“Il mondo alla rovescia”, lettera di Jaume Cabré a Raül Romeva
Lettera dello scrittore Jaume Cabré a Raul Romeva, che è in carcere a Estremera dal 23 marzo · “Lettere per la libertà” è una sezione del giornale elettronico Vilaweb per esprimere solidarietà con i prigionieri ed esiliati politici, e anche , per far sapere chi sono.
Caro Raül,
dottore in relazioni internazionali, laureato in economia, Consigliere per gli Affari Esteri, Relazioni Istituzionali e Trasparenza della Generalitat, governo autonomo della Catalogna; futuro ministro degli Affari Esteri della Repubblica catalana; politico ammirato; prigioniero politico che tanto ci manca, caro amico.
I titoli ufficiali non sarebbero necessari, ma mi è venuto cosí, Raül. Soprattutto perché leggerai questa lettera, se te lo permetteranno, nella prigione di Estremera. Rileggo ciò che ho scritto e mi rendo conto che mancano ancora altri titoli onorifici; ne citerò solo uno di cui sei molto fiero: membro attivo dei Castellers de Sant Cugat, i Gausacs (torri umane popolari in Catalogna, ndt) , che, nonostante la loro giovinezza, nell’ottobre 2017 (sì, nell’ottobre 2017!) hanno completato un tre di nove (una torre di nove piani particolarmente difficile da costruire, ndt). Nessuno riuscirà a strapparti il titolo di membro attivo de I Gausacs.
Quando rivedo la tua carriera e le informazioni del tuo curriculum, capisco perché ti tengono in carcere; i politici che detengono il potere in Spagna (con la loro politica o con il loro silenzio) non raggiungono neanche la suola della tua scarpa. Sai tantissime cose; hai vissuto da vicino il conflitto dei Balcani in Bosnia Erzegovina e in Croazia. Hai lavorato aiutando i rifugiati nei campi in Croazia; sei stato responsabile del programma educativo e la promozione del programma Cultura della Pace dell’UNESCO. Sei stato, anche, il supervisore dell’OSCE per le elezioni in Bosnia Erzegovina nel 1996 e nel 1997; e, dopo tanta generosità, ti sei fatto un regalo che ami moltissimo: hai imparato a parlare il croato. Trovo molto bello che tu consideri questa incorporazione come un regalo. Forse i monolingui acerrimi non potrano mai capirlo.
C’è una cosa della quale non ti ho mai parlato: ancora non ti conoscevo personalmente, ma mi interessò molto l’europarlamentare Raül Romeva, lavoratore instancabile, con una performance ammirevole come deputato europeo che si concreta, tra mozioni e domande, in mille seicento interventi. Considerando che n’erano e ce ne sono tuttora che passano il badge, entrano da una porta ed escono tranquillamente dall’altra… è logico che tu sia in prigione mentre i “furbi” continuano a far niente mentre approfittano di qualsiasi imbroglio politico che possa arricchirli. Il mondo alla rovescia: la tua integrità ti ha portato in prigione. Il mondo è capovolto? Oppure no: è la rivoluzione degli integri: tua e quella degli altri prigionieri politici e politici in esilio. Ora che i WhatsApp proliferano come funghi, mentre ti scrivevo, me ne è arrivato uno che dice che ci fanno vivere in un paese dove uno stupro di gruppo è solo un abuso, o che una rissa in un bar è terrorismo. E i neo-nazisti con le armi sono assolti come patrioti. In un paese in cui l’uccisione di un toro è una celebrazione culturale; dove i nonni, i coraggiosi, gli eroi, sono stati malmenati dai manganelli per difendere i seggi; dove i rapper vanno in prigione per le loro critiche, dove gli insegnanti che fanno discutere in classe delle questioni che stiamo vivendo sono accusati d’”incitamento all’odio” … Come dice il professore di diritto penale di una università catalana, attualmente Il regno di Spagna è “uno stato di perversione del diritto”. E ce ne ricorderemo.
Revenons à nos moutons: riferendomi al tuo lavoro come eurodeputato, voglio dirti qualcosa che molta gente pensa dei nostri prigionieri ed esuli : davanti a tanta ignoranza, inettitudine e cattiveria, vedere che persone preparate, con una profonda esperienza di vita riguardo l’Europa, sono imprigionate o esiliate, fa sembrare di vivere in un mondo alla rovescia.
