IL SOLE 24ORE
15-10-2015.-
Roma, (askanews) –
“Siamo tutti Mas”: è lo slogan gridato da 400 sindaci catalani e circa 3000 cittadini che hanno accompagnato il presidente del governo autonomo della Catalogna, Artur Mas, comparso davanti al Tribunale Superiore di Giustizia di Barcellona per rispondere di “disobbedienza civile” e “malversazione di fondi pubblici”. I due reati sono contestati a Mas dalla giustizia spagnola per l’organizzazione di un voto simbolico sull’indipendenza catalana, tenutosi il 9 novembre del 2014.
La Costituzione spagnola non riconosce infatti alle singole Comunità autonome il potere di convocare un referendum: il governo di Mas era allora ricorso all’escamotage di organizzare – su base puramente volontaria – un voto dimostrativo, al quale avevano partecipato 2,3 milioni di persone (con quasi due milioni di voti favorevoli all’indipendenza).
“Assumo la piena responsabilità” per il voto sull’indipendenza frutto di “una decisione politica”, ha dichiarato Mas davanti ai giudici.
Il governo regionale e gli indipendentisti catalani – che hanno riportato la maggioranza assoluta nelle elezioni dello scorso 27 settembre – considerano quello a Mas un processo politico voluto dal governo centrale di Madrid.
In Catalogna quest’udienza si arricchisce anche di un simbolismo storico: ricorre infatti nel 75mo anniversario della fucilazione di Lluís Companys, presidente del governo regionale catalano durante la Seconda Repubblica spagnola, rapito in Francia dalla Gestapo e consegnato al governo del dittatore Francisco Franco.
In caso di condanna, i reati contestati a Mas prevedono l’interdizione dai pubblici uffici. In teoria il reato di malversazione può essere sanzionato con la reclusione da tre a sei anni.
Foto: Vilaweb
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