Vicent Partal VilaWeb 21.11.2017
Lunedì abbiamo saputo che, in occasione della riunione interparlamentare tra l’Unione Europea e la Repubblica Popolare Cinese dello scorso mercoledì 15 novembre tenutasi a Bruxelles, la delegazione cinese aveva chiesto ufficialmente di parlare della Catalogna. L’argomento fu inserito nell’ordine del giorno e la delegazione della Cina ne ha tratto un grande vantaggio.
Concretamente, i deputati cinesi avevano domandato se l’Unione Europea sostiene le decisioni adottate da Mariano Rajoy nei confronti della Catalogna. E quando gli europei hanno confermato che in effetti, così è, i cinesi hanno chiesto se le due regole sulle quali si basa questo intervento sarebbero state applicate anche nei rapporti con la Cina. Cioè, hanno voluto sapere se d’ora in poi, l’Unione Europea avrebbe considerato il Tibet o Taiwan degli affari interni della Cina e, pertanto, si sarebbe astenuta dal criticare qualsiasi intervento fatto in quei territori e, anche, se le misure che lo stato spagnolo ha appena approvato, misure che violano i diritti umani in Catalogna sarebbero oggetto di critiche qualora fossero applicate in Cina (per esempio, la violazione della corrispondenza, la censura di siti web o la carcerazione di leader politici)…
L’episodio è significativo e interessante perché è chiaro che la Cina non può non essere d’accordo con Mariano Rajoy per quanto riguarda gli atteggiamenti autoritari. E’ evidente, quindi, che l’interesse mostrato verso la Catalogna è spurio e che il gesto della Cina mette l’UE alle corde.
I catalani abbiamo denunziato con ragione la durezza e la mancanza assoluta di sensibilità di Bruxelles sul caso catalano. Nell’Unione Europea, nelle capitali, esiste molta incomodità per questo atteggiamento. Ma nella cupola dell’Unione, no. Almeno, non ancora. E dico non ancora perché l’accaduto con la Cina è molto significativo sulle difficoltà che alcuni personaggi sinistri e intransigenti, come Juncker, devono – e dovranno – affrontare. Difficoltà che aumenteranno di molto e porteranno grandi guai all’Unione, semplicemente perché la posizione ufficiale di Bruxelles è insostenibile.
I cinesi ne hanno tratto vantaggio e d’ora in avanti ne trarranno sempre di più, altroché. Questo è un danno gravissimo per la credibilità dell’Unione Europea agli occhi del mondo. Infatti, con quale faccia l’Europa ora difenderà i diritti del Tibet? Come si permetterà di criticare la censura dei siti web? Cosa farà quando la Turchia minaccerà i sindaci kurdi? Sarà facile per Erdogan come lo è stato per la Cina: diranno, voi accettate che Rajoy possa fare questo con i sindaci catalani.. e allora perché non possiamo fare la stessa cosa con i sindaci kurdi? Chi, in Europa, avrà ora credibilità per condannare attacchi sproporzionati della polizia in altri paesi del mondo? E quando in qualche paese sudamericano convocano elezioni e contemporaneamente imprigionano l’opposizione, come potrà criticare l’Europa queste cose, se accetta che la Spagna possa farlo? E non solo. L’Europa si è contrapposta a due stati membri, la Polonia e l’Ungheria, per la retrocessione delle libertà democratiche in quei paesi. Quanto tempo ci metteranno la Polonia e l’Ungheria a rinfacciare davanti al Consiglio Europeo i due pesi e le due misure che Bruxelles, ipocrita, ha applicato con il caso catalano?
L’Unione Europea ha due gravi problemi come conseguenza del caso catalano:
Il primo è che tutta la politica estera europea è stata messa in discussione. L’UE aveva basato la propria proiezione internazionale sul fatto di essere lo spazio più avanzato di democrazia e di pace nel mondo e nella promozione di questi valori. Ma quello che è successo in Catalogna con la benedizione ufficiale europea ha semplicemente frantumato il discorso.
Il secondo problema è ancora peggio: è stata dimostrata la grave crisi del modello istituzionale europeo. Era già abbastanza evidente ma, ora, non è più possibile nasconderla: Bruxelles è diventata un mostro insensibile che non rispetta i propri cittadini e che è capace di rompere tutto il consenso previo pur di imporre le risoluzioni, senza tenere conto del voto democratico della popolazione, basandosi soltanto su trattative opache ordite nei grandi palazzi. E i cinesi, che di queste cose se ne intendono parecchio, lo hanno capito subito.
Non sarò così ingenuo da promettere cambiamenti veloci e imminenti in Europa per quanto riguarda la situazione in Catalogna. Ma che nessuno chiuda gli occhi alla realtà che è venuta alla luce grazie a questo incontro con i deputati cinesi.
Per l’Europa, la Catalogna diventerà ogni giorno di più un grave problema e, prima o poi, l’Unione dovrà valutare seriamente quale sarà il costo tra le due opzioni: tra sostenere Rajoy a oltranza -perdendo tutta la credibilità- oppure essere coerente con sé stessa e rimanere un luogo rispettato nella scena internazionale.
traduzione Àngels Fita-ANC Italia
https://www.vilaweb.cat/noticies/la-unio-europea-comenca-a-constatar-que-catalunya-li-ix-cara-editorial-vicent-partal/
https://www.vilaweb.cat/noticies/the-eu-is-beginning-to-grasp-the-high-price-it-is-paying-for-the-repression-in-catalonia/
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