L'articolo 155 finirà per ammazzarli

Miquel Pérez Latre – 13/12/2018 – unilateral.cat
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Ci avviciniamo ad un altro momento forte del nostro cammino verso l’indipendenza. E già ne sono accaduti un bel pò. Le consultazioni fin dal 2009, le manifestazione oceaniche degli ultimi sette anni, il 9 Novembre, il 20 Settembre, il primo di Ottobre, il 3 di Ottobre, il 27 di Ottobre, il 21 Dicembre del 2017 e ora il 21 Dicembre del 2018: è possibile che queste date siano allo stesso livello? Tutto sembra indicare che il fascismo costituzionale del 78 (FC78) ha deciso che non vuole aspettare la sentenza del processo generale contro i nostri leader. Anche una parte sempre più crescente dell’indipendentismo ha capito che è l’ora di un nuovo scontro. Inés Arrimadas brandisce l’articolo 155 in Parlamento: la capolista più votata in Catalogna chiede che ci governino da Madrid. Bellissimo. Pedro Sánchez ha reso suo il discorso dell’estrema destra, essendo gravemente colpito dalla sconfitta elettorale del partito in Andalusia, vittima di una campagna nefasta e della narcolessia dell’elettorato naturale del PSOE: si sa, votare così tante volte turandosi il naso finisce per stancare. L’atteggiamento dei socialisti nelle ultime ore è una sorta di sintesi della loro posizione fin dall’inizio della (male) chiamata Transizione: incapaci di costruire un nuovo patriottismo spagnolo basato sulla plurinazionalità sono finiti per accettare il motto fascista di sempre “Arriba España”.
Poco più di un anno dopo i fatti di Ottobre, del mandato popolare per la costruzione della Repubblica Catalana, il FC78, con i suoi poteri politico, giudiziario e mediatico perfettamente sincronizzati al servizio dello status quo di quelli che comandano dal retrobottega, incapace de mettere ordine nella Catalogna, rastrellerà ancora. Disposti a tutto, è possibile che una seconda infornata di leader politici e sociali finisca in carcere o in esilio. Che torni un nuovo 155, ora si, indefinito e non necessariamente vincolato ad elezioni. Oppure si, previa illegalizzazione dei partiti indipendentisti. Si tratta di vincere come nei paesi baschi. Impossibile farlo nettamente dal lato civile, sarà fatto dal criminale. Contenti loro? In realtà, guardando la cosa in prospettiva, si tratta della fine definitiva dell’autonomismo. La morte dell’agenzia amministrativa. La presa d’atto definitiva che le uniche due opzioni possibili che abbiamo di fronte i catalani sono la sparizione/dissoluzione sulla quale la Castiglia lavora da tre secoli oppure l’indipendenza. E’ la fine di qualsiasi miraggio di dialogo con la Spagna. Dell’ennesimo auto-inganno.
Il 155 del PP, il primo, con l’eliminazione unilaterale della democrazia in Catalogna, creò in pratica, per sempre, le precise condizioni di sfiducia per rendere inattuabile nessun patto con gli spagnoli senza mediazione internazionale. Come concordare qualcosa con la destra spagnola, disposta a fulminarti in qualsiasi momento, non appena riprenderà il potere. Il secondo 155, dal PSOE, finirà per eliminare qualsiasi lamentela per gli sbagli del PP “qué desastre, qué mal todo”. Tutti i catalani avranno la testimonianza definitiva dell’impossibilità di attuare qualsiasi patto anche con la sinistra spagnola, subalterna intellettuale integrale dell’estrema destra erede diretta del franchismo. L’opinione pubblica europea, e i suoi governi, nero su bianco, finalmente prenderanno coscienza che la caduta di Rajoy non è servita a nulla. Che il PSOE conferma lo stesso programma di sterminio, totalmente chiuso al dialogo sul rispetto al nostro diritto fondamentale all’autodeterminazione.
Il prossimo 21 Dicembre, dopo una nuova dimostrazione di forza dell’indipendentismo in piazza (da sempre, la nostra miglior carta) si aprirà, dunque, un nuovo tempo di resistenza. Con la certezza che, prima o poi, lo stesso 155 finirà per ammazzarli.
 
traduzione   Àngels Fita – AncItalia

El 155 els acabarà matant

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