Il decreto di stato di emergenza del 14 marzo apre la porta ai militari a comportarsi come forze dell’ordine se la situazione di crisi dovesse richiederlo.
Pere Martí 1.4.2020 www.vilaweb.cat
TEMA DEL GIORNO: Autoritarismo.
La lotta necessaria contro la pandemia del coronavirus non dovrebbe implicare nessuna restrizione delle libertà dei cittadini, se non quelle decretate dai governi eletti democraticamente per motivi sanitari. Lo sradicamento della pandemia non può avallare né dare poteri a istituzioni che non restino sottoposte al controllo democratico, perché altrimenti si aprirebbe la porta all’autoritarismo. Questa deriva autoritaria può arrivare dalla politica, come è successo in Ungheria, ma anche dalla normalizzazione della militarizzazione come strumento per ristabilire l’ordine. In uno Stato come quello spagnolo, in cui l’esercito mantiene ancora lo spirito franchista nel DNA, l’uso che se ne può fare per lottare contro la pandemia deve essere un uso strettamente sanitario, sporadico e adottato solo quando lo richiedano i servizi pubblici che dipendono da amministrazioni democratiche.
La militarizzazione della crisi sanitaria e il progressivo dispiegamento dell’esercito spagnolo in tutto lo Stato sono stati accompagnati da una propaganda nazionalista che è diventata un’arma politica. L’esempio di Palma di Maiorca, dove l’esercito è stato schierato con l’inno spagnolo in pompa magna, dimostra questa volontà propagandista. E la presenza quotidiana [dell’esercito] alle conferenze stampa del Governo spagnolo, pure. Nella maggior parte dei paesi europei, l’esercito fornisce supporto sanitario ma il capo dello stato maggiore non appare quotidianamente per arringare le truppe. Chi mostra la faccia è il Governo e, se necessario, il ministro della Difesa.
Ma al di là dell’immagine il problema si ha quando, legalmente, vengono assegnate all’esercito più funzioni di quelle previste dalla legge. Il decreto del Governo spagnolo del 14 marzo sullo stato di emergenza afferma che i membri delle forze armate potranno agire come forze dell’ordine. Ovvero: potranno agire come la polizia se la situazione lo richiede, arrestare le persone o reprimere le rivolte. Il decreto apre un pericoloso divario, perché dare funzioni di polizia all’esercito significa aprire le porte alla militarizzazione dell’ordine pubblico. Non è un fatto impossibile. Nella Catalogna Nord, ad esempio, finora l’esercito francese ha svolto compiti sanitari, come la costruzione di ospedali da campo o l’evacuazione dei malati, ma la prefettura ha annunciato che l’esercito pattuglierà le strade di Perpinyà, nell’ambito di un’operazione battezzata con il nome di Resilienza, destinata a sostenere le forze di polizia. I militari fungeranno da polizia.
Nello Stato spagnolo questo non è ancora avvenuto, anche se ci sono già stati casi di arresti da parte di soldati dell’esercito. Al momento sono pochi, ma se la crisi sanitaria ed economica dovesse peggiorare, potrebbero esserci problemi di ordine pubblico. In Italia ci sono già stati i primi assalti ai supermercati. In casi come questo, l’esercito non dovrebbe avere titolo ad intervenire. È un compito assolutamente non necessario in uno Stato che ha la polizia e soprattutto la Guàrdia Civil, che è un corpo militarizzato e non esattamente un modello di trasparenza democratica. In Catalogna, l’ordine pubblico è di competenza della Generalitat, in mano ai Mossos d’Esquadra: anche loro hanno commesso eccessi in alcuni momenti, come in occasione delle proteste dell’autunno scorso contro la sentenza della Corte Suprema, ma sono una forza di polizia democratica.
Questo quinto punto aggiuntivo ¹ dello stato di emergenza dovrebbe essere soppresso, perché non ha niente a che fare con le funzioni sanitarie assegnate all’esercito spagnolo in questa crisi. Il Governo spagnolo ha scelto di centralizzare le competenze della Sanità e dell’Interno, in una decisione che si è rivelata poco efficace, soprattutto riguardo la distribuzione di materiale sanitario, e non ha impedito la diffusione della pandemia. Ma aprire la porta a funzioni di polizia per i militari è assolutamente inutile e costituisce un precedente pericoloso per il prossimo futuro, tanto più considerando che ancora non sappiamo quale sarà la portata della crisi sanitaria ed economica che verrà dopo. I decreti di emergenza del Governo dovranno essere approvati dal Congresso spagnolo prima del 9 aprile e il PSOE non ha la maggioranza per approvarli se i partiti indipendentisti non danno il loro supporto. Come qualsiasi decreto anche questi sono modificabili e sarebbe un errore non approfittare di questa opportunità per limitare il ruolo dell’esercito o allontanarlo dalle funzioni di polizia.
¹ si riferisce ai punti del decreto di stato di emergenza del 14 marzo
* traduzione di Gaia Dolfi
https://www.vilaweb.cat/noticies/el-risc-legal-que-lexercit-espanyol-faci-de-policia/