Barcellona dice no all’estradizione di Julian Assange grazie alla convocazione da parte dell’Assembleawww.assemblea.cat 25.02.2020
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Centinaia di persone si sono concentrate ieri in Plaça Universitat, a Barcellona, per chiedere il rilascio di Julian Assange, in concomitanza con la protesta mondiale che si è svolta in diverse città del mondo questo lunedì, quando ha avuto inizio, a Londra, l’udienza, per la sua estradizione.
Julian Assange potrebbe essere condannato fino a 175 anni di prigione se fosse estradato negli Stati Uniti. Ieri, Barcellona ha fatto sentire il suo grido di solidarietà con l’attivista e fondatore di Wikileaks affermando che la sua estradizione e condanna darebbero un colpo alla libertà di stampa, di espressione e al diritto all’informazione. Contro la violazione di questi diritti fondamentali, la concentrazione globale, anche a Barcellona, è stata inquadrata con lo slogan “il giornalismo non è un crimine”.
Il supporto di Assange al movimento indipendentista in Catalogna viene da lontano, ed è durato fino a quando, nel marzo 2018, le sue comunicazioni si sono interrotte, in parte per la pressione del governo spagnolo.
“La preoccupazione dello Stato spagnolo non era tanto il diritto all’informazione, quanto che il mondo venisse a sapere che tipo di stato autoritario è”, ha denunciato Elisenda Paluzie [economista catalana, presidente di Assemblea Nacional Catalana, ndt]. La presidentessa dell’Assemblea ha anche dato l’allarme sulla persecuzione politica che Assange vive per voler difendere la trasparenza, la verità e la giustizia, e ne ha chiesto la libertà.
L’iniziativa di Barcellona ha potuto contare sugli interventi di Francesc de Dalmasses (JxC), Albert Botran (CUP) e Eva Baró (ERC), che hanno letto una mozione che sarà presentata questo martedì al Parlamento della Catalogna a nome dei tre partiti indipendentisti e che reclama la libertà immediata e incondizionata di Assange.
Dopodiché, si è potuta ascoltare una registrazione dello stesso Assange di quando dava supporto all’autodeterminazione della Catalogna nei giorni vicini al 1° Ottobre [1° ottobre 2017 giorno del Referendum, ndt]. Infine hanno concluso l’iniziativa gli interventi di Xavier Antich e Elisenda Paluzie rispettivamente di Òmnium e dell’Assemblea.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Assemblea Nacional Catalana con il supporto di Anonymous Catalunya, Òmnium Cultural, Junts per Catalunya, Esquerra Republicana, la CUP, Demòcrates de Catalunya, il Partito Pirata, Primàries Catalunya, Solidaritat Catalana per la Independència e sui Jilet Jaunes.
* traduzione di Gaia Dolfi