Pep Guardiola, la protesta del nastro giallo per la Catalogna continua

 
L’allenatore del Manchester City in campo a Wembley ancora con il fiocco giallo pro indipendentisti due giorni dopo l’avvio della procedura disciplinare della Federcalcio inglese. Forte della vittoria calcistica rilancia la sfida politica: minacciata la democrazia
di Alessandra Muglia
IlCorrieredellaSera   26.02.2018
pep guardiola
Pep Guardiola non si piega, anzi rilancia la sfida alla Federcalcio britannica forte della vittoria della Coppa di Lega. Domenica nella finale disputata a Wembley davanti a 85.000 spettatori, l’allenatore del Manchester City ha continuato a indossare il nastro giallo a sostegno degli indipendentisti imprigionati in Catalogna, dove è nato. Incurante della procedura disciplinare avviata venerdì dalla federazione calcistica inglese per l’uso di un simbolo politico che «viola le sue regole». Dallo scorso ottobre , quando si è tenuto il referendum per l’indipendenza della Catalogna, il tecnico sfoggia un nastro giallo in partita e in conferenza stampa a sostegno dei leader catalani imprigionati in Spagna o in esilio. E ora, l’ex giocatore e allenatore del Barcellona, non intende smettere di sostenere la causa.
Dopo la partita
Anzi nella conferenza stampa dopo il 3-0 all’Arsenal, primo trionfo inglese del tecnico catalano, Guardiola ha alzato il tiro e parlato di minacce alla democrazia.
«Prima di essere un manager, sono un essere umano, credo che l’Inghilterra sappia bene cosa questo significhi. Avete fatto la Brexit. Avete lasciato che la gente esprimesse un’opinione. Avete permesso alla Scozia di fare un referendum (per scegliere se restare nel Regno Unito). È la stessa cosa che stanno chiedendo in Catalogna. Ma sono finiti in custodia cautelare».
Asilo politico
Il riferimento è all’ex vicepresidente catalano Oriol Junqueras, in cella con l’ex ministro dell’Interno regionale Joaquim Forn e due leader politici Jordi Cuixart e Jordi Sanchez. L’ex presidente Carles Puigdemont con suoi 5 ministri ha chiesto asilo politico in Belgio per evitare il carcere . «Se tornano finiscono in galera» ha ricordato il tecnico. «Non è una questione che riguarda i politici, ma la democrazia». Migliaia di nastri gialli sono stati distribuiti ieri a Wembley ai supporter del Manchester City per mostrare solidarietà alla protesta di Guardiola. «Sono grato per questa iniziativa popolare. Provo empatia per persone private della libertà come nel caso dei leader catalani» ha detto Guardiola. «Chiunque può ritrovarsi in quella posizione. Ci sono persone innocenti in cella da più di 140 giorni».
Al suo fianco lo sceicco anti dissenso
Al fianco di Guardiola, in apertura di conferenza stampa, c’era il propietario della squadra, lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, vice premier ad Abu Dhabi e fratellastro del presidente degli Emirati, accusati da ong per i diritti umani come Amnesty International di reprimere il dissenso con persecuzioni, arresti, condanne, sparizioni forzate e in alcuni casi torture. «Ogni Paese decide come vivere. Se uno decide di vivere in quel Paese, è così. Ma io sono in un Paese dove la democrazia vige da anni e cerco di proteggere quella situazione». La Federazione britannica sottolinea in un comunicato che l’uso di questo nastro politico viola le sue regole. «Ha tempo fino a lunedì 5 marzo alle 18 per spiegare le sue ragioni», ha chiarito.
 
 
http://www.corriere.it/esteri/18_febbraio_26/pep-guardiola-usa-coppa-inglese-difendere-protesta-catalogna-d50bfec2-1acc-11e8-b6d4-cfc0a9fb6da8.shtml

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