L’ex governatore, processato per disobbedienza, rischia dieci anni di interdizione dai pubblici uffici. La Corte suprema di Madrid dichiarò illegale la consultazione quattro prima che si svolgesse, il 9 novembre 2014. Migliaia di sostenitori della secessione catalana protestano fuori dall’aula del Tribunale
OMERO CIAI La Repubblica 06.02.2017
E’ iniziato, presso la Corte d’appello di Barcellona, il processo contro l’ex governatore della Catalogna Artur Mas per il referendum indipendentista del 9 novembre del 2014. Mas rischia fino a dieci anni di interdizione dai pubblici uffici. L’accusa è quella di aver disobbedito al Tribunale supremo della Spagna che, quattro giorni prima del referendum, lo dichiarò illegale.
Insieme a Mas sono finiti sul banco degli imputati anche l’allora vicepresidente, Joana Ortega, e la responsabile dell’istruzione, Irene Rigau. Mas ha rivendicato la responsabilità del referendum ma ha sottolineato che il Supremo, proibendolo, non aveva chiarito quale fosse il reato che si stava per commettere. Nel suo intervento, Mas ha detto che “non c’era la volontà di delinquere né tanto meno di disobbedire”, aggiungendo “perché il Tribunale costituzionale non fece nulla per far rispettare la sua risoluzione?”. L’ex governatore ha anche voluto chiarire che il plebiscito non venne organizzato direttamente da governo catalano ma che, quest’ultimo, si limitò a dare appoggio ai 42 volontari che effettivamente lo realizzarono
Al referendum, organizzato come una consultazione autogestita dai movimenti per l’indipendenza della Catalogna, parteciparono 2,3 milioni di elettori, L’80 percento votarono a favore della secessione dalla Spagna. Molto polemico al termine del suo intervento davanti alla Corte, Artur Mas ha detto che in realtà “Sotto processo non c’è l’indipendenza ma la democrazia. E’ la prima volta che un governo democratico viene giudicato in un tribunale per aver fatto votare il popolo”.
All’esterno del palazzo della Corte si sono concentrate migliaia di persone che sventolano bandiere catalane e esprimono il loro sostegno all’ex presidente sotto accusa gridando slogan come “Indipendenza, indipendenza” o “Abbasso la giustizia spagnola”. Mas ha annunciato che, se verrà condannato, ricorrerà presso la Corte europea per i diritti dell’uomo.
Le forze indipendentiste, che oggi hanno la maggioranza dei seggi nel Parlamento catalano,hanno promesso che entro settembre di quest’anno convocheranno un nuovo referendum sull’autodeterminazione della Catalogna che si svolgerà anche senza il consenso di Madrid. E che, nel caso di vittoria, si impegneranno a portare a termine il processo di secessione dalla Spagna.
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