Alcuni mesi fa abbiamo parlato di letteratura; e abbiamo parlato dei tuoi libri, dei tuoi romanzi. Ora mi prende una specie di pudore; trovo sia troppo personale riferirmici in questa lettera che scrivo in privato ma che sarà resa pubblica. Ma una cosa posso dirti: mi stupisce che, con tutta l’attività frenetica che hai vissuto, tu abbia conservato l’umore, tempo, energia ed entusiasmo di scrivere, di tanto in tanto, un romanzo.
Lasciami fare riferimento, per finire, al titolo di un saggio che hai pubblicato nel 2014: “Siamo una nazione europea (ed una cartella scomoda): la Catalogna vista dall’Europa.” Questo è il titolo completo: assolutamente esplicito; assolutamente premonitorio.
Raül: devo concludere. A quattr’occhi parleremo di altre cose, non necessariamente profonde: forse del colore di quella rosa. O forse staremmo zitti per un po’, senza dover fare commenti intelligenti e necessari: semplicemente, stando. Come vorrei che fosse possibile! E lo sarà, perché la Storia, se fa un passo indietro, dopo ne fa due avanti ; è capricciosa, d’accordo: ma non si ferma.
Grazie per la tua generosità, per la vostra generosità e coraggio.
Tuo, Vostro
Jaume Cabré
https://www.vilaweb.cat/noticies/el-mon-a-linreves-carta-de-jaume-cabre-a-raul-romeva/
“Sono convinto dell’importanza della cultura per costruire (una) repubblica “(*), lettera di Raül Romeva a Jaume Cabré.
Raül Romeva, che si trova nel carcere di Estremera dal 23 marzo, risponde alla lettera inviata da Jaume Cabré attraverso questa sezione. “Lettere per la libertà” è uno spazio di VilaWeb per esprimere solidarietà con i prigionieri politici ed esiliati e, allo stesso tempo, per sapere chi sono
Caro Jaume Cabré,
Ancora una volta, devo ringraziarti per le tue parole di sostegno e per l’incoraggiamento che ci hai fatto raggiungere in modo collettivo con la tua “Lettera per la libertà”. La verità è che siamo molto onorati e, allo stesso tempo, fortunati, ricevere tanti segni di affetto e solidarietà, e questo ci fa credere che, prima o poi, prevarrà il buon senso.
La nostra determinazione repubblicana, sempre pacifica e democratica, è il riflesso del fallimento di uno Stato che non ha saputo ascoltare, gestire ne canalizzare le proprie diversità. Ma è anche l’espressione di diverse generazioni che, a prescindere dalle origini di ciascuno, sono chiare che vogliono costruire un progetto giusto, etico, solidale e inclusivo.
È anche fondamentale che la cultura sia uno dei pilastri di questo progetto. E in questo senso, faccio mie le parole di Joan Manuel Tresserras, quando dice che non dovremmo partire dalla volontà di dominio ma dall’opposizione frontale a tutte le forme di dominio, e non dobbiamo partire dall’economia e la politica per pensare il nostro modello sociale e di potere, ma, al contrario, dobbiamo iniziare dalla cultura, se necessario, per usare strumentalmente l’economia e la politica al fine di raggiungere i nostri obiettivi.
Ecco perché sono così convinto dell’importanza della cultura, in tutte le sue dimensioni, per costruire legami, società e repubblica (*)
Grazie, Jaume, per il tuo impegno personale a favore di un progetto entusiasta e integrante.
Continueremo a lavorare, ognuno dal nostro spazio, per condividere questo futuro. Ed è che, prima o poi, il bene trionferà. Ne sono convinto.
Un grande abbraccio!
Raül
[In questo scritto Raül Romeva risponde alla lettera inviata a lui da Jaume Cabré nel progetto VilaWeb ‘Lettere per la libertà’]
https://www.vilaweb.cat/noticies/cartes-per-la-lliberta-raul-romeva-jaume-cabre/
traduzione Margherita Ravera-ANC Italia
(*) Nota della traduttrice: Romeva usa il termino repubblica come lo usiamo in Catalogna; diciamo che “facciamo repubblica” in un parallelismo col termino “facciamo strada”, coscienti che la meta è “la repubblica” però, per il momento “facciamo repubblica” cioè prepariamo la strada verso la repubblica. Ogni passo verso la futura repubblica indipendente catalana è un “fare repubblica”.
Posted in La questione catalana