John Carlin
La Vanguardia – John Carlin – 10/03/2019
Sarà una condizione dovuta alle mie origini miste il fatto che io dedichi più tempo di quanto sia strettamente necessario a confrontare i vizi e le virtù delle razze o dei luoghi o delle culture da dove provengo. Non si tratta, nel mio caso, di una questione puramente biologica, geografica o culturale, visto che mia madre è spagnola, mio padre era britannico, ho vissuto mezza vita in cinque paesi dove si parla spagnolo e l’altra mezza in tre paesi dove si parla inglese. Quindi, le domande che ci si pone e le conclusioni che si traggono dovranno contenere, se si è onesti, molte sfumature.
Oggi cercherò di rendermi le cose più semplici. Mi limiterò a una domanda. Quale paese sta diventando il più ridicolo, la Spagna o l’Inghilterra?
No. Non mi riferisco al calcio. Lì, grazie al Real Madrid e al Manchester United, la risposta di questa settimana è troppo facile. Mi concentrerò maggiormente sulla politica, sulla società e, nel caso spagnolo, sulla legge.
Ciò che definisce l’Inghilterra oggi è l’impulso suicida alla base della Brexit, il che prova che la sindrome espressa nella frase “lunga vita alla morte!” non si limita al mondo ispanico. Ciò che mette in discussione la Spagna è il processo ai prigionieri politici catalani, un sintomo della risurrezione di una destra simile a quella che Mario Vargas Llosa ritrae nei suoi libri, e che avrebbe dovuto essere sepolta nella Valle dei Caduti.
Entrambi i paesi presentano dei buoni argomenti. Stanno entrambi rendendosi proprio ridicoli. Ora, non ho intenzione di mentire. Mi piace più la Spagna che l’Inghilterra, il modo latino più che l’anglosassone. Se mi dicessero che mi restano ancora due anni di vita, andrei in Spagna con il prossimo volo e non mi muoverei più. Preferisco la gente. C’è più simpatia, più connessione e più divertimento e quindi, in fondo, più filosofia: qui si vive più in accordo con la verità che la vita è breve.
Ma sulla questione del ridicolo, se a fine mese il Regno Unito lascerà l’Unione Europea senza un accordo, cioè, se si lancia da un aereo senza paracadute, ci sono buone possibilità di non trovare più differenza tra i membri del parlamento britannico e il cast di Monty Python. Può darsi che il giullare-capo Boris Johnson diventi primo ministro di quest’antica democrazia.
Ma intanto, oggi, questa settimana, la Spagna è diventata la campionessa mondiale. Il ridicolo diventa più ridicolo, più risate provoca quanto più grande è la distanza tra la serietà in superficie e la stupidità nel profondo. Come il personaggio dell’ispettore Clouseau, così pomposo e allo stesso tempo così sciocco, nei film “La pantera rosa”.
Vedendo, questa settimana, uno dei testimoni nel processo che si svolge a Madrid contro una dozzina di personalità politiche catalane, è stato impossibile per me non pensare all’ispettore Clouseau. Il testimone, lì presente a sostenere la fantasiosa tesi che i dodici fomentavano una violenta ribellione, era un uomo di nome Enric Millo.
(Oriol Malet)
Anche senza l’inestimabile contributo del signor Millo, il processo era già un’epica pagliacciata. I pubblici ministeri dello Stato spagnolo sostengono che c’è stata violenza quando non c’era violenza, durante un referendum che non era un referendum, lo scorso 1° ottobre 2017 in Catalogna.
Ma sono ancora là, un mese dopo, e ogni giorno che passa più grande è il ridicolo. Hanno toccato il fondo, spero, con il signor Millo. Trovate il suo intervento su YouTube. Il signor Millo è l’ex-delegato del governo spagnolo in Catalogna. Nella parte più drammatica della sua testimonianza dice di aver parlato con alcuni poliziotti che hanno subito le spaventose conseguenze di aver affrontato i genitori di famiglie, nonni, nonne e giovani, che erano usciti di casa il 1 ° ottobre e si sono diretti verso le urne collocate in alcune scuole, immaginando che avrebbero votato per l’indipendenza della Catalogna.
“Le testimonianze”, ha detto Millo, “erano da brivido”. Brivido/tremore, secondo la Royal Spanish Academy, significa “scuotere qualcosa”. Quando penso alla parola brivido, mi vengono in mente le immagini dell’era nazista o di una ragazza di 17 anni pugnalata a morte da uno sconosciuto in un parco qui a Londra la scorsa settimana. Per il Sig. Millo, da brivido significa qualcos’altro.
“Un agente mi ha spiegato”, disse Millo tremando, “che era caduto nella trappola del Fairy”. La trappola del Fairy? A cosa si riferiva? mi sono chiesto. Ad un metodo di tortura brevettato dai soldati americani contro i jihadisti imprigionati a Guantanamo? (Fairy, nella sua accezione più volgare, si potrebbe tradurre dall’inglese come “finocchio”). Oppure si tratta del famoso detersivo per piatti verde brevettato nella perfida Albione nel 1950?
Il signor Millo si riferiva al detersivo.
Ora, per favore, prego ai lettori più sensibili di non leggere le parole che cito qui sotto.
“La trappola del Fairy”, ha spiegato Millo, consisteva nel “versare detersivo all’ingresso di alcune scuole in modo che quando la polizia entrava, gli agenti scivolavano e cadevano a terra”.
Queste sono, signore e signori, le prove schiaccianti – basate sulla testimonianza di un poliziotto anonimo – che ci sono state violenze da parte dei dodici imputati catalani, che c’è stata la ribellione e per cui dovranno subire fino a 20 anni di prigione per i loro crimini … Che figuraccia! Ho coperto molti processi come giornalista in molti paesi, ma non ho mai visto niente di più assurdo. Ma la cosa migliore o meglio, la cosa peggiore, ciò che si merita la medaglia d’oro della ridicolaggine è che, apparentemente in Spagna molte persone prendono sul serio la fiaba del signor Millo. E’ come guardare un film dall’ispettore Clouseau credendo che si tratti di un vero thriller poliziesco (da brivido). I giudici non hanno riso. La stampa di Madrid lo ha raccontato non solo con solennità, ma ha interpretato questa testimonianza di Millo come un duro colpo per gli imputati. “Gli avvocati difensori iniziano a innervosirsi”, recitava un titolo in prima pagina.
Mancano ancora molti giorni, a quanto leggo, per la conclusione di questo processo farsa. Per favore: basta! Smettetela di sprecare fondi pubblici. Abbiate l’orgoglio nazionale di smettere di rendervi ridicoli di fronte al mondo. Non confermate i pregiudizi ancestrali che molti hanno sugli spagnoli. Per risolvere il caso, cercate un bambino di dieci anni, uno di quelli che sanno quando gli imperatori camminano nudi. Vi darà il verdetto in cinque minuti. Violenta ribellione? Di che cazzo stiamo parlando? E inoltre, se è un bravo ragazzo e non possiede la cattiveria che molti spagnoli nascondono dietro la simpatia, lascerà i prigionieri liberi.
traduzione Àngels Fita-AncItalia
https://www.lavanguardia.com/opinion/20190310/46943436312/juicio-de-hadas.html