Thomas S. Harrington, docente di Studi Ispanici al Trinity College di Hartford, USA.
Vilaweb.cat Thomas Harrington – 23.08.2019
«Le cúpole di PSC e ERC (sinistra) tendono storicamente a essere di estrazione sociale borghese, comparabile a quella di CiU e i suoi derivati (destra e centrodestra)»
E’ evidente, sebbene sia sistematicamente nascosto dai media americani, che gli Stati Uniti potrebbero realizzare una grande riforma di natura socialdemocratica, solo se ci sarà la volontà di smantellare una parte significativa dell’enorme macchina militare del paese.
Ma se cerchiamo dichiarazioni chiare su questo tra i leader del Partito Democratico, considerato di sinistra dalla stragrande maggioranza dei miei compatrioti, non le troveremo, nemmeno nei discorsi del grande predicatore americano del socialismo in stile nordico, Bernie Sanders. Le troveremo soltanto se ci addentriamo negli angoli di Internet occupati da coloro che i grandi media qualificano come “estremisti”, incapaci di proporre soluzioni “pratiche” ai problemi del paese.
In altre parole, quelli di sinistra che parliamo delle realtà strutturali che rendono possibile – e, in realtà, necessario – il continuo impoverimento della popolazione siamo, sotto l’attuale regime politico-mediatico, una manciata di inutili sognatori, mentre quelli che abbracciano senza tanti complimenti le politiche che ci condannano a un’asfissia socio-culturale sicura sono persone molto responsabili.
Cosa bisogna fare se le persone “responsabili” del tuo gregge sono visibilmente irresponsabili quando si tratta di combattere contro le basi strutturali dei problemi che essi stessi descrivono come una piaga biblica quando hanno una telecamera davanti a loro?
Una soluzione è quella di tacere e seguire i leader, con la convinzione che loro ne sanno molto più di te, sulle realtà del mondo, e diventare così quella cosa che più piace ai partiti politici: un voto economico e docile.
La seconda opzione è cercare la complicità di persone che non fanno parte del tuo “ambiente sociologico” e con le quali potresti avere anche gravi discrepanze ideologiche, ma che sono d’accordo con te sulla diagnosi dei due o tre problemi più urgenti della società.
Ad esempio, negli Stati Uniti esiste un movimento politico poco conosciuto in Europa chiamato “paleo-conservatore” o “libertariano” (seguace del liberalismo libertario). Hanno una fede quasi religiosa nella capacità dei cosiddetti “mercati liberi” di risolvere i problemi sociali.
Ma allo stesso tempo capiscono che questa realtà sognata da loro sarà assolutamente impossibile da raggiungere mentre la guerra (e il mantenimento del Leviatano statale che la guerra inevitabilmente crea) rimarrà l’attività principale del governo del paese. E per questo motivo, sono – senza alcun dubbio – gli oppositori più persistenti, informati e coraggiosi contro la cultura della guerra in tutto il paese.
Essendo convinto che l’instaurazione dello stato sociale nei paesi dell’Europa occidentale dopo la seconda guerra mondiale sia stato, probabilmente, il traguardo più importante nella storia dello sviluppo umano, ovviamente non condivido la visione socio-economica di questi paleo-conservatori. Ma ne ammiro enormemente la tenacia nella lotta contro il male di tutti i mali: la guerra.
E li ammiro per un altro motivo: la grande magnanimità con le persone che non condividono la loro ideologia o che provengono da altre tendenze politiche o da tradizioni intellettuali diverse. L’unica cosa – e parlo per esperienza personale – che assomiglia remotamente a una “condizione” per poter pubblicare nei loro mezzi di diffusione più importanti è quella di avere un grado importante di scetticismo sulla realtà in cui viviamo, dove la promulgazione della guerra e del militarismo sono presentati come gli strumenti più importanti e onorevoli dello stato.
