Ramon Cotarelo cotarelo.blogspot.com 24.08.2018
Quando le destre, incendiate e incendiarie, esigevano al presidente Sánchez una forte risposta alle dichiarazioni del presidente della Generalitat su “attaccare l’ingiusto Stato spagnolo” solo pensavano allo Stato spagnolo e soprassedevano sul fatto dell’ingustizia. A sua volta, il presidente Quim Torra sottolineava l’ingiustizia, facendo capire che, se lo Stato non fosse ingiusto, non ci sarebbe attacco.
Questa prima intuizione della tattica della Generalitat si avvicina allo spirito dell’Aikido. L’attacco di Torra è sempre un contrattacco, approfittando lo slancio dell’aggressione originaria dell’avversario. Non ha esitato a pretendere dal ministro dell’Interno, Grande-Marlaska, spiegazioni esaurienti sui conflitti dove erano coinvolti alcuni elementi della guardia civil e della polizia nazionale fuori servizio (in linea di principio), anche se non fuori servizio della militanza nazionale-spagnola.
Attacchi, contrattacchi; aspetti propri di un arte marziale. L’Aikido, con una base religioso-filosofica scintoista e zen, è un’arte non violenta e assolutamente pacifica e illustra il carattere pacifico e non violento della rivoluzione catalana.
Questa è la tattica. E la strategia? E’ anche Aikido, in quanto il fine ultimo è la realizzazione dell’individuo, il proprio equilibrio tra l’aspetto fisico e quello spirituale. Leggere con attenzione le dichiarazioni di Torra nella cittadina di Prades: il nostro scopo finale, al quale la generazione attuale di catalani si sente chiamata, è la Repubblica Catalana. (…)
La cosa importante, qui e ora, è la volontà dei catalani di realizzarsi come nazione, protetta da uno Stato (proprio). E questa è la base della legittimità di Torra, quella che gli permette di contrattaccare di nuovo annunciando che nell’imminente processo all’indipendentismo per il referendum del 1 di ottobre, l’indipendentismo non andrà a difendersi, ma ad attaccare. Aproffitterà della forza bruta di una farsa politico-giudiziaria per il consumo interno spagnolo che la giustizia internazionale ha già smontato con un bel manrovescio.
Aikido: il giudice Llarena, incapace di frenare in tempo, guidato dalla sua fertile immaginazione e sensazione di impunità, si è scontrato contro la giustiza belga. E, insieme con il giudice, anche il Consiglio Generale del Potere Giudiziario (CGPJ) che è stata una parte estremamente beligerante in questo pasticcio agli occhi dell’intera Europa. E con il CGPJ (già in discussione per altre questioni) anche l’amministrazione di giustizia in Spagna e, deduttivamente, anche il proprio Stato inteso come Stato di diritto.
Quelli che pensavano di aver dato una lezione in Catalogna e “decapitato” il movimento indipendentista, hanno ottenuto l’effetto contrario: ri-legittimare il movimento; convertirlo in un “perpetuum mobile”; dare una causa addizionale a quella dell’indipendenza: la liberazione dei prigionieri/e politici; rinforzare la solidarietà interna dell’indipendentismo e la sua unità di azione. Un successo. Forse per questo l’attuale governo spagnolo li ha condecorato.
L’argomento di Torra è quello del “Donec Perficiam” (seguire fino alla fine).
E questo è il territorio nel quale lo Stato spagnolo dovrebbe prendere in considerazione di trovare una proposta di trattativa che l’altra parte potesse accettare. Ogni altra opzione equivarrebbe alla rottura del principio basico dello Stato di diritto del governo per consenso in Catalogna e, lontano dal risolvere il conflitto, servirebbe soltanto a intensificarlo.
traduzione Àngels Fita-AncItalia
https://cotarelo.blogspot.com/2018/08/aikido.html
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