La scommessa della Catalogna per l’indipendenza digitale

Un decreto legge spagnolo impedisce ai separatisti di creare una repubblica digitale.

Il Presidente Torra con il ministro Jordi Puigneró
EPA-EFE/ENRIC FONTCUBERTA

di EDDY WAX   Politico  18/11/19

Il campo di battaglia nella lotta per l’indipendenza della Catalogna si sta spostando dalla strada allo schermo.Il governo indipendentista sta intensificando gli sforzi per creare quella che chiama una “repubblica digitale”, che gli consentirebbe di esercitare alcuni poteri anche qualora Madrid imponesse un dominio diretto. Ma il governo socialista spagnolo, tornato al potere dopo le elezioni nazionali, ha già provato a staccare la spina di questo nascente stato-ombra online. A guidare il tentativo di indipendenza online è il ministro per le politiche digitali della Catalogna Jordi Puigneró, un ingegnere informatico di formazione britannica, che scherzosamente si definisce “solo un ragazzo IT”.

“Le autorità spagnole hanno paura che noi costruiamo un modello di società diverso basato sulle tecnologie digitali”, ha dichiarato a POLITICO in un’intervista.

Il mese scorso, poco prima delle elezioni, il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez ha stroncato il tentativo di Puigneró di sottrarre a Madrid il controllo sulle regole di Internet in Catalogna. “Dico al movimento indipendentista catalano che non ci sarà indipendenza né offline né online, e che lo stato sarà tanto forte nel mondo digitale come nel mondo reale”, ha detto Sánchez alla radio nazionale. Le nuove leggi di emergenza di Sánchez estendono i motivi per cui la Spagna può chiudere i siti Web, aggiungendo una “minaccia immediata e grave contro l’ordine pubblico”.Proteste violente hanno scosso Barcellona per giorni nel mese scorso dopo che la Corte Suprema spagnola ha sentenziato il carcere per nove leader catalani separatisti, fino a un massimo di 13 anni, per la loro partecipazione al fallito referendum d’indipendenza dell’ottobre 2017. Sebbene le nuove leggi si applicano in tutta la Spagna e non menzionano specificamente la Catalogna, il decreto fa riferimento a “eventi recenti e gravi verificatisi in una parte del territorio spagnolo”. La Guardia Civil spagnola ha già richiesto la chiusura di un sito web anonimo dell’organizzazione civile chiamata Tsunami Democràtic, che ha 400.000 follower su Telegram ed è stata determinante nell’organizzazione delle proteste contro le condanne dei leader catalani del mese scorso.

 Gli agenti di polizia sorvegliano una stazione ferroviaria di Barcellona mentre i manifestanti si radunano con una bandiera catalana per l’indipendenza | Pau Barrena / AFP via Getty Images

 

“Loro [il governo spagnolo] stanno aprendo una porta molto pericolosa in uno stato dell’Europa occidentale, ed è qualcosa di cui l’Unione europea dovrebbe preoccuparsi”, ha detto Puigneró.

 

La Repubblica digitale

Puigneró, del partito indipendentista Insieme per la Catalogna (Junts per Catalunya), vuole più poteri digitali nel caso in cui Madrid imponesse un dominio diretto sulla regione, come già accadde durante sette mesi, dopo che il parlamento catalano dichiarò l’indipendenza nel 2017.

“Se Internet è disponibile, si potrebbe avere un governo che prende le decisioni votate dal popolo, un parlamento che prende decisioni digitali, avere un’identità digitale, creare una cripto-valuta, in realtà puoi ancora governare la tua nazione”, ha detto Puigneró.

Come parte dell’obiettivo di avviare una repubblica digitale, il governo regionale ha redatto una carta dei diritti digitali e aprirà la propria agenzia di sicurezza informatica il prossimo anno.

Puigneró -del partito Insieme per la Catalogna (Junts per Catalunya) come Carles Puigdemont, l’ex-leader catalano che ora vive in Belgio-, sta anche orchestrando gli sforzi per l’indipendenza online, con un sito web per il “Consiglio per la Repubblica catalana”.

Ma Madrid ha silurato i piani di Puigneró di creare un sistema catalano di identità, basato sulla tecnologia blockchain, per consentire ai catalani di possedere i propri dati. Il nuovo decreto legge stabilisce che esiste un solo sistema di identità legale in Spagna ed esclude le tecnologie di blockchain fino a quando non saranno meglio regolate dall’UE.

“Hanno paura che questo sistema in qualche modo conferisca potere ai cittadini catalani”, ha detto Puigneró, aggiungendo che non era inteso come un sostituto della carta d’identità nazionale.

Anche la vice-primo ministro spagnolo Carmen Calvo, che ha annunciato le nuove leggi, ha preso di mira il governo catalano per il luogo dove conserva i suoi dati. “Non possono esserci server al di fuori dell’Unione Europea. Dobbiamo sapere da dove provengono le informazioni, chi le gestisce, a che scopo e perché”, ha affermato.

“Stiamo già rispettando questa legge perché rispettiamo la legge GDPR”, ha risposto Puigneró. Ha detto che i server web che memorizzano i dati personali dei cittadini erano situati sul territorio dell’UE, ma ha indicato che il governo catalano aveva altri server al di fuori dell’UE. “Ci sono molti dati che non sono dati personali”, ha detto.

Puigneró afferma che il governo catalano farà ricorso contro la legge nei tribunali spagnoli, ma almeno per ora sembra che il nuovo decreto, che a un certo punto avrà bisogno dell’approvazione del parlamento, abbia scaricato la batteria di questa nascente repubblica digitale.

“Possono cercare di fermarla”, ha detto Puigneró. “Ma Internet è come l’acqua: se provi ad afferrarla con le mani, scorre via”.

autori: Eddy Wax

 

https://www.politico.eu/article/catalonia-digital-independence-bid-jordi-puignero/

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