Chi e Cosa può limitare che un popolo possa essere tale ?

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ecosicilia  di Massimo Costa
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Secondo questi avvocati internazionalisti gli indipendentisti catalani “violano lo stato di diritto” e quindi “rischiano grosso”. Certo, lo Stato di diritto Spagnolo non può ammettere secessioni dal proprio punto di vista interno.
Neanche il diritto britannico prevedeva la secessione delle 12 colonie da cui sono nati gli Stati Uniti d’America.
Neanche il diritto francese prevedeva che un territorio metropolitano potesse secedere. Per questo l’Algeria, a differenza delle altre colonie francesi, ha avuto bisogno di una guerra per avere l’indipendenza.
E gli esempi potrebbero sprecarsi.
Ma a questo punto bisogna chiarire una cosa. Di quale diritto si parla? Esiste o no un “diritto naturale” al di sopra del “diritto positivo”? Non tutti i giuristi sono d’accordo sul tema.
Dove arriva il “principio di autodeterminazione dei popoli”?
Sono consapevole che non si possono dare risposte troppo semplici.
Ma una cosa è certa. Se la risposta è che lo Stato, in forza del proprio “monopolio della forza coercitiva” (Weber) può impedire, per il diritto positivo, a un intero popolo, che ha caratteristiche storiche di stato-nazione, di prendere per la propria strada, la risposta non potrà più essere pacifica. È una strada senza sbocco, che conduce alla violenza e alla guerra civile.
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La scommessa del governo spagnolo è che i Catalani, alla fine, non ci tengono poi così tanto all’indipendenza, fino a essere disposti a morire per la stessa. È un calcolo che molte volte si è fatto in passato, ma che ha avuto conseguenze sciagurate.
Purtroppo il diritto internazionale non consente di andare molto indietro. Nessuno a L’Aja, sarebbe disposto a sindacare la fusione del 1713 tra Catalogna e Spagna. Prima d’allora teoricamente la Catalogna era un insieme di contee federate, la cui titolarità era casualmente dello stesso re di Castiglia. E, sempre su piano teorico, queste contee facevano parte del Regno di Francia e nemmeno del Regno di Aragona, da cui si erano distaccate a poco a poco e di fatto dai tempi di Carlo Magno. Ma non si va mai così indietro, altrimenti nulla sarebbe legittimo dell’attuale ordinamento. Dopo secoli, purtroppo, il fatto vale diritto. È come se esistesse una sorta di prescrizione del diritto alla sovranità dei popoli per mancato esercizio.
Quindi la parola passerà alle armi? Speriamo di no. Ma, a questo punto, l’alternativa è la totale dissoluzione della Nazione Catalana dentro la Spagna. L’alternativa pare essere la morte e distruzione della Catalogna. O la violenza. Brutto bivio. Nel quale però non si sono cacciati gli indipendentisti, ma anche l’ottuso centralismo della monarchia borbonica iberica.
La mia conclusione è che non può essere impedito a un Popolo che ha avuto secoli di stato proprio di esprimersi per mezzo di un libero referendum. Vietarlo significa essere un regime. E la Spagna oggi è quindi un regime.
 
 
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