Mentre i prigionieri politici catalani trascorrono il confinamento in prigione, il coronavirus porta via un sinistro torturatore franchista decorato dalla democrazia spagnola
di Enric Casulleras/ Universitat de Vic 11 Maggio 2020
La pandemia sta mettendo a dura prova tutti. Ma a causa del Tribunal Supremo spagnolo, è particolarmente crudele per Jordi Cuixart, Presidente di Òmnium Cultural, condannato a nove anni di carcere per un presunto crimine di sedizione, per aver indetto una manifestazione di protesta contro un’assurda perquisizione presso una sede del Governo catalano.
La Corte Suprema si è assicurata, attraverso la coercizione sui funzionari dei centri penitenziari, che Cuixart e gli altri prigionieri politici catalani non possano trascorrere il confinamento presso il loro domicilio, un diritto che è stato concesso alla maggioranza dei prigionieri comuni.
Jordi Cuixart, che dovrebbe essere candidato al Premio Nobel per la pace (si è sempre dichiarato, prima di tutto, un attivista per la non violenza), non vede i suoi figli da due mesi, uno dei quali è un bambino piccolo. In circostanze simili si trovano due care nonne, Carme Forcadell, ex Presidente del Parlamento catalano, e Dolors Bassa, ex consigliere del Governo di Carles Puigdemont, e altri sei onorevoli e pacifici funzionari pubblici.
In contrasto con la crudeltà esercitata contro Jordi Cuixart, ha avuto un placido pensionamento Juan Antonio González Pacheco, meglio noto come ‘Willy el Niño’, morto la settimana scorsa a causa il coronavirus.
Willy el Niño è stato uno dei più importanti torturatori della Polizia franchista, particolarmente temuto dagli antifascisti che stavano combattendo contro il regime del generale Franco. Era noto per la crudeltà con cui picchiava i detenuti nei locali della Direzione generale della Sicurezza di Madrid. Faceva parte della Brigata politico-sociale, che perseguitava, deteneva e torturava comunisti e separatisti, in particolare tra il 1969 e il 1975.
Che una dittatura militare abbia una Polizia specializzata, assunta da Franco, per arrestare e picchiare comunisti e separatisti non è sorprendente. Ciò che è più difficile da capire è che, in democrazia, un personaggio sadico come ‘Willy el Niño’, possa trarre vantaggio dalla Legge sull’amnistia del 1977; e ciò che è scandaloso è che gli siano state assegnate decorazioni e indennità, l’ultima nel 1982, con un Governo a maggioranza assoluta ‘socialista’ in Parlamento.
Lo stesso Senato, che ha approvato la sua decorazione, ha rifiutato di rendere pubblico il suo ‘foglio di servizio’, cioè a dire l’elenco dei suoi misfatti. Ancora oggi non è stato pubblicato.
‘El Niño’ è stato oggetto di denunce all’estero, ma la “Audiencia Nacional” ha sempre respinto la sua estradizione.
L’Audiencia Nacional, creata nel 1977, occupò lo stesso edificio, aveva le stesse funzioni ed era diretto dagli stessi funzionari che avevano fatto parte del Tribunal del Orden Público e della sua perversa Brigata politica sociale, incaricata di perseguitare gli oppositori del regime di Franco.
L’ultima impresa della Audiencia Nacional è stata quella di accusare di ribellione i politici che hanno organizzato il referendum catalano e chiedere (senza successo) l’estradizione dell’onorevole Presidente Carles Puigdemont, residente in Belgio e membro del Parlamento europeo.
Il ‘sottogoverno’, gli apparati statali che controllavano la Polizia, i giudici e gli alti funzionari dei tempi di Franco, ebbero l’immunità durante la transizione. Lo spirito di questo‘sottogoverno’ persiste: anche gli agenti di Polizia che il 1 ° ottobre 2017 si sono resi protagonisti di pestaggi ai danni dei cittadini della Catalogna che erano andati a votare per il referendum sull’autodeterminazione sono stati decorati e premiati.
Gli organizzatori di questo referendum sono ancora in esilio o in prigione, condividendo la prigione con Jordi Cuixart. Incarcerati e confinati, sopportano stoicamente e degnamente la vendetta dello Stato spagnolo, in grado di amnistiare e premiare i torturatori dell’epoca di Franco e incapace di amnistiare innocenti democratici repubblicani se sono indipendentisti.