L'economia attraente della Catalogna per il FT

José Antich    El Nacional.cat   12 febbraio 2018
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Siccome è molto probabile che nei grandi media di diffusione spagnoli e in quelli audiovisivi, la notizia non venga data oppure appaia piccola piccola, il mio editoriale di oggi si riferisce al seguente “ranking” del fDi Magazine, giornale dipendente dal Financial Times. Dunque, ebbene sì, la Catalogna appare come la regione del sud Europa più attraente per gli investimenti esteri per gli anni 2018 e 2019, scelta tra una rosa di 450 regioni e città europee.
A quanto sembra, né il presunto clima di confronto sociale che si tenta di diffondere fuori dalla Catalogna sulla base di false notizie, né lo spostamento delle sedi di grandi aziende, né il discorso allarmista del governo spagnolo e dei media che lo supportano nel offrire un racconto tutto contro la Catalogna, sono riusciti a intaccare la bibbia mondiale delle finanze: la Catalogna è la regione che conta con un migliore potenziale economico, capitale umano, stile di vita, rendimento, connettività e clima per gli affari. Lo dice il Financial Times.
La pubblicazione premia anche la Catalogna per la strategia adottata nel catturare investimenti stranieri, tra tutte le regioni con più di 4 milioni di abitanti. Davanti a zone imprenditoriali così potenti come la tedesca Renania del Nord-Westfalia, la Scozia, o le italiane Lombardia ed Emilia-Romagna.
Se aggiungiamo che il PIL del quarto trimestre dell’anno e la chiusura finale del 2017 si è collocata al di sopra delle pessimistiche previsioni che erano state fatte sulla Catalogna, raggiungendo una crescita del 3,4%, tre decimi sopra il PIL spagnolo, vale la pena di mettere in quarantena, da oggi, tutte le previsioni che verranno fatte, in quanto ciò dimostra che la faziosità politica applicata mostra una spiccata tendenza a spostare verso il basso le cifre reali.
In ogni caso, l’economia catalana —e qualche merito avrà avuto il governo indipendentista con il vicepresidente economico Oriol Junqueras, cessati bruscamente per l’applicazione del art. 155— dimostra un comportamento di grande solidità frutto della rete del tessuto imprenditoriale, della forza delle piccole e medie imprese e della crescita costante delle esportazioni.
Il turismo, però, soffre in qualche misura, ma bisogna tenere conto che ha ricevuto due importanti colpi: gli attentati jihadisti del 17 agosto di Barcellona e Cambrils che, malgrado il successo della Polizia catalana (Mossos) e la disarticolazione del gruppo, provocarono un alto numero di vittime e, in secondo luogo, le terribili immagini della repressione della polizia durante il referendum del 1 di ottobre in diverse città catalane, che ebbero un impatto importante sul “marchio” Barcellona.
Ogni volta che leggiamo commenti elogiativi come quelli del Financial Times non possiamo non chiederci quale sarebbe la reale velocità della Catalogna se potesse spiegare le ali e tutto il proprio potenziale avendo uno Stato a favore e non permanentemente contro.
Una domanda che, lungi dall’avere una risposta positiva, trova sempre qualcosa di molto peggio del silenzio.
traduzione   Àngels Fita – ANC Italia
 
https://www.elnacional.cat/ca/editorial/jose-antich-catalunya-financial-times_238476_102.html
 
 

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