Vilaweb.cat – Pere Martí – 13.11.2018
Analizzare il presidente Carles Puigdemont con i parametri della normale politica è un errore. Se fosse un politico come gli altri, al momento avrebbe finito il suo secondo mandato come sindaco di Girona e si avrebbe preparato il ritorno alla vita professionale. Invece, è esiliato in Belgio. Puigdemont è un politico imprevedibile, intuitivo, che non si è mai lasciato coinvolgere nelle discipline degli apparati di partito. Oggi ha fatto una proposta sulle elezioni europee di maggio che ha riacceso il dibattito: essere il secondo di Oriol Junqueras in una lista unitaria indipendente in cui Anna Gabriel potrebbe essere terza. La proposta mira a tre obiettivi:
- Rompere il tetto del 50% dei voti. Uno degli argomenti più utilizzati del racconto unionista è che l’indipendentismo non ha una maggioranza perché nelle elezioni regionali non superava il 50% dei voti. Quelli che dicono questo sono quelli che non hanno mai voluto contare i voti mediante un referendum. Nelle elezioni regionali, i tre partiti indipendentisti raggiunsero il 47,9% dei voti. La proposta di Puigdemont è di trasformare le europee in un referendum. È una proposta che conosceva solo il nucleo di collaboratori più vicini a “Junts per Catalunya”. L’analisi che ne fanno è che la partecipazione per le elezioni europee non sarà tanto alta quanto quella delle elezioni regionali dello scorso 21 dicembre, che raggiunse il 80%. Anche se coincidono con le amministrative, la partecipazione sarà inferiore e sono convinti che una candidatura unitaria supererebbe il 50% e seppellirebbe definitivamente il dibattito sulla questione della maggioranza indipendentista in Catalogna.
- L’Europa è l’unica via d’uscita per la Catalogna. In Spagna non c’è niente da fare. Forse nemmeno in Europa, ma il Parlamento europeo è un magnifico altoparlante per denunciare la repressione, e una lista con Junqueras, Puigdemont e Gabriel sarebbe un messaggio forte, soprattutto se è sostenuto da oltre il 50% dei voti. Dopo la riforma dei vertici giudiziari, concordata tra il PP e il PSOE questa settimana, le prospettive di risoluzione del conflitto catalano in Spagna, se mai ce fossero state, sono completamente svanite. La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sarà probabilmente favorevole ai leader indipendentisti, ma ci vorrà tempo per leggere la sentenza e, se arriverà, la Spagna cercherà di sottovalutarla e disdegnarla, come ha fatto con tutte le sentenze della CEDU. Essere in Europa è importante. La giustizia tedesca, belga, svizzera e scozzese hanno sconfessato il sistema giudiziario spagnolo. Ciò che è stato fatto con la giustizia, ora deve essere fatto nell’arena politica e il Parlamento Europeo è uno degli scenari chiave per denunciare la repressione.
- Rifare l’unità strategica dell’indipendentismo. Un anno dopo gli eventi di ottobre, l’indipendentismo deve trovare un accordo su una strategia comune che vada oltre l’attesa, inerti e con le mani incrociate, della sentenza del processo in Spagna, e dovrebbe tradurre questa strategia in una piena vittoria elettorale. Non è una proposta per costringere ERC a dire di no. Puigdemont cede la leadership a Junqueras nelle elezioni dove l’unità è più facile perché nessuno di loro rischia nulla, parlando in chiave di potere. Puigdemont tenta di rompere le inerzie partigiane che stanno paralizzando l’indipendentismo da mesi.
Puigdemont e Junqueras hanno un canale di comunicazione aperto mediante terzi e questa proposta dovrebbe essere accordata con il leader di ERC. Vedendo la prima reazione dei repubblicani, sembra che non è ben accetta. Ma Puigdemont non ha informato nemmeno il PDECat -che teoricamente è il suo partito-, né la CUP. Il dibattito non dovrebbe riguardare le forme, ma la sostanza: il fatto importante non è se egli abbia o meno avvertito, ma se una candidatura unitaria in Europa sia positiva per l’indipendentismo. Molto spesso le cose che non piacciono ai dirigenti dei partiti, piacciono invece alle basi dei partiti e agli elettori. L’unità è una. Bisogna solo ascoltare quello che gridano tutti nelle concentrazioni di fronte al carcere di Lledoners, al di là dei partiti che, di volta in volta, le convocano.
traduzione Àngels Fita -AncItalia-
https://www.vilaweb.cat/noticies/com-pot-superar-lindependentisme-el-50-dels-vots-sense-fer-un-referendum/