza repressiva estrema, di cui era difficile dubitare dopo le brutali agressioni ricevute dalla popolazione civile il 1 ° ottobre 2017.

Da parte catalana non vi è mai stata alcuna violenza, né èstata attivata la dichiarazione di indipendenza; quindi per giustificare il reato di sedizione per Carme Forcadell, la Corte suprema ha dovuto destreggiarsi tra equilibrismi da circo e serietà procedurale. Come si spiegano gli 800 giorni di carcere scontati dalla signora Forcadell e gli otto anni e mezzo di condanna che ancora l’attendono?

La spiegazione sta in ciò che Carme Forcadell rappresenta: è stata, tra il 2012 e il 2015, Presidente dell’Assemblea nazionale catalana, un’organizzazione civile,

attivista e pacifista che ha promosso dibattiti, conferenze e azioni collettive a favore dell’autodeterminazione della Catalogna. Un’autodeterminazione che è stata l’aspirazione di centinaia di migliaia di catalani da generazioni, e maggioritaria dal luglio 2010 (data in cui la Corte costituzionale spagnola ha rotto il patto territoriale che la Costituzione del 1978 aveva forgiato). Il 13 marzo 2013una indiscutibile maggioranza dei deputati del Parlamento catalano (104 deputati compresi quelli del Partito Socialista di Catalunya su un totale di 135) ha approvato una mozione a favore dell’autodeterminazione e ha chiesto di avviare negoziati con il Governo spagnolo per organizzare un referendum, proposta che è stata irresponsabilmente ignorata dal governo Rajoy.

Il risultato più spettacolare dell’Assemblea nazionale catalana è stata l’organizzazione della Via Catalana: centinaia di migliaia di cittadini si sono uniti, l’11 settembre 2013, formando una catena umana da Vinaròs, nella comunità valenciana, a Voló, in Francia, attraverso la Catalogna da una estremità all’altra per oltre 400 km … per rivendicare il proprio diritto politico all’autodeterminazione. Esiste un solo precedente simile nella storia dell’Europa e del mondo: nell’agosto 1989, a partire dalla Torre Pikk Hermann, a nord di Tallinn (capitale dell’Estonia), centinaia di migliaia di estoni, lettoni e lituani si sono dati la mano per 560 chilometri fino alla Cattedrale di Vilnius. I cittadini baltici protestarono contro l’accordo tra Ribbentrop e Molotov (Hitler e Stalin) che cinquant’anni prima li aveva annessi all’Unione Sovietica contro la loro volontà. Nel 1991, dopo il fallimento del colpo di Stato dei generali russi (contro Michail Gorbačëv) e il crollo dell’Unione Sovietica, i cittadini dei paesi baltici hanno potuto finalmente celebrare la loro indipendenza.

I catalani non hanno meno diritto all’autodeterminazione di lituani, lettoni ed estoni; ma lo Stato spagnolo intende negarcelo. Questa è l’unica ragione per gli 800 giorni di carcere della stimata Forcadell e la condanna a 100 anni per tutti i leader politici e sociali incarcerati.

Qualsiasi democratico deve indignarsi quando Donald Trump ordina di caricare i manifestanti, quando l’Unione europea ostacola il salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo, e quando il Governo spagnolo reprime attivisti e elettori indipendentisti. I diritti umani sono per tutti indipendenti dal colore della pelle, dal luogo di nascita e dal desiderio di libertà dei popoli. Ogni nuovo giorno in cui prigionieri politici rimangono in prigione è un attentato ai diritti umani perpetrato dallo Stato spagnolo.

 

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