Pronti, partenza e…..
dumsound 9.10.2019
Tutti pronti ai blocchi di partenza, in attesa del via, che darà la magistratura con la sentenza.
Quindi la ANC insieme a Omnium Cultural hanno organizzato 5 marce che partiranno rispettivamente da Girona, Vic, Brega, Tàrrega e Tarragona. Tutte e cinque si diriggeranno a Barcellona, facendo un percorso di 100 km circa, per la durata di 3 giorni.
I CDR si aggiungeranno alle cinque manifestazioni.
Il sindacato indipendente CSC ha convocato uno sciopero generale per venerdì 18. La richiesta dello sciopero avviene includendo richieste come l’aumento del salario minimo, però ovviamente, come già successo nei precedenti scioperi generali, non essendo uno sciopero per motivazioni realmente legate al mondo del lavoro, sarà più un “blocco del paese” da parte della cittadinanza, ed avrà un minor impatto nel mondo prettamente lavorativo.
La piattaforma “Tsunami democràtic” sta organizzando una serie di blocchi delle infrastrutture
(autostarde, stazioni ecc) intermittenti e casuali dal giorno della sentenza fino alla fine di gennaio.
Lo stato centrale invia 1500 tra Policia Nacional e Guardia Civil, da aggiungere ai 4000 già residenti in Catalunya, per aiutare i Mossos d’Esquadra alla difesa dei punti sensibili, come palazzi istituzionali, aereoporti, stazioni ecc. C’è da dire però, che già ne erano state inviate alcune centinaia nei mesi estivi, senza che la cosa avesse molta eco nei media. In questo caso, a differenza di due anni fa, il coordinamento dei differenti corpi di polizia, sarà affidato ai Mossos d’Esquadra.
I Mossos, ancora una volta si troveranno nell’occhio del ciclone. Già pochi girni fa, con un notevole effetto simbolico, visto che è avvenuto il primo ottobre, il direttore generale del corpo ha dato le dimissioni, ed è stato sostituito da un nuovo direttore vicino ai partiti indipendentisti. I Mossos dipendono dalla consiglieria di interiore della generalitat catalana (con l’esclusione del ruolo di polizia giudiziaria che ricoprono nel momento che si presenti un ordine della magistratura), e coordineranno i corpi di polizia direttamente alle dipendenze dello stato centrale spagnolo… Una contradizione che renderà il loro ruolo, a dir poco, in una posizione delicata…
Il Tribunal Supremo ci comunica che non sospenderà (come richiesto dall’avvocato di Junqueras) la sentenza per aspettare la sentenza del tribunale europeo sopra l’immunità parlamentare di Junqueras, e quindi si prevede che sarà proprio il 14 il giorno in cui farà conoscere la sentenza, coincidendo curiosamente (e forse con una certa dose di mancanza di rispetto) con quella che emetterà il tribunale europeo.
Mentre il tribunale che a Barcellona sta indagando le forze di polizia per le cariche del primo ottobre, ha convocato per completo la Brigata di Informazione della Guardia Civil, per riuscire a venire a capo sulla catena di comando dell’operazione, visto che a distanza di due anni, ancora non si sa chi è che ha dato l’ordine di caricare i seggi, e neanche chi, poco dopo l’ora di pranzo, ha dato l’ordine di ritirarsi e non attaccare più i seggi.
Intanto la Guardia Civil decora con la medaglia d’onore il magistrato Ramírez Sunyer (fu il magistrato che aprì la causa contro gli indipendentisti, deceduto a novembre del ’18), la sua segretaria Monserrat Del Toro, testimone nel processo contro gli indipendentisti, famosa per la testimonianza della perquisizione alla Consilleria de Economia, ed altri testimoni chiave del processo… Ossia, ancora prima dell’emissione della sentenza, si danno premi ai testimoni a favore e ai giudici che hanno aperto la causa… La famosa separazione dei poteri, no?
C’è invece chi vive l’arrivo della sentenza, come una manna dal cielo durante la campagna elettorale. Quindi c’è chi decide anticipare l’apertura ufficile della campagna, e usa il parlamento catalano come fosse un comizio elettorale in tutto lo stato. Infatti due giorni fa Ciutadanos ha presentato una mozione di sfiducia contro il presidente Torra. L’hanno presentata con la certezza di perderla, visto che non c’erano i numeri, ma nel farlo sapevano che non avrebbero ottenuto l’appoggio del PSC (socialisti catalani), e quindi, d’ora in poi, avranno tutto un mese di campagna in cui spacceranno l’astensione del PSC come un tradimento alla patria da rivendere in Andalucia, Murcia ecc… La giocata in realtà ha dato un aiuto al governo Torra, visto che i Comuns di Ada Colau, nonostante le forti critiche al governo indipendentista, hanno votato contro la sfiducia e quindi a favore del governo, che ne esce quindi rafforzato.
Si perde nella confusione e nella preoccupazione della vigilia di un momento politico delicato, la nuova legge della generalitat catalana, che decide che a partire del prossimo anno scolastico, l’educazione sessuale sarà insegnata dall’asilo fino alla fine dei cicli scolastici obbligatori, trasformandosi in un’avanguardia europea rispetto al sistema educativo, in tema di genere e femminismo. C’è da aspettarsi un intervento del Tribunal Costitucional (come già fatto precedentemente per decine di leggi di stampo progressista), per bloccare la legge prima della sua messa in atto.
C’è chi continua a chiedere l’applicazione del 155, chi la Ley de seguridad nacional, chi, come i fascisti di Vox, chiedono direttamente le fosse comuni.
Il 12 ottobre è la festa nazionale in ricordo dello sbarco di Colombo nei Caraibi. La festa dell’orgoglio patrio. La festa che ci ricorda la grande avventura imperiale della Spagna, l’onore perduto con la perdita di Cuba e delle Filippine. La festa nazionalista per antonomasia, con le sfilate militari e le signore anziane vestite a festa…
Appena due giorni dal via…
Appena due giorni prima della sentenza…
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