Lunga guerra di logoramento
El mon.cat – Eduard Voltas – 26 d’octubre de 2019
Oggi, sabato 26 di ottobre, si sarebbe dovuta giocare la partita Barça-Madrid nel Camp Nou, ma qualcuno si è spaventato per l’occupazione dell’aeroporto dello scorso 14 ottobre e per le agitazioni nel centro di Barcellona dei giorni successivi, e ha deciso che sarebbe meglio un cambio di città o di data. Finalmente, la data è stata spostata: 18 dicembre. Il grado di ingenuità dei promotori della misura è notevole, in quanto è evidente che l’hanno presa pensando che, dopo due mesi, la protesta si sarà diluita. Ma ieri, 375.000 persone, il 6,7% della popolazione adulta del paese, ricevettero un messaggio sul cellulare con l’avviso di tenersi pronti per il 18 dicembre per fare “una cosa”. Non c’è bisogno di essere un luminare per capire che, o i giocatori di ambedue squadre insieme agli arbitri dormiranno nel Camp Nou la notte prima, oppure questa partita non potrà, probabilmente, essere giocata. Qualunque cosa sia, l’impatto mediatico mondiale e anche sociale e politico in Spagna sono assicurati.
Ritardare la partita di due mesi sarvirà a nulla, e ancora meno spostarla di nuovo, perché il conflitto tra la Catalogna e lo stato spagnolo è entrato in una nuova fase. La psicologia dell’indipendentismo organizzato e la sua base sociale sono cambiate. Dall’ingenuità del “la Spagna non può permetterselo” oppure “L’Europa non lo permetterà”, o dall’ansia pre-política del “abbiamo fretta” e ”manca poco”, sono passati a un approccio più maturo, che capisce molto meglio la natura autoritaria dello stato spagnolo e il cinismo estremo che impregna i rapporti internazionali, e si assume come inevitabili i costi della repressione. Il Tsunami democratico è l’espressione organizzativa più genuina di questa nuova fase, perché ha deciso di passare all’azione diretta non violenta e lo fa senza promettere nulla: non esiste altra tabella di marcia che la lunga guerra di logoramento, affrontata sulla base di azioni tattiche autoconclusive con alte probabilità di successo grazie alla tecnologia e al carattere massivo e pacifico del movimento. Ovviamente, nessuno mette in moto una strategia di questo calibro, e nessuno la segue, se non si è disposti ad assumere tutte le conseguenze: l’Alta corte dell’“Audiencia Nacional” ha iniziato le indagini sul Tsunami per reato di terrorismo.
Il Tsunami dimostra anche una grande intelligenza politica quando mostra il mòtto “Sit and Talk”
(siediti e parla). Il grande punto debole della posizione dello stato spagnolo, sia di fronte all’opinione pubblica catalana che a quella internazionale, non è quello di opporsi fermamente alla secessione di una parte del suo territorio. Questo lo farebbero tutti gli stati. Il grande punto debole è il rifiuto di affrontare politicamente un conflitto di natura politica, è lo stampo autoritario che applica al caso catalano, è l’uso del Codice Penale come la sola strategia di risposta. Il “Sit and Talk” rende la nudità dello stato molto più di qualsiasi altro mòtto abituale dell’indipendentismo ed è una dimostrazione che l’indispensabile volontà di allargare la base di supporto, è perfettamente compatibile con l’audacia, il coraggio e l’assunzione di rischi personali. E mentre scrivo questa frase, non faccio fatica a immaginare il sorriso di Jordi Cuixart dietro il vetro del carcere di Lledoners.
* traduzione Àngels Fita-AncItalia
https://www.elmon.cat/opinio/guerra-llarga-desgast_2077514102.html