Sfortunatamente, non posso dire la stessa cosa dalla maggior parte dei miei colleghi presumibilmente di sinistra. In più occasioni ho parlato con progressisti che affermano di essere molto preoccupati per la militarizzazione della nostra società, sempre più forte; e ho commentato la grande ricchezza di risorse critiche disponibili nelle idee anti-militaristiche libertariane. Da quanto ne so, nessuno di loro ha consultato tali fonti. E anzi, molti di loro hanno affermato apertamente, senza aver mai consultato un solo testo della suddetta tendenza politica, che non hanno intenzione di farlo perché queste persone sono, “come tutti sanno”, matti di destra che dicono queste cose per nascondere l’intenzione di stabilire uno stato più autoritario; nozione, ovviamente, assolutamente ridicola per quelli che conosciamo lo zelo anti-statalista (eccessivo, secondo me, naturalmente) di questi attivisti ferventemente anti-militaristi.
Sembra che per i colleghi di sinistra sia sufficiente sapere che i libertariani non fanno parte della squadra della “nostra” brava gente per eliminarli completamente come fonte di riferimenti potenzialmente utili alla causa. Questo, come se i “nostri” pensatori e attivisti avessero fatto un lavoro impeccabile sfidando la logica imperante di guerra senza fine. O come se non potessimo combattere meglio questo problema fondamentale unendo gli sforzi.
Sembra che la dinamica appena descritta non sia solo un problema nel mio paese. In Catalogna, i partiti che si definiscono di sinistra hanno vissuto dell’idea – convertita in un atto di fede dopo il libro di Jordi Solé Tura (pubblicato nel 1967) sul politico catalano dell’800 Prat de la Riba – che qualsiasi movimento catalano che non fa parte “della loro gente” è un tentativo di questa borghesia, eternamente corrotta, di frodare i poveri sotto la bandiera della nazione. O, come ha affermato Julià de Jòdar in un eccellente articolo di qualche giorno fa, che la borghesia catalana è la “più perversa, sfruttatrice e corrotta al mondo” e, per questo motivo, non è necessario approfondire minimamente sulla sua storia, né sui veri ideali e proposte delle persone che oggi occupano la parte “destra” dello spazio catalanista. “Sono di destra!” E basta.
Che il mantenimento di questa posizione richieda indebolire od offuscare molti fatti storici, non sembra infastidire coloro che ricorrono, più e più volte, a questa tattica argomentativa.
Richiede, ad esempio, di nascondere che le cupole del PSC e di ERC (sinistra) hanno storicamente avuto la tendenza ad essere di estrazione sociale borghese, paragonabile a quella di CiU (destra) e dei suoi derivati. Richiede dimenticare che la stessa “terribile” borghesia catalana è stata la punta di diamante della modernità culturale nella penisola per un secolo e mezzo, mentre la controparte spagnola, a volte con l’aiuto di “gente di sinistra” della corte, è stata spesso guardiana della reazione e propagatrice di alcune delle politiche sociali e culturali più retrograde in Europa. Richiede, contro ogni evidenza, prendere atto che la corruzione della famiglia Pujol e di quelli che prendevano tangenti nel partito CiU è della stessa entità e della stessa gravità di quella del PP di Aznar. Richiede, infine, di non riconoscere che il presidente catalano in esilio, un uomo secondo alcuni, pericolosamente “di destra”, ha fatto di più per disattivare le dinamiche interne della destra catalana presumibilmente omologabile a Bárcenas e cia., rispetto a quello che non sono mai stati in grado di fare i partiti di “sinistra” durante il loro lungo pellegrinaggio nell’opposizione.
Qual è l’origine di questa superbia così frequente nelle sinistre?
Una spiegazione ovvia è che coloro che vogliono cambiare il mondo e i loro sistemi di potere devono avere una visione morale molto chiara quando hanno a che fare con uno stablishment sempre pieno di risorse repressive. In altre parole, non è necessario che la truppa abbia dilemmi morali nel bel mezzo di una battaglia campale.
D’accordo.
Ma già da tempo, da trent’anni circa, nella maggior parte dei paesi europei, essere di sinistra non ha nulla a che vedere con cellule disciplinate o con battaglie campali. Nel bene e nel male, i partiti definiti di sinistra sono diventati, con pochissime eccezioni, servitori professionisti dello stesso ordine borghese che denigrano come fonte di tutti i mali e si trovano nel cerchio demografico esclusivo dei loro nemici di destra.
https://www.vilaweb.cat/noticies/superbia-esquerres-opinio-thomas-harrington/
* traduzione Àngels Fita-AncItalia