01-12-2016.-
Albert Segura elPunt/Avui
La Catalogna avrà a Bruxelles uno dei dodici seggi di un gruppo incaricato di monitorare i negoziati del Brexit. L’eurodeputato di Esquerra Republicana de Catalunya (ERC, Sinistra Repubblicana della Catalogna) Josep Maria Terricabras è riuscito ad entrarvi e, da ieri, lavora accanto al capo negoziatore della Commissione Europea, l’ex commissario francese Michel Barnier, il presidente dell’Eurocamera, tuttora Martin Schultz, ed i leader dei gruppi parlamentari. “Per i catalani è straordinariamente importante vedere come si evolvono i colloqui e quali possibilità ci sono di accordo e di rapporti nuovi tra la Scozia e l’Europa”, ha detto Terricabras. Del comitato non fa parte alcun rappresentante spagnolo.
Terricabras è il leader dell’Alleanza Libera Europa, formazione di sinistra della quale fanno parte 45 partiti. Proprio due di queste formazioni, l’SNP scozzese ed il Paid Cymu gallese, sono del Regno Unito, il che ha fornito all’eurodeputato la sufficiente forza negoziale per pretendere di far parte del gruppo negoziatore del Brexit. È anche riuscita a entravi l’eurodeputata del Sinn Féin nordirlandese Martina Anderson.
L’Eurocamera non parteciperà direttamente ai colloqui tra l’Unione Europea ed il governo britannico, ma la sua opinione sarà vincolante, perché dovrà votare e dare il placet all’accordo di divorzio perché questo avvenga. Barnier ha comunicato ieri a Terricabras e agli altri membri del gruppo negoziatore quale sarà la sua strategia.
Sarà fondamentale che un eurodeputato catalano possa “vedere dal di dentro l’evolversi de caso scozzese”, come lo sarà anche la presenza dell’Irlanda del Nord, il Galles e perfino Gibilterra nel gruppo, dice Terricabras. Fatto è che l’incastro della Scozia in Europa dopo il Brexit “può essere interpretato” in chiave catalana e stabilire un precedente per il futuro stato catalano. “Il Brexit è un fatto sostanzialmente politico” e “vedere quali possibilità e quale percorso si offrono alla presenza della Scozia apre prospettive per vedere quali possibilità e quale percorso può avere una Catalogna che aspiri a essere membro dell’Unione Europea e, dunque, si impegni in un referendum con la Spagna”, afferma Terricabras. Secondo Guy Verhofstadt, leader dei liberali europei, ex primo ministro belga e rappresentante dell’Eurocamera per il Brexit, i negoziati con Londra potrebbero protrarsi per 14 o 15 mesi.
L’indipendenza scozzese
Il ministro scozzese incaricato di negoziare il Brexit Michael Russell ha già avvertito Bruxelles che “l’indipendenza della Scozia può essere un’opzione per rimanere nell’Unione Europea” e che “sarebbe intellettualmente disonesto e incompleto dire il contrario”. Russell ha “l’imperativo democratico” di difendere il 62 per cento degli scozzesi che votarono per il remain (il leave, con solo il 38 per cento dei voti, non vinse in alcuna circoscrizione) e vuole che il governo di Sturgeon sia “influente” nei negoziati tra Londra e Bruxelles. Il leader de Partito Popolare (PP) spagnolo all’Eurocamera Esteban González Pons ha fatto sapere alla prima ministra scozzese di non sognare che il suo paese rimarrà nell’Unione Europea, perché la Spgana frapporrà il suo veto.
Terricabras lavorerà perché “non vengano puniti i britannici che vogliono andare via” dall’Unione Europea. “Riterrei assolutamente inaccettabile che venissero puniti perché hanno adottato una decisione democratica, che può piacermi o meno (di fatti non mi piace), ma l’hanno adottata”, afferma. “Altri dicono che bisogna far finta di niente, ma neanche questo va bene”, aggiunge,.L’eurodeputato catalano vuole trovare l’equilibrio pere avere “un Brexit vero, ma no da inimicizia”
LE CIFRE
0 rappresentanti spagnoli nel gruppo di monitoraggio del Brexit
62 per cento degli scozzesi votarono per il remain nella consultazione del Brexit; il leave non vinse in alcuna circoscrizione.
traduzione: Jordi Minguell ANC Itàlia
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