Lluís Companys, 123esimo presidente della Generalità di Catalogna, è stato fucilato dopo essere stato consegnato dal regime di Vichy e dai nazisti alla dittatura franchista
LIBÉRATION
12-08-2015.
ARTUR MAS, presidente della Generalità di Catalogna.
Il 13 agosto 1940 un’unità della polizia militare tedesca si recò al villaggio bretone di La Baule-Escoublac. Un agente della polizia francese accompagnava gli ufficiali della Wehrmacht. Si dirigevano verso una casa privata per arrestare un cittadino catalano che vi si era rifugiato con sua moglie e suo figlio. Si chiamava Lluís Companys ed era rimasto in Francia, malgrado il rischio che correva restandoci, per non separarsi da suo figlio, affetto da una grave malattia mentale. Lluís Companys fu condotto a Parigi, dove fu interrogato nella prigione della Santé. Qualche giorno più tardi, fu trasferito fino alla frontiera spagnola e consegnato alla polizia del dittatore Francisco Franco. Dopo essere stato sottomesso ad un processo privo di ogni garanzia giudiziaria, Lluís Companys fu fucilato a Barcellona il 15 ottobre dello stesso anno [al grido «Per la Catalogna!» NdR].
Lluís Companys era il 123esimo presidente della Generalità di Catalogna (governo della Regione autonoma) e fu il solo presidente democraticamente eletto a essere fucilato nel corso della Seconda Guerra mondiale. Nessun altro incorse in un destino così tragico. Una delle motivazioni della condanna a morte fu, precisamente, il fatto di essere stato presidente della Generalità di Catalogna. In questo modo, il regime franchista fucilò Lluís Companys per la semplice ragione di occupare la funzione di presidente eletto democraticamente.
Contrariamente alla volontà sinistra di Franco, l’assassinio del presidente Companys non pose fine alle instituzioni catalane. Josep Irla, l’allora presidente del Parlamento di Catalogna, che viveva in esilio a Céret (sud della Francia), diventò automaticamente presidente della Generalità secondo la legge catalana. Josep Irla mantenne questo incarico in esilio fino al 1954 e fu il solo presidente catalano a non aver mai esercitato questa funzione nel palazzo della Generalità a Barcellona, come prevede il suo incarico. Quest’anno, quindi, si compiono 75 anni dall’arresto e dall’esecuzione del presidente Companys. Per questa ragione tutti i catalani devono riconoscere la sua figura e il suo sacrificio.
Il suo mandato, durante i durissimi anni della Guerra civile spagnola, non fu per niente facile. Il presidente Companys dovette lottare non soltanto contro la ribellione fascista del generale Franco, ma anche contro un governo spagnolo poco rispettoso dell’identità e delle istituzioni catalane.
La Generalità di Catalogna era stata reinstaurata nel 1931, per cui si trattava di un governo troppo giovane e debole per fare fronte ad avversari così potenti. Ho l’onore di essere il 129esimo presidente della Generalità. Solo 5 presidenti mi separano da Lluís Companys. Da allora sono passati 75 anni e il Governo della Catalogna è oggi un’istituzione solida e stabile. Il presidente Companys lottò e morì in difesa delle istituzioni catalane. Per fortuna, la situazione odierna non si può paragonare a quella di quei tempi ma come catalani la nostra determinazione a decidere il nostro futuro rimane intatta.
Io non vorrei concludere quest’articolo senza ricordare che i governi francese e tedesco hanno già riconosciuto pubblicamente la loro parte di responsabilità nell’arresto e deportazione del presidente Companys. Si tratta di un gesto di giustizia che desidero salutare pubblicamente poiché onora questi due governi. La costruzione di una Europa unita, democratica e solidale ci chiede non solo di conservare la memoria storica, ma anche di essere capaci di riconoscere i nostri errori.
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